Introduzione: L’aumento della pressione di incuneamento arteriosa polmonare (PAWP) è un indicatore emodinamico chiave dello scompenso cardiaco ed è associato a peggiori esiti cardiovascolari; il metodo gold standard per la misurazione della PAWP è il cateterismo cardiaco destro (RHC). La fibrillazione atriale (FA) è l’aritmia cardiaca più comune nella popolazione adulta ed è correlata ad un aumento dei tassi di morbosità e mortalità. Essa contribuisce nel determinare peggiori esiti cardiovascolari ed è associata a diverse malattie cardiache, potendone essere sia conseguenza che causa. La FA è associata a valori di PAWP più elevati rispetto al ritmo sinusale (RS), tuttavia, insorgendo generalmente in pazienti affetti da cardiopatie, che possono essere esse stesse responsabili di un aumento della PAWP, è ancora poco chiaro l’effetto indipendente della FA sulle variazioni della PAWP. Scopo: L’obiettivo di questo studio è valutare l’effetto indipendente della FA sulla PAWP rispetto al RS in pazienti affetti da differenti cardiopatie croniche. Inoltre, si vuole analizzare la presenza di una correlazione tra la tipologia clinica della FA e i valori della PAWP. Metodi: È stato condotto uno studio retrospettivo, monocentrico, osservazionale e trasversale. Da maggio 2015 a dicembre 2022 sono stati arruolati 1452 pazienti affetti da differenti cardiopatie croniche, sottoposti a procedura clinicamente indicata di RHC. Tutti i pazienti erano emodinamicamente stabili. La PAWP è stata misurata attraverso le curve pressorie ottenute dal RHC. I dati demografici, clinici, elettrocardiografici ed ecocardiografici sono stati ottenuti dalle cartelle cliniche dei pazienti. Risultati: La popolazione di studio includeva 1074 pazienti in RS e 378 con FA al momento del RHC: i due gruppi erano disomogenei, poiché i pazienti con FA erano più anziani, assumevano una dose maggiore di diuretici, avevano una frequenza cardiaca (FC) più alta, una frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF) più bassa, un volume atriale sinistro (LAVI) maggiore ed una insufficienza mitralica di grado maggiore. Sono state bilanciate le differenze di covariate tra i sottogruppi con FA e RS utilizzando un algoritmo di propensity score matching, ottenendo due gruppi altamente comparabili di 248 pazienti con RS e 248 con FA. L’analisi nella coorte abbinata ha evidenziato che la FA è associata in maniera indipendente ad un aumento della PAWP media pari 2,6 mmHg rispetto al RS (18,4 ± 0,49 mmHg contro 15,7 ± 0,49 mmHg; p<0,001). Tale risultato presenta un’elevata sensibilità, con un e-value pari a 10,86, indicando elevata robustezza nei confronti di eventuali fattori di confondimento non misurati. Inoltre, nei pazienti che si presentavano in RS al momento del RHC, una storia di FA, ed in particolare di FA persistente, era associata ad un aumento dei valori della PAWP rispetto ai soggetti senza storia di FA (21,3 ± 1,3 mmHg contro 16,4 ± 0,7 mmHg; p<0,001). Tra i pazienti che si presentavano in FA al momento del RHC, invece, non era presente una correlazione statisticamente significativa tra la tipologia clinica di FA e i valori di PAWP. Conclusione: La FA risulta associata in modo indipendente ad un aumento della PAWP, determinando, in codesta analisi, un aumento medio della PAWP di 2,6 mmHg rispetto al RS nei pazienti affetti da cardiopatie croniche. Inoltre, nella coorte di pazienti che si presentavano in RS al momento del RHC e con storia di FA persistente, la PAWP risulta aumentata rispetto a quelli senza storia di FA.
La fibrillazione atriale aumenta la pressione di incuneamento arteriosa polmonare in pazienti con cardiopatia
OPRANDI, NICOLA
2024/2025
Abstract
Introduzione: L’aumento della pressione di incuneamento arteriosa polmonare (PAWP) è un indicatore emodinamico chiave dello scompenso cardiaco ed è associato a peggiori esiti cardiovascolari; il metodo gold standard per la misurazione della PAWP è il cateterismo cardiaco destro (RHC). La fibrillazione atriale (FA) è l’aritmia cardiaca più comune nella popolazione adulta ed è correlata ad un aumento dei tassi di morbosità e mortalità. Essa contribuisce nel determinare peggiori esiti cardiovascolari ed è associata a diverse malattie cardiache, potendone essere sia conseguenza che causa. La FA è associata a valori di PAWP più elevati rispetto al ritmo sinusale (RS), tuttavia, insorgendo generalmente in pazienti affetti da cardiopatie, che possono essere esse stesse responsabili di un aumento della PAWP, è ancora poco chiaro l’effetto indipendente della FA sulle variazioni della PAWP. Scopo: L’obiettivo di questo studio è valutare l’effetto indipendente della FA sulla PAWP rispetto al RS in pazienti affetti da differenti cardiopatie croniche. Inoltre, si vuole analizzare la presenza di una correlazione tra la tipologia clinica della FA e i valori della PAWP. Metodi: È stato condotto uno studio retrospettivo, monocentrico, osservazionale e trasversale. Da maggio 2015 a dicembre 2022 sono stati arruolati 1452 pazienti affetti da differenti cardiopatie croniche, sottoposti a procedura clinicamente indicata di RHC. Tutti i pazienti erano emodinamicamente stabili. La PAWP è stata misurata attraverso le curve pressorie ottenute dal RHC. I dati demografici, clinici, elettrocardiografici ed ecocardiografici sono stati ottenuti dalle cartelle cliniche dei pazienti. Risultati: La popolazione di studio includeva 1074 pazienti in RS e 378 con FA al momento del RHC: i due gruppi erano disomogenei, poiché i pazienti con FA erano più anziani, assumevano una dose maggiore di diuretici, avevano una frequenza cardiaca (FC) più alta, una frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF) più bassa, un volume atriale sinistro (LAVI) maggiore ed una insufficienza mitralica di grado maggiore. Sono state bilanciate le differenze di covariate tra i sottogruppi con FA e RS utilizzando un algoritmo di propensity score matching, ottenendo due gruppi altamente comparabili di 248 pazienti con RS e 248 con FA. L’analisi nella coorte abbinata ha evidenziato che la FA è associata in maniera indipendente ad un aumento della PAWP media pari 2,6 mmHg rispetto al RS (18,4 ± 0,49 mmHg contro 15,7 ± 0,49 mmHg; p<0,001). Tale risultato presenta un’elevata sensibilità, con un e-value pari a 10,86, indicando elevata robustezza nei confronti di eventuali fattori di confondimento non misurati. Inoltre, nei pazienti che si presentavano in RS al momento del RHC, una storia di FA, ed in particolare di FA persistente, era associata ad un aumento dei valori della PAWP rispetto ai soggetti senza storia di FA (21,3 ± 1,3 mmHg contro 16,4 ± 0,7 mmHg; p<0,001). Tra i pazienti che si presentavano in FA al momento del RHC, invece, non era presente una correlazione statisticamente significativa tra la tipologia clinica di FA e i valori di PAWP. Conclusione: La FA risulta associata in modo indipendente ad un aumento della PAWP, determinando, in codesta analisi, un aumento medio della PAWP di 2,6 mmHg rispetto al RS nei pazienti affetti da cardiopatie croniche. Inoltre, nella coorte di pazienti che si presentavano in RS al momento del RHC e con storia di FA persistente, la PAWP risulta aumentata rispetto a quelli senza storia di FA.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/86485