Nel corso dei secoli, la pubblicità ha subito un’evoluzione significativa, adattandosi ai mutamenti sociali, tecnologici e mediatici. Se inizialmente limitata ai mezzi tradizionali, come manifesti e giornali, la sua diffusione è esplosa con l’avvento della televisione e, successivamente, con le tecnologie digitali. Le sue potenzialità persuasive sono aumentate esponenzialmente, portando a un crescente interesse da parte delle aziende nel raggiungere un pubblico giovane, particolarmente suscettibile e vulnerabile. I bambini, infatti, rappresentano un target privilegiato, non solo per la loro capacità di consumo, ma anche per la loro vulnerabilità cognitiva. L'influenza che i messaggi commerciali hanno sui più giovani riguarda diversi ambiti, tra cui lo sviluppo delle loro capacità cognitive e comportamentali. I più piccoli interpretano i contenuti promozionali in modo differente rispetto agli adulti, spesso non riuscendo a distinguere tra intrattenimento e messaggi persuasivi. Con l’età, la loro capacità di critica e discernimento cresce, ma già nelle fasi iniziali della crescita, la pressione dei contenuti pubblicitari può incidere notevolmente sui loro comportamenti e preferenze, in particolare nel settore alimentare, che è uno degli ambiti di maggiore interesse per le aziende. Le tecniche di comunicazione impiegate per attrarre e fidelizzare i giovani consumatori sono sempre più sofisticate. Strumenti come il trans-toying, che integra il gioco con il prodotto, l'advergaming, che mescola pubblicità e intrattenimento digitale, e il school marketing, che porta i messaggi commerciali nelle scuole, sono diventati particolarmente efficaci. Inoltre, la crescente diffusione del marketing online ha consentito alle aziende di raggiungere i bambini in spazi digitali dove la persuasione è ancora più mirata e personalizzata. Le strategie narrative, che utilizzano immagini, suoni, personaggi iconici e mondi immaginari, sono progettate per coinvolgere emotivamente il giovane pubblico, rendendo difficile per i bambini separare il contenuto promozionale dal semplice gioco o intrattenimento. Un aspetto rilevante di questa dinamica è l'impatto che queste pratiche hanno sul comportamento alimentare dei minori. La promozione di snack, dolci e bevande zuccherate attraverso immagini attraenti e messaggi emozionali ha un forte effetto sulle scelte alimentari, portando a una preferenza per prodotti meno salutari. La pubblicità, infatti, non solo modella le preferenze dei bambini, ma incide anche sul loro comportamento d’acquisto, creando un legame tra i desideri dei più giovani e le scelte di consumo. Sebbene i genitori cerchino di limitare l'influenza di questi messaggi, l'intensità e la persuasività dei contenuti pubblicitari spesso minano i loro sforzi, contribuendo a modificare i comportamenti alimentari all'interno della famiglia. A livello etico e legale la pubblicità rivolta ai bambini solleva numerosi interrogativi. Le normative esistenti, sebbene mirino a proteggere i bambini dalle influenze nocive, risultano spesso inadeguate e insufficienti di fronte alle nuove forme di marketing, che si evolvono costantemente grazie alla tecnologia. Le critiche si concentrano sul rischio di manipolazione psicologica dei più giovani, sull'incitamento al consumismo e sulla distorsione della realtà. Tuttavia, esistono anche difese a favore dell'industria pubblicitaria, che sottolineano il diritto delle aziende di rivolgersi al pubblico giovane per promuovere i propri prodotti, pur riconoscendo la necessità di misure di protezione efficaci.
Futuro in vendita: come la pubblicità influenza i bambini
AGUGIARO, BEATRICE
2024/2025
Abstract
Nel corso dei secoli, la pubblicità ha subito un’evoluzione significativa, adattandosi ai mutamenti sociali, tecnologici e mediatici. Se inizialmente limitata ai mezzi tradizionali, come manifesti e giornali, la sua diffusione è esplosa con l’avvento della televisione e, successivamente, con le tecnologie digitali. Le sue potenzialità persuasive sono aumentate esponenzialmente, portando a un crescente interesse da parte delle aziende nel raggiungere un pubblico giovane, particolarmente suscettibile e vulnerabile. I bambini, infatti, rappresentano un target privilegiato, non solo per la loro capacità di consumo, ma anche per la loro vulnerabilità cognitiva. L'influenza che i messaggi commerciali hanno sui più giovani riguarda diversi ambiti, tra cui lo sviluppo delle loro capacità cognitive e comportamentali. I più piccoli interpretano i contenuti promozionali in modo differente rispetto agli adulti, spesso non riuscendo a distinguere tra intrattenimento e messaggi persuasivi. Con l’età, la loro capacità di critica e discernimento cresce, ma già nelle fasi iniziali della crescita, la pressione dei contenuti pubblicitari può incidere notevolmente sui loro comportamenti e preferenze, in particolare nel settore alimentare, che è uno degli ambiti di maggiore interesse per le aziende. Le tecniche di comunicazione impiegate per attrarre e fidelizzare i giovani consumatori sono sempre più sofisticate. Strumenti come il trans-toying, che integra il gioco con il prodotto, l'advergaming, che mescola pubblicità e intrattenimento digitale, e il school marketing, che porta i messaggi commerciali nelle scuole, sono diventati particolarmente efficaci. Inoltre, la crescente diffusione del marketing online ha consentito alle aziende di raggiungere i bambini in spazi digitali dove la persuasione è ancora più mirata e personalizzata. Le strategie narrative, che utilizzano immagini, suoni, personaggi iconici e mondi immaginari, sono progettate per coinvolgere emotivamente il giovane pubblico, rendendo difficile per i bambini separare il contenuto promozionale dal semplice gioco o intrattenimento. Un aspetto rilevante di questa dinamica è l'impatto che queste pratiche hanno sul comportamento alimentare dei minori. La promozione di snack, dolci e bevande zuccherate attraverso immagini attraenti e messaggi emozionali ha un forte effetto sulle scelte alimentari, portando a una preferenza per prodotti meno salutari. La pubblicità, infatti, non solo modella le preferenze dei bambini, ma incide anche sul loro comportamento d’acquisto, creando un legame tra i desideri dei più giovani e le scelte di consumo. Sebbene i genitori cerchino di limitare l'influenza di questi messaggi, l'intensità e la persuasività dei contenuti pubblicitari spesso minano i loro sforzi, contribuendo a modificare i comportamenti alimentari all'interno della famiglia. A livello etico e legale la pubblicità rivolta ai bambini solleva numerosi interrogativi. Le normative esistenti, sebbene mirino a proteggere i bambini dalle influenze nocive, risultano spesso inadeguate e insufficienti di fronte alle nuove forme di marketing, che si evolvono costantemente grazie alla tecnologia. Le critiche si concentrano sul rischio di manipolazione psicologica dei più giovani, sull'incitamento al consumismo e sulla distorsione della realtà. Tuttavia, esistono anche difese a favore dell'industria pubblicitaria, che sottolineano il diritto delle aziende di rivolgersi al pubblico giovane per promuovere i propri prodotti, pur riconoscendo la necessità di misure di protezione efficaci.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/83553