Le Costituzioni introdotte successivamente alla Seconda Guerra Mondiale hanno conferito ai cittadini una serie di diritti che hanno modificato in maniera significativa l’idea di rappresentanza parlamentare. L’attribuzione al popolo della sovranità ha consentito ai cittadini di diventare protagonisti della legittimazione del potere politico; allo stesso tempo, i partiti politici sono stati riconosciuti quali strumenti attraverso i quali i cittadini indirizzano la politica nazionale. L’introduzione di questo nuovo modello di rappresentanza ha portato ad una serie di riflessioni sulle relazioni tra rappresentato e rappresentante e sul riconoscimento della responsabilità (politica) degli eletti. Per quanto riguarda la realtà italiana, l’art. 67 della Costituzione prevede che ogni membro del Parlamento eserciti le sue funzioni senza vincolo di mandato, sia da parte degli elettori sia dei partiti, a tutela del parlamentare nella sua veste di rappresentante della Nazione. Tuttavia, in tempi recenti si è assistito al diffondersi del fenomeno della mobilità parlamentare (c.d. “transfughismo”), ossia il passaggio del parlamentare ad uno schieramento diverso da quello nel quale è stato eletto, anche senza che ci fossero effettive pressioni sull’eletto da parte del proprio partito a gruppo parlamentare. Scopo di questo elaborato è confrontare le esperienze di Spagna, Stati Uniti d’America e Italia in tema di rappresentanza e mandato parlamentare, con l’obiettivo di individuare possibili strumenti normativi che permettano di contenere il fenomeno della mobilità parlamentare nel nostro Paese, verificando la possibilità di valorizzare, nel contesto italiano, procedure o meccanismi presenti nei citati ordinamenti stranieri.
Rappresentanza parlamentare, responsabilità politica e libero mandato: un confronto tra le esperienze di Spagna, Stati Uniti d’America e Italia.
BASSI, ROBERTO
2024/2025
Abstract
Le Costituzioni introdotte successivamente alla Seconda Guerra Mondiale hanno conferito ai cittadini una serie di diritti che hanno modificato in maniera significativa l’idea di rappresentanza parlamentare. L’attribuzione al popolo della sovranità ha consentito ai cittadini di diventare protagonisti della legittimazione del potere politico; allo stesso tempo, i partiti politici sono stati riconosciuti quali strumenti attraverso i quali i cittadini indirizzano la politica nazionale. L’introduzione di questo nuovo modello di rappresentanza ha portato ad una serie di riflessioni sulle relazioni tra rappresentato e rappresentante e sul riconoscimento della responsabilità (politica) degli eletti. Per quanto riguarda la realtà italiana, l’art. 67 della Costituzione prevede che ogni membro del Parlamento eserciti le sue funzioni senza vincolo di mandato, sia da parte degli elettori sia dei partiti, a tutela del parlamentare nella sua veste di rappresentante della Nazione. Tuttavia, in tempi recenti si è assistito al diffondersi del fenomeno della mobilità parlamentare (c.d. “transfughismo”), ossia il passaggio del parlamentare ad uno schieramento diverso da quello nel quale è stato eletto, anche senza che ci fossero effettive pressioni sull’eletto da parte del proprio partito a gruppo parlamentare. Scopo di questo elaborato è confrontare le esperienze di Spagna, Stati Uniti d’America e Italia in tema di rappresentanza e mandato parlamentare, con l’obiettivo di individuare possibili strumenti normativi che permettano di contenere il fenomeno della mobilità parlamentare nel nostro Paese, verificando la possibilità di valorizzare, nel contesto italiano, procedure o meccanismi presenti nei citati ordinamenti stranieri.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/83750