Il disturbo da uso di sostanze (DUS) rappresenta una sfida globale in cui non si interpella solo la responsabilità individuale, ma quella sociale, di comunità. Le persone con DUS continuano ad affrontare pregiudizi e barriere che limitano il loro accesso alla società e alle opportunità di lavoro. Il primo capitolo della tesi discute proprio di questo, di come lo stigma sia amplificatore di isolamento e di emarginazione. Vengono successivamente messe in luce le strategie per superare queste barriere. Tratta, inoltre, dei sentimenti estremamente svalutanti, di vergogna, che le persone con DUS provano, nel momento in cui si relazionano a un mondo che non è pronto ad accoglierli. In relazione agli argomenti trattati nel primo capitolo, il secondo, analizza il ruolo trasformativo delle Comunità Terapeutiche. Queste ultime sono promotrici della costruzione di una nuova identità sociale, del rafforzamento dell’autostima e della creazione di relazioni sociali positive. Attraverso l’empatia e il dialogo, in questi luoghi, viene trasmessa l’importanza del senso di appartenenza e della responsabilità reciproca. L’obiettivo finale è quello di creazione di una società che veda l’inclusione come un’opportunità e non come un fallimento, dove il recupero sia visto come traguardo collettivo. È necessario ampliare le politiche inclusive in ogni ambito, dall’istruzione alle occupazioni, garantendo reti di sostegno concrete, in modo da costruire un futuro in cui nessuno si senta lasciato indietro.
Comunità Terapeutiche e Inclusione Sociale: Oltre lo Stigma nel Disturbo da Uso di Sostanze
NASCIMBENE, ALICE
2024/2025
Abstract
Il disturbo da uso di sostanze (DUS) rappresenta una sfida globale in cui non si interpella solo la responsabilità individuale, ma quella sociale, di comunità. Le persone con DUS continuano ad affrontare pregiudizi e barriere che limitano il loro accesso alla società e alle opportunità di lavoro. Il primo capitolo della tesi discute proprio di questo, di come lo stigma sia amplificatore di isolamento e di emarginazione. Vengono successivamente messe in luce le strategie per superare queste barriere. Tratta, inoltre, dei sentimenti estremamente svalutanti, di vergogna, che le persone con DUS provano, nel momento in cui si relazionano a un mondo che non è pronto ad accoglierli. In relazione agli argomenti trattati nel primo capitolo, il secondo, analizza il ruolo trasformativo delle Comunità Terapeutiche. Queste ultime sono promotrici della costruzione di una nuova identità sociale, del rafforzamento dell’autostima e della creazione di relazioni sociali positive. Attraverso l’empatia e il dialogo, in questi luoghi, viene trasmessa l’importanza del senso di appartenenza e della responsabilità reciproca. L’obiettivo finale è quello di creazione di una società che veda l’inclusione come un’opportunità e non come un fallimento, dove il recupero sia visto come traguardo collettivo. È necessario ampliare le politiche inclusive in ogni ambito, dall’istruzione alle occupazioni, garantendo reti di sostegno concrete, in modo da costruire un futuro in cui nessuno si senta lasciato indietro.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/86709