Introduzione: Dal punto di vista epidemiologico l’ustione è considerata una malattia rara, in UE questa corrisponde allo 0,05% della popolazione. La malattia è rara, ma è frequente il disagio psicofisico che coglie il paziente. Materiali e metodi: Viene utilizzato il metodo della revisione di letteratura, sono stati analizzati nove articoli, suddivisi in due categorie funzionali post-acuto e post-dimissione. L’obiettivo è di trovare delle strategie di coping che l’assistito possa mettere in atto per la riconfigurazione di sé, quindi per il miglioramento della sua immagine corporea. Risultati: Dai risultati emersi il paziente, che ha come obiettivo una crescita post-traumatica, necessita di una migliore comprensione di sé, del mondo e degli altri. L'accettazione, la riformulazione positiva e la religione sono ambiti su cui l’infermiere deve agire secondo quelle che sono le volontà del paziente. Quello che è risultato evidente è che l’ustionato è un malato cronico nella maggior parte dei casi e quindi l’assistenza dev’essere programmata dall’infermiere sì nel postacuto, ma anche dopo la dimissione, con follow up periodici. Per quanto concerne il post-acuto, dove il paziente soffre il cambiamento dell’immagine corporea, gli studi indicano diverse tecniche di rilassamento e immaginazione guidata che possono aiutarlo nell’accettazione della sua immagine corporea dopo il trauma. Nel post-dimissione è risultato fondamentale concentrarsi sulla promozione della resilienza, dell'autoefficacia, dell'adattamento e della reintegrazione sociale attraverso lo sviluppo strutturato delle competenze. Le competenze vengono impartite attraverso dei corsi tenuti dagli infermieri stessi prima della dimissione fino a 3 mesi dopo, stimolando il paziente a mettere in pratica le strategie di coping. Conclusione: In un paziente ustionato, il disturbo dell’immagine corporea dev’essere preso in considerazione a priori, l’infermiere deve valutare e programmare attentamente il processo di cura, prevenire la demoralizzazione richiamando l’attenzione sul senso di speranza. È risultato fondamentale porre l’accento sull’assistenza spirituale, che dà un senso di conforto e migliora la percezione dell’immagine corporea. Si consiglia di mettere in contatto l’assistito con altri professionisti sanitari e gruppi di sostegno, progettare dei corsi appositi per la formazione degli infermieri per garantire a questa tipologia di pazienti fragili una crescita post-traumatica.
L’educazione infermieristica sulle strategie di coping per la riconfigurazione di sé nel paziente ustionato adulto
CARP, ADRIANA RALUCA
2023/2024
Abstract
Introduzione: Dal punto di vista epidemiologico l’ustione è considerata una malattia rara, in UE questa corrisponde allo 0,05% della popolazione. La malattia è rara, ma è frequente il disagio psicofisico che coglie il paziente. Materiali e metodi: Viene utilizzato il metodo della revisione di letteratura, sono stati analizzati nove articoli, suddivisi in due categorie funzionali post-acuto e post-dimissione. L’obiettivo è di trovare delle strategie di coping che l’assistito possa mettere in atto per la riconfigurazione di sé, quindi per il miglioramento della sua immagine corporea. Risultati: Dai risultati emersi il paziente, che ha come obiettivo una crescita post-traumatica, necessita di una migliore comprensione di sé, del mondo e degli altri. L'accettazione, la riformulazione positiva e la religione sono ambiti su cui l’infermiere deve agire secondo quelle che sono le volontà del paziente. Quello che è risultato evidente è che l’ustionato è un malato cronico nella maggior parte dei casi e quindi l’assistenza dev’essere programmata dall’infermiere sì nel postacuto, ma anche dopo la dimissione, con follow up periodici. Per quanto concerne il post-acuto, dove il paziente soffre il cambiamento dell’immagine corporea, gli studi indicano diverse tecniche di rilassamento e immaginazione guidata che possono aiutarlo nell’accettazione della sua immagine corporea dopo il trauma. Nel post-dimissione è risultato fondamentale concentrarsi sulla promozione della resilienza, dell'autoefficacia, dell'adattamento e della reintegrazione sociale attraverso lo sviluppo strutturato delle competenze. Le competenze vengono impartite attraverso dei corsi tenuti dagli infermieri stessi prima della dimissione fino a 3 mesi dopo, stimolando il paziente a mettere in pratica le strategie di coping. Conclusione: In un paziente ustionato, il disturbo dell’immagine corporea dev’essere preso in considerazione a priori, l’infermiere deve valutare e programmare attentamente il processo di cura, prevenire la demoralizzazione richiamando l’attenzione sul senso di speranza. È risultato fondamentale porre l’accento sull’assistenza spirituale, che dà un senso di conforto e migliora la percezione dell’immagine corporea. Si consiglia di mettere in contatto l’assistito con altri professionisti sanitari e gruppi di sostegno, progettare dei corsi appositi per la formazione degli infermieri per garantire a questa tipologia di pazienti fragili una crescita post-traumatica.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Tesi di laurea.Carp.Adriana.Raluca.pdf
accesso aperto
Dimensione
442.18 kB
Formato
Adobe PDF
|
442.18 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
The text of this website © Università degli studi di Padova. Full Text are published under a non-exclusive license. Metadata are under a CC0 License
https://hdl.handle.net/20.500.12608/85458