A partire dagli anni '80, l'economia del Veneto ha subito una profonda trasformazione, segnata da una significativa crescita del settore manifatturiero e delle attività di ricerca e sviluppo. Questo cambiamento ha dato origine a un modello economico unico, caratterizzato da un tessuto di piccole e medie imprese che collaborano strettamente con grandi aziende internazionali, fungendo da fornitori specializzati all'interno di filiere globali. L'introduzione dell’euro e l'apertura dei mercati dei paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) hanno ulteriormente stimolato l'economia veneta, rafforzando il suo ruolo di piattaforma manifatturiera flessibile. Sebbene non possano competere con i giganti globali in termini di dimensioni, le PMI venete sono riuscite a prosperare grazie alla loro capacità di innovare e di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato. Per molti anni, il Veneto ha affrontato notevoli difficoltà nel connettersi ai sistemi della "conoscenza per l'innovazione", a causa anche della dimensione media delle aziende di produzione. Questo problema si è manifestato principalmente nei rapporti con l'Università e con i KIBS. A livello regionale, le strategie promosse anche dalla Comunità Europea hanno incoraggiato la formazione di nuove configurazioni collaborative che coinvolgono imprese manifatturiere, università e centri di competenza tecnologica. Le Reti di Innovazione Regionali sono un esempio di questo approccio: durante la programmazione 2014-2020, sono nate 21 Reti focalizzate sulle principali specializzazioni produttive. Nella successiva programmazione 2021-2027, si sono aggiunte due missioni strategiche: la Bioeconomy e la Space Economy. Queste missioni mirano a coordinare competenze manifatturiere avanzate, ricerca e innovazione, indirizzandosi verso i mercati alla base delle cosiddette "economie del futuro".
Reti Innovative Regionali: Obiettivi, Processi Organizzativi e Gestionali, Ricadute sull'economia del Veneto
VECCHIATO, MARCO
2023/2024
Abstract
A partire dagli anni '80, l'economia del Veneto ha subito una profonda trasformazione, segnata da una significativa crescita del settore manifatturiero e delle attività di ricerca e sviluppo. Questo cambiamento ha dato origine a un modello economico unico, caratterizzato da un tessuto di piccole e medie imprese che collaborano strettamente con grandi aziende internazionali, fungendo da fornitori specializzati all'interno di filiere globali. L'introduzione dell’euro e l'apertura dei mercati dei paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) hanno ulteriormente stimolato l'economia veneta, rafforzando il suo ruolo di piattaforma manifatturiera flessibile. Sebbene non possano competere con i giganti globali in termini di dimensioni, le PMI venete sono riuscite a prosperare grazie alla loro capacità di innovare e di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato. Per molti anni, il Veneto ha affrontato notevoli difficoltà nel connettersi ai sistemi della "conoscenza per l'innovazione", a causa anche della dimensione media delle aziende di produzione. Questo problema si è manifestato principalmente nei rapporti con l'Università e con i KIBS. A livello regionale, le strategie promosse anche dalla Comunità Europea hanno incoraggiato la formazione di nuove configurazioni collaborative che coinvolgono imprese manifatturiere, università e centri di competenza tecnologica. Le Reti di Innovazione Regionali sono un esempio di questo approccio: durante la programmazione 2014-2020, sono nate 21 Reti focalizzate sulle principali specializzazioni produttive. Nella successiva programmazione 2021-2027, si sono aggiunte due missioni strategiche: la Bioeconomy e la Space Economy. Queste missioni mirano a coordinare competenze manifatturiere avanzate, ricerca e innovazione, indirizzandosi verso i mercati alla base delle cosiddette "economie del futuro".File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/79630