Tra i sintomi più comuni della malattia di Alzheimer (AD) vi sono le alterazioni dei ritmi circadiani e dei cicli sonno-veglia, che contribuiscono alla riduzione dell’apprendimento, dei processi mnemonici e al declino delle capacità cognitive tipici di questa malattia. Tali alterazioni possono essere causate dai livelli di espressione del dominio intracellulare del precursore della proteina amiloide (AICD), generato dal taglio del precursore della proteina amiloide (APP). L’AICD è solitamente presente nel nucleo dei neuroni pacemaker, a livelli di espressione bassi durante il giorno e maggiori durante la notte. Tuttavia, nel cervello di pazienti affetti da AD si verifica un aumento generale dei livelli nucleari di AICD rispetto ai livelli dei pazienti non-AD, che si suppone possa contribuire non solo all’alterazione dei ritmi dell’attività locomotoria, ma anche all’alterazione dei pattern del sonno, causando in Drosophila una frammentazione del sonno (comunemente osservata anche nei pazienti affetti da AD), con episodi di sonno più frequenti ma di durata più breve. Lo studio analizza come la localizzazione ed espressione nucleare di AICD possano variare con l’età, sia in Drosophila che in topo. In Drosophila, i livelli diurni di AICD nei neuroni pacemaker rimangono pressoché costanti all’aumentare dell’età, mentre i livelli nucleari notturni aumentano significativamente. Nei topi giovani (3 mesi) i livelli di AICD localizzati nel nucleo superchiasmatico seguono un pattern simile a Drosophila, con livelli notturni più elevati che aumentano fino ai 12 mesi di età. Tuttavia, nei topi adulti (24 mesi) si osserva un’inversione, con alti livelli diurni di AICD, e livelli notevolmente più bassi durante la notte, che diminuiscono ulteriormente all’aumentare dell’età, fino a raggiungere livelli inferiori a quelli diurni.
Il dominio intracellulare del precursore della proteina amiloide induce disturbi del sonno e la sua localizzazione nucleare fluttua nei neuroni pacemaker circadiani di Drosophila e topo
MARCON, AGNESE
2023/2024
Abstract
Tra i sintomi più comuni della malattia di Alzheimer (AD) vi sono le alterazioni dei ritmi circadiani e dei cicli sonno-veglia, che contribuiscono alla riduzione dell’apprendimento, dei processi mnemonici e al declino delle capacità cognitive tipici di questa malattia. Tali alterazioni possono essere causate dai livelli di espressione del dominio intracellulare del precursore della proteina amiloide (AICD), generato dal taglio del precursore della proteina amiloide (APP). L’AICD è solitamente presente nel nucleo dei neuroni pacemaker, a livelli di espressione bassi durante il giorno e maggiori durante la notte. Tuttavia, nel cervello di pazienti affetti da AD si verifica un aumento generale dei livelli nucleari di AICD rispetto ai livelli dei pazienti non-AD, che si suppone possa contribuire non solo all’alterazione dei ritmi dell’attività locomotoria, ma anche all’alterazione dei pattern del sonno, causando in Drosophila una frammentazione del sonno (comunemente osservata anche nei pazienti affetti da AD), con episodi di sonno più frequenti ma di durata più breve. Lo studio analizza come la localizzazione ed espressione nucleare di AICD possano variare con l’età, sia in Drosophila che in topo. In Drosophila, i livelli diurni di AICD nei neuroni pacemaker rimangono pressoché costanti all’aumentare dell’età, mentre i livelli nucleari notturni aumentano significativamente. Nei topi giovani (3 mesi) i livelli di AICD localizzati nel nucleo superchiasmatico seguono un pattern simile a Drosophila, con livelli notturni più elevati che aumentano fino ai 12 mesi di età. Tuttavia, nei topi adulti (24 mesi) si osserva un’inversione, con alti livelli diurni di AICD, e livelli notevolmente più bassi durante la notte, che diminuiscono ulteriormente all’aumentare dell’età, fino a raggiungere livelli inferiori a quelli diurni.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/79051