Posizionare un accesso venoso periferico in un paziente pediatrico avvalendosi della tecnica tradizionale, alle volte può rivelarsi difficile, più del 50 % delle incannulazioni fallisce al primo tentativo. Negli ultimi anni si è iniziato ad utilizzare una guida ecografica anche per l’inserimento di accessi venosi periferici e non solo per quelli centrali, principalmente negli adulti. L’adozione di questa tecnica anche nell’ambiente pediatrico potrebbe aumentare il successo al primo tentativo, semplificando il lavoro all’operatore e migliorando l’esperienza, che nonostante sia una delle procedure maggiormente diffuse, circa il 50% dei pazienti che accedono a una struttura sanitaria necessita l’inserimento di un accesso venoso periferico. Rimane una delle più temute, sia al piccolo paziente che alla sua famiglia. L’obiettivo di questo lavoro è di comparare i due metodi e stabilire con quale dei due si ha un miglior risultato al primo tentativo. La revisione della letteratura è stata condotta utilizzando banche dati internazionali, come PubMed e Google Scholar, selezionando gli articoli seguendo il metodo PICO. In questa revisione vengono riassunti dati degli ultimi 15 anni riguardo all’incannulazione periferica in pazienti pediatrici con tecnica tradizionale ed ecoguidata. Dalla seguente revisione è emerso che non c’è una significativa differenza in termini di successo al primo tentativo tra le due tecniche di incannulazione. Quello che si evince è che in pazienti con DIVA risulta essere un valido aiuto e ne migliora il risultato, al contrario dei pazienti senza particolari problemi.
Posizionamento di un accesso venoso periferico nei pazienti pediatrici: un confronto tra metodo ecoguidato e tradizionale. Una revisione della letteratura.
GIACOMINI, ALESSIA
2023/2024
Abstract
Posizionare un accesso venoso periferico in un paziente pediatrico avvalendosi della tecnica tradizionale, alle volte può rivelarsi difficile, più del 50 % delle incannulazioni fallisce al primo tentativo. Negli ultimi anni si è iniziato ad utilizzare una guida ecografica anche per l’inserimento di accessi venosi periferici e non solo per quelli centrali, principalmente negli adulti. L’adozione di questa tecnica anche nell’ambiente pediatrico potrebbe aumentare il successo al primo tentativo, semplificando il lavoro all’operatore e migliorando l’esperienza, che nonostante sia una delle procedure maggiormente diffuse, circa il 50% dei pazienti che accedono a una struttura sanitaria necessita l’inserimento di un accesso venoso periferico. Rimane una delle più temute, sia al piccolo paziente che alla sua famiglia. L’obiettivo di questo lavoro è di comparare i due metodi e stabilire con quale dei due si ha un miglior risultato al primo tentativo. La revisione della letteratura è stata condotta utilizzando banche dati internazionali, come PubMed e Google Scholar, selezionando gli articoli seguendo il metodo PICO. In questa revisione vengono riassunti dati degli ultimi 15 anni riguardo all’incannulazione periferica in pazienti pediatrici con tecnica tradizionale ed ecoguidata. Dalla seguente revisione è emerso che non c’è una significativa differenza in termini di successo al primo tentativo tra le due tecniche di incannulazione. Quello che si evince è che in pazienti con DIVA risulta essere un valido aiuto e ne migliora il risultato, al contrario dei pazienti senza particolari problemi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/80736