This work was inspired by the opportunity to get more details about the Leopardian heritage, that is possible to see, from different points of view, in many of the most important italian prose writers of the XXth Century. In this period, italian authors didn’t develop a common program or a universal type of prose close to Leopardi’s, but they started to rediscover, in a orginal way, Leopardi’s themes, textual forms, subjects, different types of literary language and style that they learned by studying "Canti", "Operette morali" and "Zibaldone". In some cases, during the developments of their literary careers, many authors started to show, at the same time, different ways of being inspired by Leopardi. In other situations, cultural suggestions and the possibility to recognise themselves in the figure of Giacomo Leopardi didn’t lead to anything too interesting with their literary works, but those writers published some critical essays, based on Leopardi, considering their own experience of life. Considering the complexity of this cultural portrait, this work wanted to study all the literary works, figures and themes that are involved in Leopardian heritage, without forgetting the importance of those authors in literary history. In particular, this work wanted to show all the different levels of an intertextual canon, considering Leopardi’s different portraits too, and the analysis was structured to discover Leopardian trends that were tested by different authors in the XXth Century. The first chapter analyses Leopardian legacy in the cases of Luigi Pirandello, Massimo Bontempelli, Vincenzo Cardarelli, Cesare Pavese e and in situations in which Leoardian heritage appears less rooted. This chapter considers also the most important results for the myth of the falling moon that are similar to what happens in "Odi, Melisso" and the situations in which Giacomo Leopardi becomes a literary character. Based on Tommaso Landolfi, the second chapter shows the relationship between Landolfi’s ‘negative writing’ and some Leopardi’s work, some textual structures in Landolfi’s short stories that were inspired by "Operette morali" and cosmographies that show a Leopardian heritage. The third chapter analyses Leopardian relationships in Giorgio Manganelli’s critical and literary works, considering, in particular, the level of originality of Manganelli’s Leopardian heritage. The last chapter is about Leopardian heritage in Italo Calvino’s teoric and critical works, but also in Calvino’s literary works.

Questo studio nasce dal desiderio di approfondire, da diverse prospettive, l’eredità letteraria che Giacomo Leopardi ha lasciato ai più importanti prosatori italiani del Novecento. In mancanza di un programma comune e di una qualche codificazione di una prosa di impostazione leopardiana, gli scrittori del XX secolo si differenziano notevolmente nelle maniere originali con cui reinterpretano, all’interno delle loro opere, i temi, le forme testuali, i motivi, i registri linguistici e le soluzioni stilistiche che caratterizzano i "Canti", le "Operette morali" e lo "Zibaldone". In alcuni casi, nello sviluppo delle loro carriere letterarie, gli autori manifestano, al contempo, più gradi di leopardismo (termine da utilizzare con massima cautela), mentre, in altre situazioni, le suggestioni culturali ed il rispecchiamento nella figura di Leopardi non si concretizzano all’interno delle varie opere, in maniera particolarmente significativa, puntando piuttosto ad interventi di natura critica sensibili anche ad una dimensione privata. A fronte di un quadro culturale tanto variegato, attraverso lo studio critico delle singole opere, delle figure e dei temi che vi sono presenti, come anche dell’importanza storico-culturale degli scrittori, questa ricerca adotta una metodologia sensibile ai vari livelli di intertestualità e di comparazione rispetto ai diversi ritratti di Leopardi, nell’intenzione di restituire un’analisi puntuale e attenta alle tendenze letterarie di impostazione leopardiana che riuniscono le diverse personalità letterarie dello secolo scorso. All’interno del primo capitolo, si propone una trattazione dei diversi livelli di leopardismo di Luigi Pirandello, di Massimo Bontempelli, di Vincenzo Cardarelli, di Cesare Pavese e di alcuni recuperi leopardiani meno rielaborati, prestando attenzione anche agli esiti più significativi del mito della caduta lunare, in relazione allo scenario di "Odi, Melisso", come anche a quelli relativi alla riproposizione della figura di Leopardi nei panni di un vero e proprio personaggio letterario. Il secondo capitolo, interamente dedicato alla figura di Tommaso Landolfi, approfondisce il rapporto tra la scrittura ‘in negativo’ dell’autore rispetto ad alcune opere leopardiane, la struttura formale di alcune opere narrative rispetto alla lezione delle "Operette" e le costruzioni cosmografiche vicine a quelle di Leopardi. Il terzo capitolo, invece, offre uno studio in chiave leopardiana della personalità critica ed autoriale di Giorgio Manganelli, come anche delle opere in cui la lezione di Leopardi emerge in maniera originale, mentre, il quarto e ultimo capitolo affronta il rapporto tra il poeta di Recanati ed Italo Calvino sui piani teorico, critico e, ancora una volta, narrativo.

Leopardismi novecenteschi. Autori, figure e temi di un canone intertestuale

FASOLO, ANDREA
2024/2025

Abstract

This work was inspired by the opportunity to get more details about the Leopardian heritage, that is possible to see, from different points of view, in many of the most important italian prose writers of the XXth Century. In this period, italian authors didn’t develop a common program or a universal type of prose close to Leopardi’s, but they started to rediscover, in a orginal way, Leopardi’s themes, textual forms, subjects, different types of literary language and style that they learned by studying "Canti", "Operette morali" and "Zibaldone". In some cases, during the developments of their literary careers, many authors started to show, at the same time, different ways of being inspired by Leopardi. In other situations, cultural suggestions and the possibility to recognise themselves in the figure of Giacomo Leopardi didn’t lead to anything too interesting with their literary works, but those writers published some critical essays, based on Leopardi, considering their own experience of life. Considering the complexity of this cultural portrait, this work wanted to study all the literary works, figures and themes that are involved in Leopardian heritage, without forgetting the importance of those authors in literary history. In particular, this work wanted to show all the different levels of an intertextual canon, considering Leopardi’s different portraits too, and the analysis was structured to discover Leopardian trends that were tested by different authors in the XXth Century. The first chapter analyses Leopardian legacy in the cases of Luigi Pirandello, Massimo Bontempelli, Vincenzo Cardarelli, Cesare Pavese e and in situations in which Leoardian heritage appears less rooted. This chapter considers also the most important results for the myth of the falling moon that are similar to what happens in "Odi, Melisso" and the situations in which Giacomo Leopardi becomes a literary character. Based on Tommaso Landolfi, the second chapter shows the relationship between Landolfi’s ‘negative writing’ and some Leopardi’s work, some textual structures in Landolfi’s short stories that were inspired by "Operette morali" and cosmographies that show a Leopardian heritage. The third chapter analyses Leopardian relationships in Giorgio Manganelli’s critical and literary works, considering, in particular, the level of originality of Manganelli’s Leopardian heritage. The last chapter is about Leopardian heritage in Italo Calvino’s teoric and critical works, but also in Calvino’s literary works.
2024
Giacomo Leopardi's Legacy in the XXth Century: Authors, Figures and Themes for an Intertextual Canon
Questo studio nasce dal desiderio di approfondire, da diverse prospettive, l’eredità letteraria che Giacomo Leopardi ha lasciato ai più importanti prosatori italiani del Novecento. In mancanza di un programma comune e di una qualche codificazione di una prosa di impostazione leopardiana, gli scrittori del XX secolo si differenziano notevolmente nelle maniere originali con cui reinterpretano, all’interno delle loro opere, i temi, le forme testuali, i motivi, i registri linguistici e le soluzioni stilistiche che caratterizzano i "Canti", le "Operette morali" e lo "Zibaldone". In alcuni casi, nello sviluppo delle loro carriere letterarie, gli autori manifestano, al contempo, più gradi di leopardismo (termine da utilizzare con massima cautela), mentre, in altre situazioni, le suggestioni culturali ed il rispecchiamento nella figura di Leopardi non si concretizzano all’interno delle varie opere, in maniera particolarmente significativa, puntando piuttosto ad interventi di natura critica sensibili anche ad una dimensione privata. A fronte di un quadro culturale tanto variegato, attraverso lo studio critico delle singole opere, delle figure e dei temi che vi sono presenti, come anche dell’importanza storico-culturale degli scrittori, questa ricerca adotta una metodologia sensibile ai vari livelli di intertestualità e di comparazione rispetto ai diversi ritratti di Leopardi, nell’intenzione di restituire un’analisi puntuale e attenta alle tendenze letterarie di impostazione leopardiana che riuniscono le diverse personalità letterarie dello secolo scorso. All’interno del primo capitolo, si propone una trattazione dei diversi livelli di leopardismo di Luigi Pirandello, di Massimo Bontempelli, di Vincenzo Cardarelli, di Cesare Pavese e di alcuni recuperi leopardiani meno rielaborati, prestando attenzione anche agli esiti più significativi del mito della caduta lunare, in relazione allo scenario di "Odi, Melisso", come anche a quelli relativi alla riproposizione della figura di Leopardi nei panni di un vero e proprio personaggio letterario. Il secondo capitolo, interamente dedicato alla figura di Tommaso Landolfi, approfondisce il rapporto tra la scrittura ‘in negativo’ dell’autore rispetto ad alcune opere leopardiane, la struttura formale di alcune opere narrative rispetto alla lezione delle "Operette" e le costruzioni cosmografiche vicine a quelle di Leopardi. Il terzo capitolo, invece, offre uno studio in chiave leopardiana della personalità critica ed autoriale di Giorgio Manganelli, come anche delle opere in cui la lezione di Leopardi emerge in maniera originale, mentre, il quarto e ultimo capitolo affronta il rapporto tra il poeta di Recanati ed Italo Calvino sui piani teorico, critico e, ancora una volta, narrativo.
Leopardismi
Novecento
Landolfi
Manganelli
Calvino
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/83420