La presente tesi esplora l’intersezione tra due ambiti sociali differenti: il costume e l’industria della moda da un lato e l’ambiente politico dall’altro, considerando la moda come strumento sociale di rappresentazione politica, espressione di identità collettive e personali, e mezzo di protesta sociale. Il lavoro analizza le dinamiche storiche e contemporanee che legano questi due ambiti, con particolare attenzione al ruolo crescente dei social media e degli influencer nel ridefinire il rapporto tra estetica, movimenti sociali e azione politica. La tesi si propone di approfondire se e in che modo la moda possa essere considerata un fenomeno sociale rilevante per il contesto politico. In particolare, come la moda possa contribuire alla rappresentazione dell’identità, al raggiungimento dei diritti e alla diffusione di messaggi politici e sociali. Questo studio considera il ruolo cruciale dei social media come piattaforma di comunicazione e analizza l’interazione tra attori tradizionali (come i politici) e nuovi protagonisti (come gli influencer). La tesi è strutturata in quattro capitoli principali, ciascuno dedicato a un aspetto specifico del legame tra moda e politica. Il primo capitolo affronta il legame storico tra moda e potere politico, evidenziando casi emblematici in cui l’abbigliamento ha contribuito a definire ideologie e narrative di cambiamento sociale, come per alcuni movimenti. Il secondo capitolo si focalizza sull’impatto dei social media, mostrando come questi abbiano democratizzato la comunicazione e favorito la diffusione di messaggi politici attraverso fenomeni come il performative activism e la commercializzazione delle cause sociali. Il terzo capitolo approfondisce il ruolo degli influencer come leader d’opinione e attori politici e sociali, capaci di mobilitare opinioni e azioni attraverso collaborazioni con ONG, partiti politici e attraverso campagne di sensibilizzazione. Tramite l’esplorazione di casi studio come Chiara Ferragni, Fedez, Alexandria Ocasio-Cortez, Greta Thunberg, viene analizzato come queste figure utilizzino estetica, storytelling, strategie di marketing e collaborazioni per veicolare messaggi politici e sociali. La tesi mette in luce le opportunità e le contraddizioni di questa nuova forma di comunicazione, evidenziando i rischi legati alla sovrapposizione tra autenticità e interesse commerciale. Il quarto, e ultimo capitolo, si concentra sulle pratiche con cui i brand di moda fanno attivismo politico in prima persona, attraverso campagne, creazione di messaggi e di prodotti per una determinata causa, come abiti creati con materiali sostenibili e riciclati. Attraverso esempi concreti, la tesi riflette su come la politica moderna sfrutti il potere simbolico della moda e delle piattaforme digitali per ridefinire i confini dell’attivismo e della comunicazione. Il lavoro in definitiva offre una riflessione critica sull’influenza reciproca tra moda, social media e politica, suggerendo che questa interazione sia tanto una forma di empowerment quanto un terreno di tensioni etiche e culturali. Teorie, dati e studi rilevanti La tesi adotta un approccio bibliografico, basandosi sulla letteratura esistente che presenta una vasta gamma di studi e teorie per supportare l’analisi. Tra le teorie chiave utilizzate vi sono la teoria della rappresentazione simbolica di Erving Goffman, applicata alla costruzione dell’immagine pubblica sia dei politici che degli influencer; le teorie della comunicazione digitale, per analizzare il ruolo dei social media nella diffusione di messaggi politici e culturali; e gli studi sul performative activism e sul marketing politico, per evidenziare i limiti e le potenzialità dell’attivismo mediato dalla moda.
Moda e politica: un intreccio di identità, strategie e attivismo
BARZON, CORA
2024/2025
Abstract
La presente tesi esplora l’intersezione tra due ambiti sociali differenti: il costume e l’industria della moda da un lato e l’ambiente politico dall’altro, considerando la moda come strumento sociale di rappresentazione politica, espressione di identità collettive e personali, e mezzo di protesta sociale. Il lavoro analizza le dinamiche storiche e contemporanee che legano questi due ambiti, con particolare attenzione al ruolo crescente dei social media e degli influencer nel ridefinire il rapporto tra estetica, movimenti sociali e azione politica. La tesi si propone di approfondire se e in che modo la moda possa essere considerata un fenomeno sociale rilevante per il contesto politico. In particolare, come la moda possa contribuire alla rappresentazione dell’identità, al raggiungimento dei diritti e alla diffusione di messaggi politici e sociali. Questo studio considera il ruolo cruciale dei social media come piattaforma di comunicazione e analizza l’interazione tra attori tradizionali (come i politici) e nuovi protagonisti (come gli influencer). La tesi è strutturata in quattro capitoli principali, ciascuno dedicato a un aspetto specifico del legame tra moda e politica. Il primo capitolo affronta il legame storico tra moda e potere politico, evidenziando casi emblematici in cui l’abbigliamento ha contribuito a definire ideologie e narrative di cambiamento sociale, come per alcuni movimenti. Il secondo capitolo si focalizza sull’impatto dei social media, mostrando come questi abbiano democratizzato la comunicazione e favorito la diffusione di messaggi politici attraverso fenomeni come il performative activism e la commercializzazione delle cause sociali. Il terzo capitolo approfondisce il ruolo degli influencer come leader d’opinione e attori politici e sociali, capaci di mobilitare opinioni e azioni attraverso collaborazioni con ONG, partiti politici e attraverso campagne di sensibilizzazione. Tramite l’esplorazione di casi studio come Chiara Ferragni, Fedez, Alexandria Ocasio-Cortez, Greta Thunberg, viene analizzato come queste figure utilizzino estetica, storytelling, strategie di marketing e collaborazioni per veicolare messaggi politici e sociali. La tesi mette in luce le opportunità e le contraddizioni di questa nuova forma di comunicazione, evidenziando i rischi legati alla sovrapposizione tra autenticità e interesse commerciale. Il quarto, e ultimo capitolo, si concentra sulle pratiche con cui i brand di moda fanno attivismo politico in prima persona, attraverso campagne, creazione di messaggi e di prodotti per una determinata causa, come abiti creati con materiali sostenibili e riciclati. Attraverso esempi concreti, la tesi riflette su come la politica moderna sfrutti il potere simbolico della moda e delle piattaforme digitali per ridefinire i confini dell’attivismo e della comunicazione. Il lavoro in definitiva offre una riflessione critica sull’influenza reciproca tra moda, social media e politica, suggerendo che questa interazione sia tanto una forma di empowerment quanto un terreno di tensioni etiche e culturali. Teorie, dati e studi rilevanti La tesi adotta un approccio bibliografico, basandosi sulla letteratura esistente che presenta una vasta gamma di studi e teorie per supportare l’analisi. Tra le teorie chiave utilizzate vi sono la teoria della rappresentazione simbolica di Erving Goffman, applicata alla costruzione dell’immagine pubblica sia dei politici che degli influencer; le teorie della comunicazione digitale, per analizzare il ruolo dei social media nella diffusione di messaggi politici e culturali; e gli studi sul performative activism e sul marketing politico, per evidenziare i limiti e le potenzialità dell’attivismo mediato dalla moda.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/83222