Il seguente lavoro esplora il fenomeno della partecipazione, in un contesto particolare quali le aree ortive del Polesine. Lo scopo è individuare la natura stessa della partecipazione, problematizzarla, capire come prende forma e quali elementi la caratterizzano all'interno dell'orto. Ciò significa distinguerla da altre forme di interazione e cogliere cosa costituisce nella pratica. La ricerca si basa su una metodologia qualitativa, unendo interviste semi-strutturate, analisi documentale e momenti di osservazione partecipata. Il modello teorico unisce la Territorializzazione di Claude Raffestin e l’Actor-Network-Theory di Bruno Latour. Raffestin afferma che il territorio è intendibile come la specifica relazione fra lo spazio e la società che lo abita, ed è il frutto del lavoro collettivo dei diversi sistemi in una determinata area. Una visione processuale e socialmente costruita, che si sposa con quella di Latour, che invece guarda ai processi sociali come assemblati socio-materiali che si compongono e ricompongono in funzione di uno scopo, come reti fra una moltitudine di attori che interagiscono tra loro, attraverso alleanze, conflitti, scambi. Dall’analisi emerge la natura instabile dei processi partecipativi, la mutevolezza nel corso del tempo nonché la l’aspetto situazionale. La partecipazione è una pratica relazionale situata, che per essere performata richiede un contesto dell’orto favorevole, delle risorse da parte degli ortisti ed una forte motivazione individuali e collettive da soddisfare.
Coltivare la Partecipazione: un Indagine delle Aree ortive del Polesine
MONTIBELLER, SAMUELE
2024/2025
Abstract
Il seguente lavoro esplora il fenomeno della partecipazione, in un contesto particolare quali le aree ortive del Polesine. Lo scopo è individuare la natura stessa della partecipazione, problematizzarla, capire come prende forma e quali elementi la caratterizzano all'interno dell'orto. Ciò significa distinguerla da altre forme di interazione e cogliere cosa costituisce nella pratica. La ricerca si basa su una metodologia qualitativa, unendo interviste semi-strutturate, analisi documentale e momenti di osservazione partecipata. Il modello teorico unisce la Territorializzazione di Claude Raffestin e l’Actor-Network-Theory di Bruno Latour. Raffestin afferma che il territorio è intendibile come la specifica relazione fra lo spazio e la società che lo abita, ed è il frutto del lavoro collettivo dei diversi sistemi in una determinata area. Una visione processuale e socialmente costruita, che si sposa con quella di Latour, che invece guarda ai processi sociali come assemblati socio-materiali che si compongono e ricompongono in funzione di uno scopo, come reti fra una moltitudine di attori che interagiscono tra loro, attraverso alleanze, conflitti, scambi. Dall’analisi emerge la natura instabile dei processi partecipativi, la mutevolezza nel corso del tempo nonché la l’aspetto situazionale. La partecipazione è una pratica relazionale situata, che per essere performata richiede un contesto dell’orto favorevole, delle risorse da parte degli ortisti ed una forte motivazione individuali e collettive da soddisfare.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/83250