La tesi mira a condurre uno studio sull’evoluzione giuridica dell’istituto del Whistleblowing, introdotto nell’ordinamento interno quale paradigma di trasparenza e prevenzione della corruzione sul posto di lavoro, finalità considerate centrali sia nell’ambito della Pubblica Amministrazione, sia nell’ambito dei rapporti di lavoro privatistici, e maggiormente consolidate grazie al rafforzamento delle protezioni accordate ai lavoratori segnalanti (cd. whistleblowers) in seguito ad interventi legislativi dapprima solo comunitari ed internazionali, ed in seguito anche interni. Dopo una serie di azioni legislative in materia attuate sul piano dell’ordinamento domestico, la svolta decisiva è rappresentata dall’adozione del d. lgs. n. 24 del 10 marzo 2023, che ben ha interpretato l’esigenza espressa dall’Unione europea nella Direttiva (UE) 2019/1937, recepita dal decreto, di rendere il Whistleblowing uno strumento versatile, dotato di grande forza espansiva e legato a finalità più ampie rispetto a quelle meramente preventive. In questo senso, punto centrale dello scritto è analizzare in che cosa consiste l’ampliamento delle tutele accordate dal decreto al lavoratore segnalante, a partire dalla garanzia di riservatezza e privacy nel procedimento di segnalazione, alla presunzione di ritorsività e inversione dell’onere della prova, alla limitazione della responsabilità del whistleblower, con particolare riferimento a quali siano limiti all’estensione delle protezioni al lavoratore segnalante e fino a che punto possano le stesse considerarsi una “tutela generalizzata” dinnanzi al potere disciplinare del datore di lavoro.
Whistleblowing: le nuove tutele per il lavoratore segnalante alla luce del D.lgs. n. 24/2023
TRIPALDI, ANNACHIARA
2024/2025
Abstract
La tesi mira a condurre uno studio sull’evoluzione giuridica dell’istituto del Whistleblowing, introdotto nell’ordinamento interno quale paradigma di trasparenza e prevenzione della corruzione sul posto di lavoro, finalità considerate centrali sia nell’ambito della Pubblica Amministrazione, sia nell’ambito dei rapporti di lavoro privatistici, e maggiormente consolidate grazie al rafforzamento delle protezioni accordate ai lavoratori segnalanti (cd. whistleblowers) in seguito ad interventi legislativi dapprima solo comunitari ed internazionali, ed in seguito anche interni. Dopo una serie di azioni legislative in materia attuate sul piano dell’ordinamento domestico, la svolta decisiva è rappresentata dall’adozione del d. lgs. n. 24 del 10 marzo 2023, che ben ha interpretato l’esigenza espressa dall’Unione europea nella Direttiva (UE) 2019/1937, recepita dal decreto, di rendere il Whistleblowing uno strumento versatile, dotato di grande forza espansiva e legato a finalità più ampie rispetto a quelle meramente preventive. In questo senso, punto centrale dello scritto è analizzare in che cosa consiste l’ampliamento delle tutele accordate dal decreto al lavoratore segnalante, a partire dalla garanzia di riservatezza e privacy nel procedimento di segnalazione, alla presunzione di ritorsività e inversione dell’onere della prova, alla limitazione della responsabilità del whistleblower, con particolare riferimento a quali siano limiti all’estensione delle protezioni al lavoratore segnalante e fino a che punto possano le stesse considerarsi una “tutela generalizzata” dinnanzi al potere disciplinare del datore di lavoro.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Tripaldi_Annachiara_tesi.pdf
accesso aperto
Dimensione
1.78 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.78 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
The text of this website © Università degli studi di Padova. Full Text are published under a non-exclusive license. Metadata are under a CC0 License
https://hdl.handle.net/20.500.12608/84836