Questo lavoro di tesi si concentra sull'integrazione dei modelli prodotti dall'industria manifatturiera nei software BIM-Based utilizzati dai progettisti di servizi, al fine di potersi coordinare su un modello preciso e aggiornato, e poter avere una gestione del ciclo di vita del prodotto integrata tra i vari professionisti. Più nello specifico si è cercato di dare una risposta alla richiesta della società Elettra Sincrotrone Trieste di poter avere accesso nei loro software alle geometrie della nuova macchina di luce di sincrotrone Elettra 2.0. Questo macchinario è estremamente complesso, composto da migliaia di componenti e viene elaborato dagli ingegneri in programmi di modellazione CAD avanzati, più nello specifico CATIA di Dassault Systèmes. È possibile esportare direttamente un file IFC tramite la piattaforma 3DExperience, una soluzione per il PLM offerta sempre da Dassault Systèmes. Tuttavia, il file esportato è incompleto, i tempi di esportazione sono elevati e il modello risulta troppo pesante anche per la sola visualizzazione in ambienti BIM. Inoltre, per eseguire l'esportazione in formato IFC è necessaria una licenza dedicata, che comporta un costo rilevante. Data una non possibile integrazione diretta di modelli così articolati, si è andati alla ricerca di nuovi flussi di lavoro che potessero garantire una manipolazione dei file nativi, con la necessità di un elevato “downgrading” senza perdere tutti quei dettagli necessari al gruppo infrastrutture per progettare in maniera ottimale gli impianti e garantire i servizi di cui il macchinario necessita. Per poter arrivare a questo obiettivo, si sono stabiliti tre flussi di lavoro principali, che vedono innanzitutto l’uso dei software messi a disposizione dall’azienda, come Inventor e Revit; il secondo si focalizza nell’impiego di software gratuiti come Blender e il formato proprietario FBX, esportato da Navisworks, mentre il terzo si concentra su una procedura completamente aperta. Con il primo processo si sono andati ad eliminare tutta una serie di componenti prima in CATIA, tramite la creazione di query specifiche, per poi passare in Inventor che offre la possibilità di eliminare tutti i componenti più piccoli di una certa dimensione e semplificare le geometrie. Inoltre, Inventor offre la possibilità di esportare famiglie Revit ottenendo un’ottima integrazione tra questi ambienti. Questo processo però, non consentiva la piena governabilità del modello e necessitava principalmente l’uso di software proprietari. Quindi nel secondo flusso di lavoro ci si è concentrati nell’uso di Blender-Bim che, tramite la funzione di scripting, consente l’uso di codici python per poter manipolare il modello. Questa procedura si è focalizzata nella realizzazione di un file Excel dove è possibile indicare ai codici se eliminare un componente, semplificarlo in un parallelepipedo oppure lasciarlo come progettato. Infine, si raggruppano gli oggetti a seconda della scomposizione che si vuole della macchina e si uniscono, allo scopo di ottenere un numero limitato di oggetti a cui assegnare la classe IFC più adatta. La seconda metodologia prevede l’utilizzo di software proprietari, in particolare Navisworks e il formato FBX, sviluppato da Autodesk. Nel tentativo di adottare un approccio interamente basato su formati aperti, è stata ipotizzata una terza metodologia, che sfrutta il software di conversione Mayo. Questo strumento consente di trasformare efficacemente un file STEP in un file glTF, un formato basato su JSON. Quest’ultimo è un linguaggio di serializzazione leggero e facilmente leggibile, ampiamente utilizzato per lo scambio di dati tra applicazioni eterogenee. Grazie a queste caratteristiche, il formato glTF permette una riscrittura rapida del file per successive manipolazioni. In questo modo, è possibile riallacciarsi ai processi previsti nella seconda metodologia, ma con un processo completamente aperto.
Processi di coordinamento informativo tra software manifatturieri ed edilizi per il progetto di interventi complessi: il caso del sincrotrone di Trieste
GREGO, LORENZO
2024/2025
Abstract
Questo lavoro di tesi si concentra sull'integrazione dei modelli prodotti dall'industria manifatturiera nei software BIM-Based utilizzati dai progettisti di servizi, al fine di potersi coordinare su un modello preciso e aggiornato, e poter avere una gestione del ciclo di vita del prodotto integrata tra i vari professionisti. Più nello specifico si è cercato di dare una risposta alla richiesta della società Elettra Sincrotrone Trieste di poter avere accesso nei loro software alle geometrie della nuova macchina di luce di sincrotrone Elettra 2.0. Questo macchinario è estremamente complesso, composto da migliaia di componenti e viene elaborato dagli ingegneri in programmi di modellazione CAD avanzati, più nello specifico CATIA di Dassault Systèmes. È possibile esportare direttamente un file IFC tramite la piattaforma 3DExperience, una soluzione per il PLM offerta sempre da Dassault Systèmes. Tuttavia, il file esportato è incompleto, i tempi di esportazione sono elevati e il modello risulta troppo pesante anche per la sola visualizzazione in ambienti BIM. Inoltre, per eseguire l'esportazione in formato IFC è necessaria una licenza dedicata, che comporta un costo rilevante. Data una non possibile integrazione diretta di modelli così articolati, si è andati alla ricerca di nuovi flussi di lavoro che potessero garantire una manipolazione dei file nativi, con la necessità di un elevato “downgrading” senza perdere tutti quei dettagli necessari al gruppo infrastrutture per progettare in maniera ottimale gli impianti e garantire i servizi di cui il macchinario necessita. Per poter arrivare a questo obiettivo, si sono stabiliti tre flussi di lavoro principali, che vedono innanzitutto l’uso dei software messi a disposizione dall’azienda, come Inventor e Revit; il secondo si focalizza nell’impiego di software gratuiti come Blender e il formato proprietario FBX, esportato da Navisworks, mentre il terzo si concentra su una procedura completamente aperta. Con il primo processo si sono andati ad eliminare tutta una serie di componenti prima in CATIA, tramite la creazione di query specifiche, per poi passare in Inventor che offre la possibilità di eliminare tutti i componenti più piccoli di una certa dimensione e semplificare le geometrie. Inoltre, Inventor offre la possibilità di esportare famiglie Revit ottenendo un’ottima integrazione tra questi ambienti. Questo processo però, non consentiva la piena governabilità del modello e necessitava principalmente l’uso di software proprietari. Quindi nel secondo flusso di lavoro ci si è concentrati nell’uso di Blender-Bim che, tramite la funzione di scripting, consente l’uso di codici python per poter manipolare il modello. Questa procedura si è focalizzata nella realizzazione di un file Excel dove è possibile indicare ai codici se eliminare un componente, semplificarlo in un parallelepipedo oppure lasciarlo come progettato. Infine, si raggruppano gli oggetti a seconda della scomposizione che si vuole della macchina e si uniscono, allo scopo di ottenere un numero limitato di oggetti a cui assegnare la classe IFC più adatta. La seconda metodologia prevede l’utilizzo di software proprietari, in particolare Navisworks e il formato FBX, sviluppato da Autodesk. Nel tentativo di adottare un approccio interamente basato su formati aperti, è stata ipotizzata una terza metodologia, che sfrutta il software di conversione Mayo. Questo strumento consente di trasformare efficacemente un file STEP in un file glTF, un formato basato su JSON. Quest’ultimo è un linguaggio di serializzazione leggero e facilmente leggibile, ampiamente utilizzato per lo scambio di dati tra applicazioni eterogenee. Grazie a queste caratteristiche, il formato glTF permette una riscrittura rapida del file per successive manipolazioni. In questo modo, è possibile riallacciarsi ai processi previsti nella seconda metodologia, ma con un processo completamente aperto.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/82280