Background: A causa del progressivo invecchiamento della popolazione, la demenza sta diventando una patologia in costante aumento, tanto da essere considerata una priorità globale dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Tra le varie forme di demenza quella più diffusa è il morbo di Alzheimer, con oltre 55 milioni di malati al mondo, oltre 600 mila in Italia e 14 mila nel territorio dell’AULSS 2 Marca Trevigiana. Nel trattamento di questa patologia, la pet therapy emerge come una valida terapia non farmacologica capace di ridurre ansia e agitazione e migliorare il benessere psicofisico della persona. Regolata da Linee Guida specifiche, questa pratica richiede un ruolo attivo da parte degli infermieri, soprattutto nelle RSA, dove i pazienti spesso soffrono di isolamento sociale. Obiettivo: L’obiettivo della ricerca è quello di ottenere una mappatura della diffusione della pet therapy nelle RSA del territorio di Treviso e la rilevazione delle criticità che possono insorgere nella sua gestione. Materiali e metodi: Per rispondere al quesito di ricerca è stato condotto uno studio osservazionale fenomenologico. È stato progettato un questionario telematico per valutare la diffusione della pet therapy e le criticità incontrate nella sua gestione, coinvolgendo i coordinatori delle RSA della provincia di Treviso, che hanno partecipato volontariamente alla ricerca. Risultati: Lo studio ha coinvolto 15 (29,41%) delle 51 RSA individuate nella provincia di Treviso. Il 100% dei partecipanti era a conoscenza della pet therapy, ma solo 8 (53,3%) strutture la utilizzano. Il 67% dei coordinatori ha riportato miglioramenti significativi nel comportamento e nell'umore, il 60% ha evidenziato un miglioramento nella qualità della vita e un aumento degli episodi di sorriso. Inoltre, il 53% ha dichiarato che la diminuzione dei sintomi della malattia sia “abbastanza” significativa, così come il 60% ha riscontrato una riduzione dell’agitazione e dell’ansia. Anche l’incoraggiamento all’attività fisica è stato ritenuto “abbastanza” significativo dal 53% dei partecipanti. Tuttavia, sono emerse criticità come la resistenza culturale, i costi elevati e la mancanza di spazi adeguati alla gestione degli animali. I partecipanti hanno suggerito la necessità di formazione specifica per il personale e un'organizzazione più strutturata delle attività di pet therapy nelle RSA. Conclusione: La tesi ha analizzato l’utilizzo della pet therapy nelle RSA della provincia di Treviso, evidenziando la sua efficacia nel migliorare il benessere delle persone affette da morbo di Alzheimer e la necessità di superare criticità logistiche e culturali per favorire la sua integrazione nei piani di cura.
La Pet Therapy nella cura della persona affetta da Morbo di Alzheimer: indagine nelle RSA del territorio della provincia di Treviso.
GUGLIELMINI, BEATRICE
2023/2024
Abstract
Background: A causa del progressivo invecchiamento della popolazione, la demenza sta diventando una patologia in costante aumento, tanto da essere considerata una priorità globale dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Tra le varie forme di demenza quella più diffusa è il morbo di Alzheimer, con oltre 55 milioni di malati al mondo, oltre 600 mila in Italia e 14 mila nel territorio dell’AULSS 2 Marca Trevigiana. Nel trattamento di questa patologia, la pet therapy emerge come una valida terapia non farmacologica capace di ridurre ansia e agitazione e migliorare il benessere psicofisico della persona. Regolata da Linee Guida specifiche, questa pratica richiede un ruolo attivo da parte degli infermieri, soprattutto nelle RSA, dove i pazienti spesso soffrono di isolamento sociale. Obiettivo: L’obiettivo della ricerca è quello di ottenere una mappatura della diffusione della pet therapy nelle RSA del territorio di Treviso e la rilevazione delle criticità che possono insorgere nella sua gestione. Materiali e metodi: Per rispondere al quesito di ricerca è stato condotto uno studio osservazionale fenomenologico. È stato progettato un questionario telematico per valutare la diffusione della pet therapy e le criticità incontrate nella sua gestione, coinvolgendo i coordinatori delle RSA della provincia di Treviso, che hanno partecipato volontariamente alla ricerca. Risultati: Lo studio ha coinvolto 15 (29,41%) delle 51 RSA individuate nella provincia di Treviso. Il 100% dei partecipanti era a conoscenza della pet therapy, ma solo 8 (53,3%) strutture la utilizzano. Il 67% dei coordinatori ha riportato miglioramenti significativi nel comportamento e nell'umore, il 60% ha evidenziato un miglioramento nella qualità della vita e un aumento degli episodi di sorriso. Inoltre, il 53% ha dichiarato che la diminuzione dei sintomi della malattia sia “abbastanza” significativa, così come il 60% ha riscontrato una riduzione dell’agitazione e dell’ansia. Anche l’incoraggiamento all’attività fisica è stato ritenuto “abbastanza” significativo dal 53% dei partecipanti. Tuttavia, sono emerse criticità come la resistenza culturale, i costi elevati e la mancanza di spazi adeguati alla gestione degli animali. I partecipanti hanno suggerito la necessità di formazione specifica per il personale e un'organizzazione più strutturata delle attività di pet therapy nelle RSA. Conclusione: La tesi ha analizzato l’utilizzo della pet therapy nelle RSA della provincia di Treviso, evidenziando la sua efficacia nel migliorare il benessere delle persone affette da morbo di Alzheimer e la necessità di superare criticità logistiche e culturali per favorire la sua integrazione nei piani di cura.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/80741