Il disturbo depressivo maggiore è tra i più frequenti disturbi psichiatrici nella popolazione mondiale ed è causa di mortalità, morbilità e disabilità. Oltre alle componenti emotive, gli elementi su cui si è posta progressivamente maggiore attenzione negli anni sono le disfunzioni cognitive e i biomarcatori, i quali possono supportare diagnosi e trattamenti del disturbo. L’introduzione di tecnologie innovative come la realtà virtuale (VR) nello studio dei disturbi mentali si sta dimostrando di grande ausilio, nonostante il suo utilizzo come strumento diagnostico e in relazione alla depressione risulti ancora limitato. Questo elaborato ha come obiettivo quello di valutare se una ridotta risposta di conduttanza cutanea (SC) legata alla sintomatologia depressiva, misurata tramite Shimmer3 GSR Sensor Unit, durante lo svolgimento di test cognitivi, sia associabile ad una scarsa prestazione cognitiva, in particolare nello svolgimento dell’N – Back, a cui i partecipanti sono stati sottoposti in ambiente di VR mediante l’utilizzo del visore HP Reverb G2 edizione Ominicept. In questo studio vengono analizzate le variabili delle performance nei task cognitivi e le alterazioni della conduttanza cutanea tra il gruppo sperimentale con sintomi depressivi (50 partecipanti con punteggio al Patient Health Questionnaire - 9 g 9) e il gruppo di controllo (50 partecipanti con punteggio al Patient Health Questionnaire - 9 f 5). I risultati non hanno confermato le ipotesi di partenza, non rilevando differenze statisticamente significative (p > .05) tra i due gruppi, né nella prestazione cognitiva, né nelle risposte di conduttanza cutanea. Nonostante questi dati non siano completamente in linea con la letteratura in merito, sono comprensibili se si considerano alcune evidenze: da una parte, la severità dei sintomi depressivi è fortemente connessa alle difficoltà cognitive, dall’altra, il rapporto tra stati depressivi e risposte di conduttanza cutanea è potenzialmente influenzabile da variabili come la gravità della depressione o patologie in comorbidità, e la ricerca su questo rapporto è ancora in fase di crescita. Infine, tramite la regressione lineare è stata indagato se la presenza di interazione o meno tra il gruppo sperimentale e la componente fasica della SC potesse predire l’accuratezza all’N – Back; tuttavia, in linea con i dati precedenti, non sono emersi risultati statisticamente significativi. In conclusione, emerge la necessità di approfondire i correlati elettrodermici e cognitivi dei disturbi depressivi, con l’obiettivo di migliorare interventi preventivi e di supporto in ottica di un sistema assistenziale sempre più efficiente, anche mediante l’uso di sistemi VR.
La relazione tra prestazioni cognitive e attività elettrodermica nella depressione: uno studio pilota condotto tramite realtà virtuale
ZEDURI, ELISA
2023/2024
Abstract
Il disturbo depressivo maggiore è tra i più frequenti disturbi psichiatrici nella popolazione mondiale ed è causa di mortalità, morbilità e disabilità. Oltre alle componenti emotive, gli elementi su cui si è posta progressivamente maggiore attenzione negli anni sono le disfunzioni cognitive e i biomarcatori, i quali possono supportare diagnosi e trattamenti del disturbo. L’introduzione di tecnologie innovative come la realtà virtuale (VR) nello studio dei disturbi mentali si sta dimostrando di grande ausilio, nonostante il suo utilizzo come strumento diagnostico e in relazione alla depressione risulti ancora limitato. Questo elaborato ha come obiettivo quello di valutare se una ridotta risposta di conduttanza cutanea (SC) legata alla sintomatologia depressiva, misurata tramite Shimmer3 GSR Sensor Unit, durante lo svolgimento di test cognitivi, sia associabile ad una scarsa prestazione cognitiva, in particolare nello svolgimento dell’N – Back, a cui i partecipanti sono stati sottoposti in ambiente di VR mediante l’utilizzo del visore HP Reverb G2 edizione Ominicept. In questo studio vengono analizzate le variabili delle performance nei task cognitivi e le alterazioni della conduttanza cutanea tra il gruppo sperimentale con sintomi depressivi (50 partecipanti con punteggio al Patient Health Questionnaire - 9 g 9) e il gruppo di controllo (50 partecipanti con punteggio al Patient Health Questionnaire - 9 f 5). I risultati non hanno confermato le ipotesi di partenza, non rilevando differenze statisticamente significative (p > .05) tra i due gruppi, né nella prestazione cognitiva, né nelle risposte di conduttanza cutanea. Nonostante questi dati non siano completamente in linea con la letteratura in merito, sono comprensibili se si considerano alcune evidenze: da una parte, la severità dei sintomi depressivi è fortemente connessa alle difficoltà cognitive, dall’altra, il rapporto tra stati depressivi e risposte di conduttanza cutanea è potenzialmente influenzabile da variabili come la gravità della depressione o patologie in comorbidità, e la ricerca su questo rapporto è ancora in fase di crescita. Infine, tramite la regressione lineare è stata indagato se la presenza di interazione o meno tra il gruppo sperimentale e la componente fasica della SC potesse predire l’accuratezza all’N – Back; tuttavia, in linea con i dati precedenti, non sono emersi risultati statisticamente significativi. In conclusione, emerge la necessità di approfondire i correlati elettrodermici e cognitivi dei disturbi depressivi, con l’obiettivo di migliorare interventi preventivi e di supporto in ottica di un sistema assistenziale sempre più efficiente, anche mediante l’uso di sistemi VR.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Zeduri_Elisa.pdf
accesso aperto
Dimensione
1.05 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.05 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
The text of this website © Università degli studi di Padova. Full Text are published under a non-exclusive license. Metadata are under a CC0 License
https://hdl.handle.net/20.500.12608/79590