Questo lavoro di tesi esplora il concetto di inconscio come elemento cardine nel dialogo tra le teorie psicodinamiche e cognitiviste. Attraverso una revisione critica della letteratura, vengono analizzate le principali declinazioni del costrutto, partendo dalla psicoanalisi classica fino alle prospettive cognitiviste contemporanee. L’obiettivo è identificare punti di convergenza teorica e metodologica, nonostante le distinzioni epistemologiche. Nel divenire una scienza empirica, la psicologia decise di allontanarsi dall’introspezionismo -e, dunque, dallo studio dell’inconscio, che riteneva inconoscibile in modo oggettivo- e si concentrò su aspetti della coscienza indagabili tramite una rigorosa applicazione del metodo scientifico, con un’osservazione del comportamento applicabile e quantificabile (Kihlstrom, 1999). Tuttavia, con la rivoluzione cognitiva, unanimemente identificata dalla comunità scientifica nel 1956 (Gardner, 2008), si riaccese l’interesse per l’inconscio, portando ai primi studi cognitivi su di esso (Kihlstrom, 1999). La tesi mostra come il concetto di inconscio costituisca un ponte tra approcci teorici divergenti, confermandone la centralità nello studio della mente umana e dei processi decisionali complessi. Nonostante Kihlstrom (1999) asserisca che la ricerca sull’inconscio “non fornirebbe supporto alla concezione freudiana della vita mentale inconscia" (p. 447) -poiché i concetti testati deriverebbero da teorie indipendenti- tuttavia, l’eco dei contenuti originari è visibile nelle teorie cognitiviste sull’inconscio e, più in generale, sul funzionamento della mente. Freud fornisce i fondamenti concettuali dell’inconscio, descritto nei modelli della psiche, nei meccanismi di difesa e nel sogno come via d’accesso privilegiata ad esso. Successivamente, le teorie psicodinamiche di Jung, Klein, Lacan e dei Sandler arricchiscono la comprensione del fenomeno e le sue declinazioni, attraverso concetti come l’inconscio collettivo, le relazioni oggettuali, il linguaggio e l'inconscio passato e presente. Parallelamente, le teorie cognitiviste ridefiniscono l’inconscio in termini di processi automatici e adattivi, con contributi significativi di Bartlett, Kihlstrom e Wilson. Infine, un focus particolare viene dedicato al ruolo dell’inconscio cognitivo nei processi decisionali, evidenziando il contributo del Modello dei due sistemi di Kahneman e della Nudge Theory di Thaler e Sunstein.
L'inconscio tra teorie psicodinamiche e cognitiviste
ADAMI, ANGELA
2024/2025
Abstract
Questo lavoro di tesi esplora il concetto di inconscio come elemento cardine nel dialogo tra le teorie psicodinamiche e cognitiviste. Attraverso una revisione critica della letteratura, vengono analizzate le principali declinazioni del costrutto, partendo dalla psicoanalisi classica fino alle prospettive cognitiviste contemporanee. L’obiettivo è identificare punti di convergenza teorica e metodologica, nonostante le distinzioni epistemologiche. Nel divenire una scienza empirica, la psicologia decise di allontanarsi dall’introspezionismo -e, dunque, dallo studio dell’inconscio, che riteneva inconoscibile in modo oggettivo- e si concentrò su aspetti della coscienza indagabili tramite una rigorosa applicazione del metodo scientifico, con un’osservazione del comportamento applicabile e quantificabile (Kihlstrom, 1999). Tuttavia, con la rivoluzione cognitiva, unanimemente identificata dalla comunità scientifica nel 1956 (Gardner, 2008), si riaccese l’interesse per l’inconscio, portando ai primi studi cognitivi su di esso (Kihlstrom, 1999). La tesi mostra come il concetto di inconscio costituisca un ponte tra approcci teorici divergenti, confermandone la centralità nello studio della mente umana e dei processi decisionali complessi. Nonostante Kihlstrom (1999) asserisca che la ricerca sull’inconscio “non fornirebbe supporto alla concezione freudiana della vita mentale inconscia" (p. 447) -poiché i concetti testati deriverebbero da teorie indipendenti- tuttavia, l’eco dei contenuti originari è visibile nelle teorie cognitiviste sull’inconscio e, più in generale, sul funzionamento della mente. Freud fornisce i fondamenti concettuali dell’inconscio, descritto nei modelli della psiche, nei meccanismi di difesa e nel sogno come via d’accesso privilegiata ad esso. Successivamente, le teorie psicodinamiche di Jung, Klein, Lacan e dei Sandler arricchiscono la comprensione del fenomeno e le sue declinazioni, attraverso concetti come l’inconscio collettivo, le relazioni oggettuali, il linguaggio e l'inconscio passato e presente. Parallelamente, le teorie cognitiviste ridefiniscono l’inconscio in termini di processi automatici e adattivi, con contributi significativi di Bartlett, Kihlstrom e Wilson. Infine, un focus particolare viene dedicato al ruolo dell’inconscio cognitivo nei processi decisionali, evidenziando il contributo del Modello dei due sistemi di Kahneman e della Nudge Theory di Thaler e Sunstein.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/84889