Studio di un esemplare di pesce crossognatiforme (Teleostei, Crossognathiformes) dell'Eocene inferiore del Monte Postale (Monti Lessini, Italia nordorientale)

This study focuses on the anatomical analysis of specimen IG132555, a large primitive teleost fish found over forty years ago in the famous paleontological site of Monte Postale, near Bolca (Eastern Lessini Mountains, province of Vicenza, north-eastern Italy). It is a pachyrhizodontoid crossognathiform (Teleostei, Crossognathiformes, Pachyrhizodontoidei), a clade of fish typically found in Jurassic and Cretaceous paleontological sites, but which is represented by a single Cenozoic genus, the genus Platinx, to which the specimen under study belongs. This taxon, dating back to the lower Eocene, is the last representative of the order, which survived the mass extinction at the end of the Cretaceous. The specimen examined herein, among the largest ones found so far of this genus, is preserved and exhibited at the Bolca Fossil Museum and is characterized by an elongated and fusiform shape with large pectoral fins characterized by a strong segmentation and thickening of the first ray; their peculiar morphology can be related to a hydrodynamic function.The study allows to describe and analyze in detail for the first time the anatomy and state of preservation of the specimen from the Bolca museum and to compare it with other specimens attributable to the same genus and coming from the same site. These fossils are exhibited in the museums of Verona, Padua and Pavia. Surveys were carried out for the first time on the specimen preserved at the Pavia Museum, whose discovery dates back to the first half of the XIX century. The material that is the subject of this thesis was photographed in high resolution with appropriate photographic techniques and analyzed under natural and ultraviolet light sources; the latter enables to highlight anatomical parts that are not detectable under conventional lighting conditions and to detect restoration. The results highlight the find not only scientifically, but also from a museological point of view, framing it in the exhibition context of the museum and of the Cenozoic paleontological sites of Bolca and its surroundings.

Questo studio è incentrato sull’analisi anatomica del reperto IG132555, un grosso pesce teleosteo primitivo rinvenuto oltre quarant’anni fa nel famoso sito paleontologico del Monte Postale, presso Bolca (Monti Lessini orientali, provincia di Vicenza, Italia nordorientale). Si tratta di un crossognatiforme pachirizodontoideo (Teleostei, Crossognathiformes, Pachyrhizodontoidei), un clade di pesci tipicamente rinvenibile in siti paleontologici giurassici e cretacei, ma che è rappresentato da un unico genere cenozoico, il genere Platinx, a cui è riferibile l’esemplare in studio. Questo taxon, risalente all’Eocene inferiore, è l’ultimo rappresentante dell’ordine, sopravvissuto all’estinzione di massa di fine Cretaceo. L’esemplare esaminato, tra i più grandi finora rinvenuti di questo genere, è conservato ed esposto presso il Museo dei fossili di Bolca ed è caratterizzato da una forma allungata e fusiforme con grandi pinne pettorali contraddistinte da una forte segmentazione e ispessimento del primo raggio; la loro peculiare morfologia è riconducibile ad una funzione idrodinamica. Lo studio ha permesso di descrivere e analizzare in dettaglio per la prima volta l’anatomia e lo stato di preservazione dell’esemplare del museo di Bolca e di fare un confronto con gli altri esemplari attribuibili allo stesso genere e provenienti dal medesimo giacimento. Questi fossili sono esposti nei musei di Verona, Padova e Pavia. In particolare, sono stati per la prima volta effettuati rilievi sul reperto conservato presso il Museo di Pavia, il cui ritrovamento risale alla prima metà dell’Ottocento. Il materiale oggetto di questa tesi è stato fotografato in alta risoluzione con opportune tecniche di ripresa fotografica e analizzato sotto sorgente di luce naturale e ultravioletta; quest’ultima ha permesso di evidenziare parti anatomiche non rilevabili in condizioni di illuminazione convenzionale e rilevare interventi di restauro. I risultati emersi hanno permesso di valorizzare il reperto non solo da un punto di vista scientifico ma anche museologico, inquadrandolo nel contesto espositivo del museo e dei giacimenti cenozoici di Bolca e dintorni.