Introduction – In the last decade, the protection of mental health in the field of forensic psychiatry has undergone significant change, applying the principle of deinstitutionalization and pursuing a care path aimed at the rehabilitation of the psychiatric patient who has committed a crime. The most relevant challenges along this path are represented by the phases of the disease's decompensation, during which the patient may exhibit tendencies toward committing offenses and engaging in violent acts. Objective – The objectives of the research are to analyze the therapeutic-rehabilitative path of the psychiatric patient who has committed a crime, and to identify the most effective techniques useful for balancing the promotion of mental health and the management of aggressive behaviors, as well as to define the nursing role in the care and rehabilitation of patients. Materials and Methods – The research was conducted from June to October 2024. The research question was formulated using the PICO strategy (Patient - Intervention - Outcome). To gather the most relevant articles for the research question, databases (PubMed, ScienceDirect, Wiley Online Library) and websites were used. Discussion and Results – Significant results emerged regarding the management of the early stages of decompensation, where nursing skills related to de-escalation techniques, building the therapeutic relationship, and using violence risk assessment scales can provide support for pursuing societal reintegration. These practices have contributed to a reduction in the use of coercive measures by between 27% and 41%. Conclusion – The effectiveness of interventions depends on the professional’s preparation and experience, the quality of the therapeutic relationship, and the available resources. These techniques are more effective when applied early, during the first signs of agitation or emotional distress. Despite the positive results, coercive practices continue to be widely used, highlighting the need for awareness and adequate training for staff.

Introduzione – Nell’ultimo decennio la tutela della salute mentale nel campo della psichiatria forense ha attraversato un importante cambiamento applicando il principio di deistituzionalizzazione e perseguendo un percorso di cura orientato alla riabilitazione del paziente psichiatrico autore di reato. Le sfide più rilevanti, nello stesso percorso, sono rappresentate dalle fasi di scompenso della malattia, momenti nei quali il paziente può presentare la tendenza alla commissione di illeciti e ad agiti violenti. Scopo – Gli obiettivi della ricerca sono quelli di analizzare il percorso terapeutico-riabilitativo del paziente psichiatrico autore di reato e di individuare le tecniche di maggiore efficacia utili a bilanciare la promozione della salute mentale e la gestione dei comportamenti aggressivi, nonché definire il ruolo infermieristico nella cura e nella riabilitazione dei pazienti. Materiale e metodi – La ricerca è stata condotta da giugno a ottobre 2024. Il quesito di ricerca è stato formulato utilizzando la strategia PIO (Paziente - Intervento - Outcome). Per reperire gli articoli maggiormente attinenti al quesito di ricerca, sono state utilizzate Banche Dati (PubMed, ScienceDirect, Wiley Online Library) e sitografie. Discussione e risultati – Sono emersi risultati significativi attinenti alla gestione degli stadi iniziali di scompenso nei quali le competenze infermieristiche, relative alle tecniche di de-escalation, alla costruzione della relazione terapeutica e all'adozione di scale di valutazione del rischio di violenza, possono permettere di fornire supporto per perseguire il reinserimento societario. Queste pratiche possono contribuire a ridurre il ricorso alle pratiche coercitive in una percentuale compresa tra il 27% e il 41%. Conclusione – L’efficacia degli interventi dipende dalla preparazione e dall’esperienza del professionista, dalla qualità della relazione terapeutica e dalle risorse disponibili. Queste tecniche sono più efficaci se applicate precocemente durante i primi segni di agitazione o disagio emotivo. Nonostante i risultati positivi si continua a fare largo uso di pratiche coercitive, evidenziando la necessità di sensibilizzazione e formazione adeguata per il personale.

Il Ruolo dell’Infermiere nell’Assistenza ai Pazienti Psichiatrici in Carcere e in R.E.M.S.: Sfide ed Opportunità della Riabilitazione in Misura Detentiva. Ricerca e Revisione di Letteratura.

ZANON, KETTY
2023/2024

Abstract

Introduction – In the last decade, the protection of mental health in the field of forensic psychiatry has undergone significant change, applying the principle of deinstitutionalization and pursuing a care path aimed at the rehabilitation of the psychiatric patient who has committed a crime. The most relevant challenges along this path are represented by the phases of the disease's decompensation, during which the patient may exhibit tendencies toward committing offenses and engaging in violent acts. Objective – The objectives of the research are to analyze the therapeutic-rehabilitative path of the psychiatric patient who has committed a crime, and to identify the most effective techniques useful for balancing the promotion of mental health and the management of aggressive behaviors, as well as to define the nursing role in the care and rehabilitation of patients. Materials and Methods – The research was conducted from June to October 2024. The research question was formulated using the PICO strategy (Patient - Intervention - Outcome). To gather the most relevant articles for the research question, databases (PubMed, ScienceDirect, Wiley Online Library) and websites were used. Discussion and Results – Significant results emerged regarding the management of the early stages of decompensation, where nursing skills related to de-escalation techniques, building the therapeutic relationship, and using violence risk assessment scales can provide support for pursuing societal reintegration. These practices have contributed to a reduction in the use of coercive measures by between 27% and 41%. Conclusion – The effectiveness of interventions depends on the professional’s preparation and experience, the quality of the therapeutic relationship, and the available resources. These techniques are more effective when applied early, during the first signs of agitation or emotional distress. Despite the positive results, coercive practices continue to be widely used, highlighting the need for awareness and adequate training for staff.
2023
Nursing Role in Psychiatric Patients Care in Prison and R.E.M.S.: Challenges and Opportunities in Prison Rehabilitation. Research and Literature Review.
Introduzione – Nell’ultimo decennio la tutela della salute mentale nel campo della psichiatria forense ha attraversato un importante cambiamento applicando il principio di deistituzionalizzazione e perseguendo un percorso di cura orientato alla riabilitazione del paziente psichiatrico autore di reato. Le sfide più rilevanti, nello stesso percorso, sono rappresentate dalle fasi di scompenso della malattia, momenti nei quali il paziente può presentare la tendenza alla commissione di illeciti e ad agiti violenti. Scopo – Gli obiettivi della ricerca sono quelli di analizzare il percorso terapeutico-riabilitativo del paziente psichiatrico autore di reato e di individuare le tecniche di maggiore efficacia utili a bilanciare la promozione della salute mentale e la gestione dei comportamenti aggressivi, nonché definire il ruolo infermieristico nella cura e nella riabilitazione dei pazienti. Materiale e metodi – La ricerca è stata condotta da giugno a ottobre 2024. Il quesito di ricerca è stato formulato utilizzando la strategia PIO (Paziente - Intervento - Outcome). Per reperire gli articoli maggiormente attinenti al quesito di ricerca, sono state utilizzate Banche Dati (PubMed, ScienceDirect, Wiley Online Library) e sitografie. Discussione e risultati – Sono emersi risultati significativi attinenti alla gestione degli stadi iniziali di scompenso nei quali le competenze infermieristiche, relative alle tecniche di de-escalation, alla costruzione della relazione terapeutica e all'adozione di scale di valutazione del rischio di violenza, possono permettere di fornire supporto per perseguire il reinserimento societario. Queste pratiche possono contribuire a ridurre il ricorso alle pratiche coercitive in una percentuale compresa tra il 27% e il 41%. Conclusione – L’efficacia degli interventi dipende dalla preparazione e dall’esperienza del professionista, dalla qualità della relazione terapeutica e dalle risorse disponibili. Queste tecniche sono più efficaci se applicate precocemente durante i primi segni di agitazione o disagio emotivo. Nonostante i risultati positivi si continua a fare largo uso di pratiche coercitive, evidenziando la necessità di sensibilizzazione e formazione adeguata per il personale.
Psichiatria
Carcere e REMS
Infermiere
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/80812