L’olfatto svolge diverse funzioni che non si limitano ai soli processi strettamente sensoriali. Infatti, secondo studi recenti, gli esseri umani possono trasmettere attraverso il proprio odore corporeo delle informazioni sociali che vengono recepite e interpretate da altri individui. Questi segnali sociali olfattivi, chiamati anche chemosegnali, possono influenzare sia il comportamento sia molteplici processi emozionali e cognitivi. Tra questi ultimi rientra l'inibizione motoria, ovvero una funzione cognitiva che permette di interrompere volontariamente una risposta comportamentale. Tuttavia, gli effetti che i chemosegnali esercitano sull’inibizione restano poco chiari. Alla luce di precedenti ricerche, l’alessitimia, un costrutto che descrive individui con difficoltà inerenti all’identificazione, espressione ed elaborazione delle emozioni, potrebbe esercitare un ruolo sia nella percezione olfattiva che nelle abilità inibitorie. Pertanto, il presente studio si propone di indagare gli effetti che i chemosegnali femminili e la presenza di alessitimia producono sull’inibizione motoria. 68 partecipanti sane di sesso femminile hanno effettuato un compito Go/No-Go, durante il quale sono state esposte a chemosegnali femminili mascherati da un olio essenziale di legno di cedro, al solo olio essenziale oppure ad aria pulita. Dopo il compito, sono stati somministrati la Toronto Alexithymia Scale-20 (TAS-20) per misurare il livello di alessitimia e gli Sniffin’ Sticks per valutare la sensibilità olfattiva. I dati sperimentali non hanno confermato l’ipotesi di un’interazione significativa tra le condizioni olfattive e la prestazione nel compito Go/No-Go. Per quanto concerne l’alessitimia, è stato riscontrato un ruolo delle sottoscale Difficulty Identifying one’s own Feelings (DIF) e Difficulty Describing one’s own Feelings (DDF) nella modulazione dell’inibizione motoria. In particolare, la componente DIF influisce positivamente sulle capacità inibitorie, anche se in maniera indipendente rispetto alle condizioni sperimentali e di controllo. All’aumentare del punteggio DDF, invece, è stato osservato un peggioramento dell’inibizione, ma solamente per le partecipanti esposte ad aria pulita. Questo risultato suggerisce che l’esposizione agli odori possa mitigare eventuali disfunzioni esecutive associate all’alessitimia.

Gli effetti dei chemosegnali femminili e dell'alessitimia sull'inibizione motoria

KOIVISTO, JAN
2024/2025

Abstract

L’olfatto svolge diverse funzioni che non si limitano ai soli processi strettamente sensoriali. Infatti, secondo studi recenti, gli esseri umani possono trasmettere attraverso il proprio odore corporeo delle informazioni sociali che vengono recepite e interpretate da altri individui. Questi segnali sociali olfattivi, chiamati anche chemosegnali, possono influenzare sia il comportamento sia molteplici processi emozionali e cognitivi. Tra questi ultimi rientra l'inibizione motoria, ovvero una funzione cognitiva che permette di interrompere volontariamente una risposta comportamentale. Tuttavia, gli effetti che i chemosegnali esercitano sull’inibizione restano poco chiari. Alla luce di precedenti ricerche, l’alessitimia, un costrutto che descrive individui con difficoltà inerenti all’identificazione, espressione ed elaborazione delle emozioni, potrebbe esercitare un ruolo sia nella percezione olfattiva che nelle abilità inibitorie. Pertanto, il presente studio si propone di indagare gli effetti che i chemosegnali femminili e la presenza di alessitimia producono sull’inibizione motoria. 68 partecipanti sane di sesso femminile hanno effettuato un compito Go/No-Go, durante il quale sono state esposte a chemosegnali femminili mascherati da un olio essenziale di legno di cedro, al solo olio essenziale oppure ad aria pulita. Dopo il compito, sono stati somministrati la Toronto Alexithymia Scale-20 (TAS-20) per misurare il livello di alessitimia e gli Sniffin’ Sticks per valutare la sensibilità olfattiva. I dati sperimentali non hanno confermato l’ipotesi di un’interazione significativa tra le condizioni olfattive e la prestazione nel compito Go/No-Go. Per quanto concerne l’alessitimia, è stato riscontrato un ruolo delle sottoscale Difficulty Identifying one’s own Feelings (DIF) e Difficulty Describing one’s own Feelings (DDF) nella modulazione dell’inibizione motoria. In particolare, la componente DIF influisce positivamente sulle capacità inibitorie, anche se in maniera indipendente rispetto alle condizioni sperimentali e di controllo. All’aumentare del punteggio DDF, invece, è stato osservato un peggioramento dell’inibizione, ma solamente per le partecipanti esposte ad aria pulita. Questo risultato suggerisce che l’esposizione agli odori possa mitigare eventuali disfunzioni esecutive associate all’alessitimia.
2024
The effects of female chemosignals and alexithymia on motor inhibition
Olfatto
Chemosegnali
Alessitimia
Inibizione motoria
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/85063