Questa tesi esplora l’intersezionalità come concetto teorico e strumento pratico volto alla decostruzione della struttura capitalista, etero-patriarcale e razzista, enfatizzando l’importanza di creare alleanze tra gruppi marginalizzati. Partendo dalle origini del concetto di intersezionalità, concepito da Kimberlé Crenshaw come contributo teorico del Black Feminism americano degli anni Ottanta, si analizzano i suoi sviluppi critici e la sua applicabilità sia in ambito accademico che nei contesti sociali. In particolare, si esamina la multidimensionalità dell’intersezionalità, prendendo in considerazione i queer studies attraverso la presentazione di alcuni movimenti LGBTQ+ americani degli anni Settanta e i loro tentativi intersezionali, per evidenziare i successi e le difficoltà nella creazione di coalizioni sociali. Nel secondo capitolo, la tesi si focalizza, attraverso contributi di queer studies, nell’utilizzare un approccio intersezionale per individuare l’esistenza di una struttura dominante oppressiva per tutti i gruppi sociali marginalizzati. Nel corso dell’analisi, si evidenzia la strategia del capitalismo nell’assorbire e mercificare le identità queer, indebolendo le prospettive intersezionali solidali, concedendo privilegi selettivi e sfruttando dinamiche di razza, genere e classe all’interno delle stesse comunità queer. Infine, nel terzo capitolo si propongono delle strategie per l’applicazione dell’intersezionalità nell’era digitale, enfatizzando l’importanza di una reale rappresentazione nei media e della costruzione di spazi transnazionali. Si propone come conclusione, una mobilitazione sociale, politica e accademica che tenga in considerazione le diversità, evitando di incombere in un attivismo performativo o in una competizione dell’oppressione, e promuovendo al tempo stesso un senso di giustizia per sovvertire il sistema dominante.
Intersezionalità Queer. Creare alleanze per decostruire la struttura oppressiva capitalista, etero-patriarcale e razzista
BUSON, FRANCESCO
2024/2025
Abstract
Questa tesi esplora l’intersezionalità come concetto teorico e strumento pratico volto alla decostruzione della struttura capitalista, etero-patriarcale e razzista, enfatizzando l’importanza di creare alleanze tra gruppi marginalizzati. Partendo dalle origini del concetto di intersezionalità, concepito da Kimberlé Crenshaw come contributo teorico del Black Feminism americano degli anni Ottanta, si analizzano i suoi sviluppi critici e la sua applicabilità sia in ambito accademico che nei contesti sociali. In particolare, si esamina la multidimensionalità dell’intersezionalità, prendendo in considerazione i queer studies attraverso la presentazione di alcuni movimenti LGBTQ+ americani degli anni Settanta e i loro tentativi intersezionali, per evidenziare i successi e le difficoltà nella creazione di coalizioni sociali. Nel secondo capitolo, la tesi si focalizza, attraverso contributi di queer studies, nell’utilizzare un approccio intersezionale per individuare l’esistenza di una struttura dominante oppressiva per tutti i gruppi sociali marginalizzati. Nel corso dell’analisi, si evidenzia la strategia del capitalismo nell’assorbire e mercificare le identità queer, indebolendo le prospettive intersezionali solidali, concedendo privilegi selettivi e sfruttando dinamiche di razza, genere e classe all’interno delle stesse comunità queer. Infine, nel terzo capitolo si propongono delle strategie per l’applicazione dell’intersezionalità nell’era digitale, enfatizzando l’importanza di una reale rappresentazione nei media e della costruzione di spazi transnazionali. Si propone come conclusione, una mobilitazione sociale, politica e accademica che tenga in considerazione le diversità, evitando di incombere in un attivismo performativo o in una competizione dell’oppressione, e promuovendo al tempo stesso un senso di giustizia per sovvertire il sistema dominante.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/82215