Negli ultimi anni numerosi studi hanno evidenziato come una larga parte della popolazione adulta europea, in particolare quella in età lavorativa, non riesca a rispettare le linee guida internazionali sull’attività fisica (Townsend et al., 2015). L’inattività rappresenta un fattore di rischio rilevante per l’insorgenza di numerose malattie non trasmissibili contribuendo significativamente anche ad un aumento dell’incidenza di mortalità precoce (Hamilton et al., 2008). Questa condizione non ha solo un impatto sulla salute individuale, ma si riflette anche negativamente sul benessere organizzativo, infatti, ambienti di lavoro sedentari sono spesso associati a tassi più alti di assenteismo, riduzione della produttività e minore coinvolgimento del personale (Batt et al., 2009). Per rispondere a queste criticità, molte aziende hanno introdotto programmi di promozione dell’attività fisica sul luogo di lavoro, attraverso iniziative che spaziano da corsi in palestra e camminate di gruppo, a postazioni di lavoro attive e sfide sportive tra colleghi (Batt et al., 2009). Tuttavia, la letteratura ha finora analizzato solo in misura limitata l’impatto specifico della partecipazione agli sport di squadra in questi contesti, trascurando spesso il suo potenziale impatto sulla salute non solo fisica, ma anche sociale e organizzativa (Coon et al., 2009). La partecipazione agli sport di squadra in contesto lavorativo rappresenta un'opportunità significativa per migliorare simultaneamente la salute fisica, il benessere psicologico e il funzionamento delle dinamiche di gruppo (Brinkley et al., 2017). Diversi studi hanno infatti dimostrato che la pratica regolare di sport di squadra può migliorare la capacità cardiorespiratoria, la funzione muscoloscheletrica e il benessere psicologico dei lavoratori (Scherrer et al., 2010). Inoltre, evidenze qualitative suggeriscono che tali attività favoriscono il miglioramento delle relazioni interpersonali, della comunicazione e della coesione tra colleghi (Joubert, 2014). Nonostante i molteplici vantaggi associati all’attività fisica, le statistiche dimostrano che le donne adulte sono tra i gruppi che presentano maggiori difficoltà a mantenere una pratica costante, spesso a causa di barriere strutturali, culturali e personali (Mailey et al., 2014; Crossman et al., 2024). In particolare, il senso di colpa, la mancanza di supporto e il carico familiare rappresentano fattori critici che ostacolano la partecipazione regolare all’attività fisica e, di fronte a questi, diventa necessario non solo promuovere l’esercizio fisico, ma farlo in maniera consapevole, con strumenti e approcci capaci di tenere conto delle specificità di genere e delle dinamiche che caratterizzano il contesto lavorativo contemporaneo. Questo elaborato è volto a descrivere l’attuale stato dell’arte su come la promozione di attività sportive di squadra possa rappresentare un elemento di innovazione e benessere nelle politiche aziendali rivolte alle lavoratrici.
Analisi dell’influenza della pratica di esercizio fisico di squadra sul miglioramento della performance ed il benessere delle dipendenti donna nel mondo del lavoro
ZACCARIA, ANNA
2024/2025
Abstract
Negli ultimi anni numerosi studi hanno evidenziato come una larga parte della popolazione adulta europea, in particolare quella in età lavorativa, non riesca a rispettare le linee guida internazionali sull’attività fisica (Townsend et al., 2015). L’inattività rappresenta un fattore di rischio rilevante per l’insorgenza di numerose malattie non trasmissibili contribuendo significativamente anche ad un aumento dell’incidenza di mortalità precoce (Hamilton et al., 2008). Questa condizione non ha solo un impatto sulla salute individuale, ma si riflette anche negativamente sul benessere organizzativo, infatti, ambienti di lavoro sedentari sono spesso associati a tassi più alti di assenteismo, riduzione della produttività e minore coinvolgimento del personale (Batt et al., 2009). Per rispondere a queste criticità, molte aziende hanno introdotto programmi di promozione dell’attività fisica sul luogo di lavoro, attraverso iniziative che spaziano da corsi in palestra e camminate di gruppo, a postazioni di lavoro attive e sfide sportive tra colleghi (Batt et al., 2009). Tuttavia, la letteratura ha finora analizzato solo in misura limitata l’impatto specifico della partecipazione agli sport di squadra in questi contesti, trascurando spesso il suo potenziale impatto sulla salute non solo fisica, ma anche sociale e organizzativa (Coon et al., 2009). La partecipazione agli sport di squadra in contesto lavorativo rappresenta un'opportunità significativa per migliorare simultaneamente la salute fisica, il benessere psicologico e il funzionamento delle dinamiche di gruppo (Brinkley et al., 2017). Diversi studi hanno infatti dimostrato che la pratica regolare di sport di squadra può migliorare la capacità cardiorespiratoria, la funzione muscoloscheletrica e il benessere psicologico dei lavoratori (Scherrer et al., 2010). Inoltre, evidenze qualitative suggeriscono che tali attività favoriscono il miglioramento delle relazioni interpersonali, della comunicazione e della coesione tra colleghi (Joubert, 2014). Nonostante i molteplici vantaggi associati all’attività fisica, le statistiche dimostrano che le donne adulte sono tra i gruppi che presentano maggiori difficoltà a mantenere una pratica costante, spesso a causa di barriere strutturali, culturali e personali (Mailey et al., 2014; Crossman et al., 2024). In particolare, il senso di colpa, la mancanza di supporto e il carico familiare rappresentano fattori critici che ostacolano la partecipazione regolare all’attività fisica e, di fronte a questi, diventa necessario non solo promuovere l’esercizio fisico, ma farlo in maniera consapevole, con strumenti e approcci capaci di tenere conto delle specificità di genere e delle dinamiche che caratterizzano il contesto lavorativo contemporaneo. Questo elaborato è volto a descrivere l’attuale stato dell’arte su come la promozione di attività sportive di squadra possa rappresentare un elemento di innovazione e benessere nelle politiche aziendali rivolte alle lavoratrici.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/86807