La tesi affronta il tema dei rimedi privatistici contro le pratiche commerciali scorrette, analizzandone l’evoluzione normativa e applicativa in ambito europeo e italiano. Dalla direttiva 2005/29/CE, che pone le basi della tutela contro le pratiche commerciali sleali, privilegiando e promuovendo il public enforcement, si giunge alla direttiva 2019/2161/UE, che, con l’introduzione dell’art. 11-bis, si propone di rafforzare il private enforcement. In ambito italiano, l’analisi prende avvio dalla situazione pre-riforma Omnibus, caratterizzata dalla mancata previsione di rimedi specifici nel codice del consumo contro le pratiche commerciali scorrette e dalla necessità di ricorrere a strumenti generali di tutela: nullità, annullabilità del contratto per dolo, errore o violenza, configurazione di una responsabilità contrattuale o extracontrattuale in capo al professionista. In sede di recepimento della direttiva Omnibus, il legislatore italiano introduce il comma 15-bis nell’art. 27 del codice del consumo, prevedendo rimedi ad hoc contro le pratiche commerciali scorrette – tra cui risarcimento del danno, risoluzione del contratto e riduzione del prezzo – ma dando altresì origine a nuove problematiche di natura sistematica e interpretativa. Infine, l’analisi si estende alle soluzioni adottate da altri Stati membri dell'UE, distinguendo tra gli ordinamenti che hanno recepito pienamente i principi dell’art. 11-bis e quelli che se ne sono discostati, introducendo rimedi alternativi o aggiuntivi.
LA TUTELA PRIVATISTICA DEL CONSUMATORE CONTRO LE PRATICHE COMMERCIALI SCORRETTE Analisi evolutiva della normativa europea e italiana
VULTUR, NATALIA
2024/2025
Abstract
La tesi affronta il tema dei rimedi privatistici contro le pratiche commerciali scorrette, analizzandone l’evoluzione normativa e applicativa in ambito europeo e italiano. Dalla direttiva 2005/29/CE, che pone le basi della tutela contro le pratiche commerciali sleali, privilegiando e promuovendo il public enforcement, si giunge alla direttiva 2019/2161/UE, che, con l’introduzione dell’art. 11-bis, si propone di rafforzare il private enforcement. In ambito italiano, l’analisi prende avvio dalla situazione pre-riforma Omnibus, caratterizzata dalla mancata previsione di rimedi specifici nel codice del consumo contro le pratiche commerciali scorrette e dalla necessità di ricorrere a strumenti generali di tutela: nullità, annullabilità del contratto per dolo, errore o violenza, configurazione di una responsabilità contrattuale o extracontrattuale in capo al professionista. In sede di recepimento della direttiva Omnibus, il legislatore italiano introduce il comma 15-bis nell’art. 27 del codice del consumo, prevedendo rimedi ad hoc contro le pratiche commerciali scorrette – tra cui risarcimento del danno, risoluzione del contratto e riduzione del prezzo – ma dando altresì origine a nuove problematiche di natura sistematica e interpretativa. Infine, l’analisi si estende alle soluzioni adottate da altri Stati membri dell'UE, distinguendo tra gli ordinamenti che hanno recepito pienamente i principi dell’art. 11-bis e quelli che se ne sono discostati, introducendo rimedi alternativi o aggiuntivi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/84837