Questa ricerca si propone di indagare l’intersezione tra Philosophy for Children (P4C), apprendimento rizomatico e cartografia, tre elementi che, se letti in un quadro unitario, offrono una o più prospettive innovative sulle pratiche educative e sui processi di costruzione della conoscenza. La P4C, sviluppata da Matthew Lipman, è un movimento educativo che pone in rilievo il dialogo filosofico e l’attività della comunità di ricerca, con l’obiettivo di promuovere il domandare, la riflessione, il pensiero critico, creativo e la collaborazione nei bambini (e non solo). Tale approccio non si limita a trasmettere contenuti e informazioni, ma mira a costruire un ambiente di apprendimento in cui il sapere si genera e può continuare a generarsi attraverso l’interazione, il confronto e la relazione, incoraggiando in tal modo una modalità di pensiero aperta, problematizzante e riflessiva. Tale impostazione trova una forte risonanza con il concetto di apprendimento rizomatico, teorizzato da Gilles Deleuze e Félix Guattari, che propone un modello di conoscenza in continuo divenire, non gerarchico, non lineare e interconnesso. A differenza della struttura dell’albero, che rappresenta un sapere organizzato secondo principi di centralità e subordinazione, il rizoma si sviluppa in molteplici direzioni, senza un punto d’origine fisso e senza un percorso univoco da seguire. Applicato all’educazione, questo paradigma suggerisce un modello in cui il sapere emerge mediante connessioni imprevedibili e molteplici, le quali sono il frutto delle esperienze, dell’incontro/scontro tra gli elementi e delle traiettorie di apprendimento individuali e collettive. In questo contesto, la cartografia non viene intesa come una semplice tecnica di misurazione e rappresentazione dello spazio, ma come una metafora epistemologica per delineare il processo di costruzione della conoscenza. Il pensiero, come suggeriscono Deleuze e Guattari, non si sviluppa attraverso il ricalco di modelli preesistenti (riproduzione di copie infinite che avviene per imitazione), ma attraverso la cartografia, ovvero la creazione di mappe che esplorano il reale attraverso le connessioni, i movimenti e le trasformazioni tra elementi eterogenei. L’atto di mappare il sapere diventa, quindi, una pratica esplorativa e creativa di percorsi aperti e in continua ridefinizione, piuttosto che un’attività di semplice trasmissione e riproduzione di informazioni già consolidate. Attraverso un’analisi teorica della letteratura, questa ricerca intende mostrare come la P4C, l’apprendimento rizomatico e la cartografia possano favorire una didattica innovativa e un’alternativa (o più alternative) ai modelli educativi tradizionali, spesso caratterizzati da logiche trasmissive rigide e fisse e da strutture gerarchiche di apprendimento. Il tentativo è quello di provare a comprendere che un’educazione non univoca e prescrittiva, che considera il sapere come un’entità statica da acquisire, non è in grado di rispondere alle sfide del contesto storico attuale, caratterizzato da una crescente pluralità e una profonda interconnessione. Perciò vi è necessità di ripensare l’educazione, intendendola come una pratica dialogica, esplorativa e trasformativa, in grado di adattarsi alla complessità del pensiero e alla molteplicità delle traiettorie conoscitive.

Philosophy for Children e Apprendimento Rizomatico: Esplorazioni Cartografiche del Pensiero

GHIRARDI, ILARIA
2024/2025

Abstract

Questa ricerca si propone di indagare l’intersezione tra Philosophy for Children (P4C), apprendimento rizomatico e cartografia, tre elementi che, se letti in un quadro unitario, offrono una o più prospettive innovative sulle pratiche educative e sui processi di costruzione della conoscenza. La P4C, sviluppata da Matthew Lipman, è un movimento educativo che pone in rilievo il dialogo filosofico e l’attività della comunità di ricerca, con l’obiettivo di promuovere il domandare, la riflessione, il pensiero critico, creativo e la collaborazione nei bambini (e non solo). Tale approccio non si limita a trasmettere contenuti e informazioni, ma mira a costruire un ambiente di apprendimento in cui il sapere si genera e può continuare a generarsi attraverso l’interazione, il confronto e la relazione, incoraggiando in tal modo una modalità di pensiero aperta, problematizzante e riflessiva. Tale impostazione trova una forte risonanza con il concetto di apprendimento rizomatico, teorizzato da Gilles Deleuze e Félix Guattari, che propone un modello di conoscenza in continuo divenire, non gerarchico, non lineare e interconnesso. A differenza della struttura dell’albero, che rappresenta un sapere organizzato secondo principi di centralità e subordinazione, il rizoma si sviluppa in molteplici direzioni, senza un punto d’origine fisso e senza un percorso univoco da seguire. Applicato all’educazione, questo paradigma suggerisce un modello in cui il sapere emerge mediante connessioni imprevedibili e molteplici, le quali sono il frutto delle esperienze, dell’incontro/scontro tra gli elementi e delle traiettorie di apprendimento individuali e collettive. In questo contesto, la cartografia non viene intesa come una semplice tecnica di misurazione e rappresentazione dello spazio, ma come una metafora epistemologica per delineare il processo di costruzione della conoscenza. Il pensiero, come suggeriscono Deleuze e Guattari, non si sviluppa attraverso il ricalco di modelli preesistenti (riproduzione di copie infinite che avviene per imitazione), ma attraverso la cartografia, ovvero la creazione di mappe che esplorano il reale attraverso le connessioni, i movimenti e le trasformazioni tra elementi eterogenei. L’atto di mappare il sapere diventa, quindi, una pratica esplorativa e creativa di percorsi aperti e in continua ridefinizione, piuttosto che un’attività di semplice trasmissione e riproduzione di informazioni già consolidate. Attraverso un’analisi teorica della letteratura, questa ricerca intende mostrare come la P4C, l’apprendimento rizomatico e la cartografia possano favorire una didattica innovativa e un’alternativa (o più alternative) ai modelli educativi tradizionali, spesso caratterizzati da logiche trasmissive rigide e fisse e da strutture gerarchiche di apprendimento. Il tentativo è quello di provare a comprendere che un’educazione non univoca e prescrittiva, che considera il sapere come un’entità statica da acquisire, non è in grado di rispondere alle sfide del contesto storico attuale, caratterizzato da una crescente pluralità e una profonda interconnessione. Perciò vi è necessità di ripensare l’educazione, intendendola come una pratica dialogica, esplorativa e trasformativa, in grado di adattarsi alla complessità del pensiero e alla molteplicità delle traiettorie conoscitive.
2024
Philosophy for Children and Rhizomatic Learning: Cartographic Explorations of Thought
P4C
RIZOMA
CARTOGRAFIA
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/83659