Introduzione – La partecipazione alla psicoeducazione può rappresentare un valido progetto educativo complementare, il quale può offrire opportunità formative e contribuire al supporto riabilitativo, potenziando la capacità del paziente di gestire individualmente la propria salute e fornendo supporto alla rete familiare. L’implementazione di questi interventi fa emergere l’importanza di integrare nel programma riabilitativo il nucleo familiare, dal momento che tutti i componenti risentono delle condizioni di fragilità di ciascun membro che lo compone, poiché è possibile affermare che la psicoeducazione contribuisce al benessere comune sia del paziente che della sua famiglia. Il presente elaborato si propone di indagare il ruolo dell’infermiere nell’intervento psicoeducativo per il disturbo bipolare, analizzando gli effetti benefici che questo può apportare a pazienti e caregiver, nonché le implicazioni a supporto della pratica infermieristica. Scopo – L’obiettivo di questa ricerca è quello di esplorare il ruolo dell’infermiere nell’intervento psicoeducativo e quali benefici può determinare in pazienti con diagnosi di disturbo bipolare e loro familiari. Materiali e metodi – Il presente elaborato deriva dall’analisi di 96 articoli: di questi, 20 sono stati reperiti tramite ricerca su PubMed mentre i restanti sono stati selezionati da altre banche dati o siti istituzionali. Gli articoli sono stati ricercati utilizzando parole libere come Bipolar Disorder, Psychoeducation, Nursing, Benefits, Caregivers. Sono stati inclusi nella revisione quelli disponibili per la lettura del testo completo e con una data di pubblicazione compresa nell’intervallo di tempo 2019-2024. I criteri di inclusione comprendevano i benefici che gli interventi psicoeducativi possono apportare nell’assistenza infermieristica alle persone affette da disturbo bipolare e ai loro familiari, in termini di riduzione del tasso di recidiva, numero di ospedalizzazione e durata dei ricoveri, miglioramento dell’aderenza terapeutica, della sopravvivenza, della qualità di vita e del funzionamento sociale. Risultati – Studi clinici hanno dimostrato che abbinare farmaci a interventi psicoeducativi migliora il benessere complessivo della persona affetta da disturbo bipolare. La psicoeducazione mira, infatti, a fornire informazioni pratiche a chi ha bisogno di essere educato sul proprio disturbo, a sviluppare abilità per riconoscere i segnali precoci di recidiva, a promuovere uno stile di vita sano e a offrire strategie di coping. Inoltre, considera anche il carico assistenziale percepito dalla famiglia, integrandola in questo modo nel programma terapeutico e incoraggiando la cooperazione con l’equipe curante, al fine di ottenere risultati benefici per entrambi. L’intervento psicoeducativo fornito dall’infermiere è stato riconosciuto come l’attività educativa maggiormente offerta, capace di migliorare gli outcomes assistenziali. Conclusioni – In questa revisione della letteratura è stata messa in risalto l’importanza di abbinare la terapia farmacologica a interventi psicosociali. In particolare, è stato esplorato il valore dell’intervento psicoeducativo nel disturbo bipolare. Molteplici evidenze scientifiche hanno dimostrato gli effetti positivi che la psicoeducazione può offrire ai pazienti e ai loro caregiver, integrando il contesto familiare all’interno del progetto terapeutico. Sono state esaminate le differenze esistenti nei formati degli incontri (con particolare attenzione al setting gruppale e al valore della condivisione tra pari) e suggeriti approcci per rendere le sessioni maggiormente efficaci. In questo contesto, la figura e il ruolo dell'infermiere emergono come cruciali, dimostrando come la psicoeducazione rappresenti un valore aggiunto nell’assistenza infermieristica per la gestione del disturbo bipolare.
IL RUOLO DELL'INFERMIERE NELL'INTERVENTO PSICOEDUCATIVO PER IL DISTURBO BIPOLARE: Ricerca e Revisione della Letteratura.
COLELLA, VERONICA
2023/2024
Abstract
Introduzione – La partecipazione alla psicoeducazione può rappresentare un valido progetto educativo complementare, il quale può offrire opportunità formative e contribuire al supporto riabilitativo, potenziando la capacità del paziente di gestire individualmente la propria salute e fornendo supporto alla rete familiare. L’implementazione di questi interventi fa emergere l’importanza di integrare nel programma riabilitativo il nucleo familiare, dal momento che tutti i componenti risentono delle condizioni di fragilità di ciascun membro che lo compone, poiché è possibile affermare che la psicoeducazione contribuisce al benessere comune sia del paziente che della sua famiglia. Il presente elaborato si propone di indagare il ruolo dell’infermiere nell’intervento psicoeducativo per il disturbo bipolare, analizzando gli effetti benefici che questo può apportare a pazienti e caregiver, nonché le implicazioni a supporto della pratica infermieristica. Scopo – L’obiettivo di questa ricerca è quello di esplorare il ruolo dell’infermiere nell’intervento psicoeducativo e quali benefici può determinare in pazienti con diagnosi di disturbo bipolare e loro familiari. Materiali e metodi – Il presente elaborato deriva dall’analisi di 96 articoli: di questi, 20 sono stati reperiti tramite ricerca su PubMed mentre i restanti sono stati selezionati da altre banche dati o siti istituzionali. Gli articoli sono stati ricercati utilizzando parole libere come Bipolar Disorder, Psychoeducation, Nursing, Benefits, Caregivers. Sono stati inclusi nella revisione quelli disponibili per la lettura del testo completo e con una data di pubblicazione compresa nell’intervallo di tempo 2019-2024. I criteri di inclusione comprendevano i benefici che gli interventi psicoeducativi possono apportare nell’assistenza infermieristica alle persone affette da disturbo bipolare e ai loro familiari, in termini di riduzione del tasso di recidiva, numero di ospedalizzazione e durata dei ricoveri, miglioramento dell’aderenza terapeutica, della sopravvivenza, della qualità di vita e del funzionamento sociale. Risultati – Studi clinici hanno dimostrato che abbinare farmaci a interventi psicoeducativi migliora il benessere complessivo della persona affetta da disturbo bipolare. La psicoeducazione mira, infatti, a fornire informazioni pratiche a chi ha bisogno di essere educato sul proprio disturbo, a sviluppare abilità per riconoscere i segnali precoci di recidiva, a promuovere uno stile di vita sano e a offrire strategie di coping. Inoltre, considera anche il carico assistenziale percepito dalla famiglia, integrandola in questo modo nel programma terapeutico e incoraggiando la cooperazione con l’equipe curante, al fine di ottenere risultati benefici per entrambi. L’intervento psicoeducativo fornito dall’infermiere è stato riconosciuto come l’attività educativa maggiormente offerta, capace di migliorare gli outcomes assistenziali. Conclusioni – In questa revisione della letteratura è stata messa in risalto l’importanza di abbinare la terapia farmacologica a interventi psicosociali. In particolare, è stato esplorato il valore dell’intervento psicoeducativo nel disturbo bipolare. Molteplici evidenze scientifiche hanno dimostrato gli effetti positivi che la psicoeducazione può offrire ai pazienti e ai loro caregiver, integrando il contesto familiare all’interno del progetto terapeutico. Sono state esaminate le differenze esistenti nei formati degli incontri (con particolare attenzione al setting gruppale e al valore della condivisione tra pari) e suggeriti approcci per rendere le sessioni maggiormente efficaci. In questo contesto, la figura e il ruolo dell'infermiere emergono come cruciali, dimostrando come la psicoeducazione rappresenti un valore aggiunto nell’assistenza infermieristica per la gestione del disturbo bipolare.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
colella.veronica.2016467.pdf
accesso riservato
Dimensione
602.96 kB
Formato
Adobe PDF
|
602.96 kB | Adobe PDF |
The text of this website © Università degli studi di Padova. Full Text are published under a non-exclusive license. Metadata are under a CC0 License
https://hdl.handle.net/20.500.12608/80708