Elaborazione emozionale e familiarità per depressione in preadolescenza: uno studio ERP

Adolescence represents a high-risk period for the onset of depression. Family history of depression is a reliable risk factor. One potential mechanism of vulnerability might involve the processing of affective stimuli. In particular, the risk of depression appears to be associated with reduced processing of pleasant stimuli. In contrast, the response to unpleasant stimuli is less clear. The processing of affective stimuli has several stages, which are still poorly studied in relation to depression risk. Event-related potentials (ERPs) represent a valuable methodology used to study emotional processing stages. Specifically, the Cue-P300 reflects the cue-evaluation and allocation of attentional resources toward the expected emotional stimulus, Stimulus Preceding Negativity is an indicator of the outcome anticipation, and the Late Positive Potential reflects the motivated attention and elaboration of affective stimuli. This study aimed to investigate the different stages of emotional processing, specifically the allocation of attentional resources toward the expected emotional stimulus (Cue-P300), anticipation (SPN), and emotional processing (LPP) as potential correlates of vulnerability to depression in a sample of preadolescents with and without familiarity for depression. A sample of 26 preadolescents (20 females) was recruited and divided into two groups based on the presence of familiarity for depression (with familiarity: n= 11; without familiarity: n= 15). Participants performed an S1-S2 task during EEG recording. Based on visual inspection of grand averages, the LPP was examined in two time windows: an early motivated attention phase (LPP1, 300-750 ms after S2) and a later phase related to sustained motivated attention (LPP2, 750-1500 ms after S2). Differential ERP scores were used for data analysis. Finally, the Self-Assessment Manikin was administered. The entire sample had a greater LPP1 amplitude to unpleasant pictures than to pleasant. With respect to sustained motivated attention, it was found that the group without familiarity showed no significant differences in the amplitude of LPP2 in response to pleasant and unpleasant pictures. The group with familiarity exhibited greater LPP2 amplitude in response to unpleasant pictures compared with pleasant ones. In addition, a marginally significant difference emerged from the comparison between groups, as the group with familiarity had a larger LPP2 to unpleasant pictures than the group without familiarity. In contrast, no differences were found between the two groups in the amplitude of the LPP2 to pleasant pictures. No significant effect was found in the amplitude of SPN and Cue-P300. At the subjective level, the group without familiarity reported higher levels of arousal in response to pleasant and unpleasant images compared with neutral, while no significant difference emerged in the level of arousal elicited by pleasant images compared with unpleasant. The group with familiarity reported higher levels of arousal perceived in response to pleasant and unpleasant pictures than to neutral and higher levels of arousal in response to unpleasant pictures compared with pleasant. Regarding the valence dimension, both groups reported that they perceived pleasant stimuli as more positive than neutral and unpleasant stimuli and unpleasant stimuli as less positive than neutral stimuli; in contrast, the comparison between groups showed no significant differences. The results showed that familiar risk for depression in preadolescents was associated with higher sustained motivated attention for unpleasant pictures than for pleasant ones, highlighting greater elaboration and difficulty in disengaging motivated attention from unpleasant stimuli. Taken together, this study showed how the ERPs can be leveraged to better understand emotional processing in preadolescents at risk for depression, contributing to the early detection of vulnerability to the disorder.

L'adolescenza rappresenta un periodo ad alto rischio per l'insorgenza della depressione. Un indicatore di rischio è la storia familiare di depressione. Un potenziale meccanismo di vulnerabilità potrebbe riguardare l’elaborazione degli stimoli affettivi.Il rischio di depressione sembra essere associato a una ridotta elaborazione degli stimoli piacevoli. La risposta agli stimoli spiacevoli è meno chiara.L’elaborazione degli stimoli affettivi si articola in diverse fasi, ancora poco studiate in relazione al rischio di depressione. Una valida metodologia usata per studiare i processi di anticipazione ed elaborazione emozionale consiste nell’utilizzo dei potenziali evento-relati. In particolare, la Cue-P300 riflette la fase di elaborazione del cue anticipatorio, l’SPN è un indicatore del processo di anticipazione emozionale e l’LPP riflette l'elaborazione di stimoli a contenuto affettivo. L’obiettivo del presente studio era di indagare le diverse fasi dell'elaborazione emozionale, in particolare l'allocazione delle risorse attentive verso lo stimolo emozionale atteso (Cue-P300), l'anticipazione (SPN) e l'elaborazione emozionale (LPP) come potenziali correlati della vulnerabilità alla depressione in un campione di preadolescenti. Il campione era costituito da 26 preadolescenti (20 F), suddivisi in due gruppi sulla base della presenza di familiarità per la depressione. I partecipanti sono stati sottoposti a un EEG durante un compito S1-S2. In base dell’ispezione visiva dei grand average, l’LPP è stato esaminato in due finestre temporali: una fase di attenzione motivata iniziale (LPP1, 300-750 ms dopo S2) e una relativa all’attenzione motivata sostenuta (LPP2, 750-1500 ms dopo S2). Per le analisi dei dati sono stati utilizzati i punteggi differenziali degli ERP. Alla fine del compito è stato somministrato il SAM.L’intero campione presentava un’ampiezza dell’LPP1 maggiore per le immagini spiacevoli vs piacevoli. In merito all’attenzione motivata sostenuta, il gruppo senza familiarità non ha mostrato differenze significative nell’ampiezza dell’LPP2 in risposta alle immagini piacevoli e spiacevoli. Il gruppo con familiarità presentava un’ampiezza maggiore dell’LPP2 in risposta alle immagini spiacevoli vs piacevoli. Dal confronto tra i due gruppi è emersa una differenza marginalmente significativa, con il gruppo con familiarità che presentava un LPP2 più ampio per le immagini spiacevoli rispetto al gruppo senza familiarità. Non sono state riscontrate differenze tra i due gruppi nell’ampiezza dell’LPP2 per le immagini piacevoli. Non è stato osservato alcun effetto significativo nei processi di anticipazione (SPN, Cue-P300).A livello soggettivo, il gruppo senza familiarità ha riportato livelli di arousal più alti in risposta alle immagini piacevoli e spiacevoli vs neutre. Non è emersa una differenza significativa nel livello di arousal suscitato dalle immagini piacevoli vs spiacevoli. Il gruppo con familiarità ha riportato livelli di arousal più alti per le immagini piacevoli e spiacevoli vs neutre e per le immagini spiacevoli vs piacevoli. In merito alla dimensione della valenza, entrambi i gruppi hanno percepito gli stimoli piacevoli come più positivi di quelli neutri e spiacevoli e gli stimoli spiacevoli come meno positivi di quelli neutri. Dal confronto tra i gruppi non sono emerse differenze nella dimensione della valenza. Dai risultati è emerso come la familiarità per la depressione nei preadolescenti fosse associata ad una maggiore attenzione motivata sostenuta per le immagini spiacevoli rispetto alle piacevoli e al gruppo senza familiarità, seppur marginalmente. I risultati evidenziano una maggiore elaborazione e difficoltà nel disancorare l’attenzione dagli stimoli spiacevoli. L’impiego degli ERP nello studio del rischio di depressione può aiutare a comprendere meglio i processi di elaborazione emozionale nei preadolescenti a rischio.