L’amore è un fenomeno complesso e multidimensionale, che nel tempo è stato descritto da varie discipline. Nell’antichità, assumevano particolare rilevanza le definizioni filosofiche, spirituali e letterarie, molte delle quali sottolineavano l’aspetto dell’apparente irrazionalità dell’amore. Tuttavia, come scrisse Nietzsche “Nell’amore c’è sempre un po’ di follia, ma nella follia c’è sempre un po’ di ragione” (Also sprach Zarathustra, 1891). Per ricercare tale ragione, nel tempo il tema dell’amore è diventato oggetto di studio anche degli psicologi, i quali hanno elaborato delle prospettive interessanti sull’argomento, focalizzandosi però esclusivamente sui meccanismi che coinvolgono l’innamoramento a livello mentale ed emozionale piuttosto che a livello cerebrale. Tutto ciò, accompagnato dal sentimento comune secondo cui l’amore è un’emozione che non può essere spiegata studiando l’attività cerebrale. Tuttavia, la ricerca ha dimostrato che fondamentalmente ogni emozione ha i suoi correlati neuronali (Adolphs et al., 1994; Phan et al., 2004; Lindquist et al., 2012) e questo vale anche per l’amore (Bartels & Zeki, 2004; Aron et al., 2005): negli ultimi decenni, sono stati effettuati sempre più studi neuroscientifici che hanno permesso di svelare alcuni dei meccanismi cerebrali sottostanti all’esperienza dell’amore romantico. Molti di essi utilizzano tecniche innovative come la risonanza magnetica funzionale (functional Magnetic Resonance Imaging, fMRI) e la tomografia a emissione di positroni (Positron Emission Tomography, PET) per studiare i modelli di attività cerebrale degli innamorati. Tra le varie le ricerche effettuate grazie allo sviluppo delle tecniche citate, molte di esse hanno permesso di evidenziare quali sono i meccanismi cerebrali che stanno alla base delle conseguenze positive e negative che l’amore romantico può avere sulla salute. Infatti, se da un lato ci si chiede quali siano le aree del cervello e i neurotrasmettitori responsabili delle sensazioni positive che viviamo quando siamo innamorati, dall’altro è importante domandarsi quali siano i meccanismi biologici che stanno alla base di quei vissuti romantici che comportano emozioni spiacevoli, come accade quando si soffre di dipendenza affettiva, quando ci si separa dal partner o si vive l’esperienza di rifiuto dall’amato. Per approfondire tali dinamiche, innanzitutto, ci si focalizza sui benefici della sessualità, elemento che contraddistingue l’amore romantico da tutti gli altri tipi di amore; successivamente, si utilizza un approccio olistico per esplorare le influenze che l’amore può avere sul benessere fisico e psicologico delle persone, nelle fasi di “attrazione romantica” e di “attaccamento”. In seguito, ci si sofferma su come l’amore possa passare da essere un’esperienza sana e gratificante a diventare fonte di sofferenza e di sviluppi negativi sulla salute dell’individuo. Infine, in relazione alle conseguenze negative che “il mal di amore” può avere sul benessere individuale, si presentano le possibili “soluzioni” e i trattamenti che possono portare, anche coloro che soffrono per amore, a concepire l’esperienza romantica come qualcosa di piacevole e appagante.
Le basi biologiche dell'amore: effetti positivi e negativi sulla salute
CORSINI, GIORGIA
2024/2025
Abstract
L’amore è un fenomeno complesso e multidimensionale, che nel tempo è stato descritto da varie discipline. Nell’antichità, assumevano particolare rilevanza le definizioni filosofiche, spirituali e letterarie, molte delle quali sottolineavano l’aspetto dell’apparente irrazionalità dell’amore. Tuttavia, come scrisse Nietzsche “Nell’amore c’è sempre un po’ di follia, ma nella follia c’è sempre un po’ di ragione” (Also sprach Zarathustra, 1891). Per ricercare tale ragione, nel tempo il tema dell’amore è diventato oggetto di studio anche degli psicologi, i quali hanno elaborato delle prospettive interessanti sull’argomento, focalizzandosi però esclusivamente sui meccanismi che coinvolgono l’innamoramento a livello mentale ed emozionale piuttosto che a livello cerebrale. Tutto ciò, accompagnato dal sentimento comune secondo cui l’amore è un’emozione che non può essere spiegata studiando l’attività cerebrale. Tuttavia, la ricerca ha dimostrato che fondamentalmente ogni emozione ha i suoi correlati neuronali (Adolphs et al., 1994; Phan et al., 2004; Lindquist et al., 2012) e questo vale anche per l’amore (Bartels & Zeki, 2004; Aron et al., 2005): negli ultimi decenni, sono stati effettuati sempre più studi neuroscientifici che hanno permesso di svelare alcuni dei meccanismi cerebrali sottostanti all’esperienza dell’amore romantico. Molti di essi utilizzano tecniche innovative come la risonanza magnetica funzionale (functional Magnetic Resonance Imaging, fMRI) e la tomografia a emissione di positroni (Positron Emission Tomography, PET) per studiare i modelli di attività cerebrale degli innamorati. Tra le varie le ricerche effettuate grazie allo sviluppo delle tecniche citate, molte di esse hanno permesso di evidenziare quali sono i meccanismi cerebrali che stanno alla base delle conseguenze positive e negative che l’amore romantico può avere sulla salute. Infatti, se da un lato ci si chiede quali siano le aree del cervello e i neurotrasmettitori responsabili delle sensazioni positive che viviamo quando siamo innamorati, dall’altro è importante domandarsi quali siano i meccanismi biologici che stanno alla base di quei vissuti romantici che comportano emozioni spiacevoli, come accade quando si soffre di dipendenza affettiva, quando ci si separa dal partner o si vive l’esperienza di rifiuto dall’amato. Per approfondire tali dinamiche, innanzitutto, ci si focalizza sui benefici della sessualità, elemento che contraddistingue l’amore romantico da tutti gli altri tipi di amore; successivamente, si utilizza un approccio olistico per esplorare le influenze che l’amore può avere sul benessere fisico e psicologico delle persone, nelle fasi di “attrazione romantica” e di “attaccamento”. In seguito, ci si sofferma su come l’amore possa passare da essere un’esperienza sana e gratificante a diventare fonte di sofferenza e di sviluppi negativi sulla salute dell’individuo. Infine, in relazione alle conseguenze negative che “il mal di amore” può avere sul benessere individuale, si presentano le possibili “soluzioni” e i trattamenti che possono portare, anche coloro che soffrono per amore, a concepire l’esperienza romantica come qualcosa di piacevole e appagante.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/86595