Per comprendere a pieno il fenomeno dell’inquinamento luminoso bisogna innanzitutto conoscere la brillanza naturale del cielo dovuta a sorgenti cosmiche e stellari integrate, alla luce diffusa dalla polvere intergalattica e dalla polvere interplanetaria, e alla luce emessa dalle molecole nell’alta atmosfera. Le cause dell’aumento della brillanza artificiale del cielo sono in primo luogo una crescita dell’illuminazione notturna dovuta sia all’aumento di popolazione e sia all’aumento di flusso luminoso pro capite. Questa luce, sia che venga emessa direttamente in cielo, sia che venga riflessa dal terreno, subisce diffusione per via delle molecole e delle particelle di aerosol presenti in atmosfera, provocando un bagliore diffuso che è l’effetto più visibile dell’inquinamento luminoso. La misura della brillanza del cielo si può effettuare da terra con strumenti spettroscopici o fotometrici, come gli Sky Quality Meter, oppure attraverso misure satellitari, o anche ad occhio nudo stimando la magnitudine visuale limite del cielo. Si può anche ricorrere a modelli di propagazione dell’inquinamento luminoso come quelli proposti da Walker, Treanor, Garstang o Aubé. Gli effetti principali dell’inquinamento luminoso non sono solamente la perdita della possibilità di osservare un patrimonio come il cielo notturno e la Via Lattea, ma esso interferisce anche con l’ecosistema e la salute umana, provocando una diminuzione nella produzione di melatonina con conseguenti rischi di sviluppo di alcuni tipi di cancro, diabete o obesità. Infine la luce dispersa in cielo costituisce uno spreco di energia e di denaro, con l'Italia tra i Paesi europei con un maggior consumo di energia pro capite, circa doppio rispetto alla media europea. Per questi motivi è fondamentale ridurre l’inquinamento luminoso, o quantomeno arrestarne la crescita, attraverso normative che regolino il flusso emesso dagli impianti e le lampade da utilizzare.

L'evoluzione dell'inquinamento luminoso e i suoi effetti

TOSI, RICCARDO
2023/2024

Abstract

Per comprendere a pieno il fenomeno dell’inquinamento luminoso bisogna innanzitutto conoscere la brillanza naturale del cielo dovuta a sorgenti cosmiche e stellari integrate, alla luce diffusa dalla polvere intergalattica e dalla polvere interplanetaria, e alla luce emessa dalle molecole nell’alta atmosfera. Le cause dell’aumento della brillanza artificiale del cielo sono in primo luogo una crescita dell’illuminazione notturna dovuta sia all’aumento di popolazione e sia all’aumento di flusso luminoso pro capite. Questa luce, sia che venga emessa direttamente in cielo, sia che venga riflessa dal terreno, subisce diffusione per via delle molecole e delle particelle di aerosol presenti in atmosfera, provocando un bagliore diffuso che è l’effetto più visibile dell’inquinamento luminoso. La misura della brillanza del cielo si può effettuare da terra con strumenti spettroscopici o fotometrici, come gli Sky Quality Meter, oppure attraverso misure satellitari, o anche ad occhio nudo stimando la magnitudine visuale limite del cielo. Si può anche ricorrere a modelli di propagazione dell’inquinamento luminoso come quelli proposti da Walker, Treanor, Garstang o Aubé. Gli effetti principali dell’inquinamento luminoso non sono solamente la perdita della possibilità di osservare un patrimonio come il cielo notturno e la Via Lattea, ma esso interferisce anche con l’ecosistema e la salute umana, provocando una diminuzione nella produzione di melatonina con conseguenti rischi di sviluppo di alcuni tipi di cancro, diabete o obesità. Infine la luce dispersa in cielo costituisce uno spreco di energia e di denaro, con l'Italia tra i Paesi europei con un maggior consumo di energia pro capite, circa doppio rispetto alla media europea. Per questi motivi è fondamentale ridurre l’inquinamento luminoso, o quantomeno arrestarne la crescita, attraverso normative che regolino il flusso emesso dagli impianti e le lampade da utilizzare.
2023
The evolution of light pollution and its effects
Inquinamento
Luminoso
Evoluzione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/80182