Fibrillazione atriale nel cane: Systematic review sui fattori di rischio per predirne l'insorgenza

Atrial fibrillation is the most common pathological arrhythmia in the dog. This supraventricular arrhythmia is characterized by a rapid and disorganized atrial electrical activity, resulting in loss of atrial contribution to ventricular filling. This irregular atrial electrical activity is followed by a ventricular activation which is also rapid and disorganized, and results in a reduction of diastolic phase duration, which leads, together with the lower ventricular filling, to a decrease of the stroke volume. Atrial fibrillation predisposes to different cardiac alterations such as congestive heart failure and tachycardiomiopathy (or tachycardia-induced cardiomyopathy), in addition to the increase of the risk of sudden cardiac death in affected dogs. The prevalence of atrial fibrillation in the general canine population is 0,15 %, with a variability between dog breeds which leads to a prevalence ranging from 0,04 % in Miniature Poodles to 8,9 % in Irish Wolfhounds. Given the high prevalence of atrial fibrillation in the canine population and its impact on morbidity and survival time, the identification and the study of risk factors, which are able to predict its onset, are therefore particularly important. The aim of this thesis is to present the risk factors of atrial fibrillation in the dog, which were identified by performing a systematic review of the literature, following the PRISMA 2020 guidelines. The search in the Web of Science and Scopus databases identified 1043 papers, which underwent a multi-stage selection process, ultimately resulting in 20 papers in the qualitative synthesis of the study. The main risk factors identified in the dog are the body weight, the left atrial enlargement and, for the Irish Wolfhound, the genetics; however, regarding the risk factors, some differences were found between dogs affected by dilatated cardiomyopathy or myxomatous mitral valve disease. Moreover, some advanced echocardiographic techniques (tissue Doppler imaging and speckle tracking echocardiography) have proven to be very promising in predicting the onset of this arrhythmia. Given the prevalent retrospective design of the existing literature on risk factors, some prospective studies could be helpful, in the future, to investigate the cause-effect relationship of this arrhythmia and to expand the knowledge at the core of its prevention.

La fibrillazione atriale è l’aritmia patologica più frequentemente riscontrata nel cane. È un’aritmia sopraventricolare caratterizzata dalla presenza di un’attività elettrica atriale rapida e disorganizzata che porta alla perdita del contributo della contrazione atriale al riempimento ventricolare. A tale irregolare attività elettrica atriale segue un’attivazione ventricolare anch’essa rapida e disorganizzata, che determina una riduzione della durata della diastole a cui consegue, anche a causa del riempimento ventricolare ridotto, una riduzione della gittata cardiaca. La fibrillazione atriale predispone quindi allo sviluppo di varie alterazioni cardiache come insufficienza cardiaca congestizia e tachicardiomiopatia (o cardiomiopatia tachicardia-indotta), oltre ad aumentare il rischio di morte improvvisa nei cani affetti. La prevalenza della fibrillazione atriale nella popolazione canina si attesta intorno allo 0,15 %, con una variabilità tra razze canine che va da una prevalenza pari allo 0,04 % nei Barboncini nani fino all’8,9 % nel Levriero irlandese. Di fronte all’elevata diffusione della fibrillazione atriale nella popolazione canina e al suo impatto sulla morbilità e sul tempo di sopravvivenza, l’identificazione e lo studio dei fattori di rischio, che sono in grado di predire la sua insorgenza, risultano essere quindi particolarmente importanti. L’obiettivo della tesi è quello di presentare i fattori di rischio della fibrillazione atriale nel cane, che sono stati individuati attraverso la realizzazione di una revisione sistematica della letteratura avvalendosi delle linee guida PRISMA 2020. La ricerca nelle banche dati Web of Science e Scopus ha restituito 1043 articoli, che sono andati incontro ad un processo di selezione in più fasi fino ad arrivare all’inclusione di 20 articoli nella sintesi qualitativa dello studio. I principali fattori di rischio identificati nel cane sono il peso corporeo, la dilatazione dell’atrio sinistro e, per il Levriero irlandese, la genetica; tuttavia sono emerse delle differenze tra i fattori di rischio in cani affetti da cardiomiopatia dilatativa o da malattia da degenerazione mixomatosa della valvola mitrale. Inoltre alcune tecniche ecocardiografiche avanzate (tissue Doppler imaging e speckle tracking echocardiography) sono risultate molto promettenti nel predire l’insorgenza di tale aritmia. Data la natura prevalentemente retrospettiva della letteratura esistente sui fattori di rischio, potrebbero essere utili, in futuro, degli studi prospettici per indagare la relazione causa-effetto di questa aritmia e aumentare le conoscenze alla base della sua prevenzione.