Laser Flare Photometry nelle Uveiti Pediatriche: Studio prospettico di validazione del Cut-off per la definizione di Recidiva.

Background Anterior uveitis is an important cause of visual morbidity in children with systemic inflammatory diseases, especially juvenile idiopathic arthritis (JIA). Assessment of intraocular inflammation often relies on clinical evaluations that can lack objectivity. Laser Flare Photometry (LFP) is a non-invasive, quantitative tool that measures inflammation in the anterior chamber, but its use in pediatrics remains limited and poorly standardized. Purpose To evaluate the usefulness of LFP as an objective method for monitoring inflammatory activity in pediatric uveitis and to define specific cut-off values for diagnosis and early detection of often subclinical relapses. Materials and Methods A total of 147 patients followed at the Pediatric Ocular Immunopathology Clinic in Padua between 2020 and 2025 were recruited. Patients with isolated uveitis or associated systemic disease (72), as well as systemic patients without clinical uveitis undergoing screening (75), were included. Each visit included a clinical examination and LFP measurements. Data were analyzed to compare flare values among eyes with active, quiescent uveitis, and healthy eyes, and to assess the influence of sex, age, and underlying disease. Results A total of 1887 measurements were recorded. Median flare values were significantly higher in eyes with active uveitis (6.9 ph/ms) compared to those with quiescent uveitis (3.4 ph/ms) and the screening group (2.3 ph/ms) (p < 0.0001). Clinically useful cut-offs were identified: 3.6 ph/ms for diagnosis and between 3.9 and 5.5 ph/ms for early detection of relapses. Conclusions The study confirms the suitability and effectiveness of LFP even in young children (0–4 years) as an objective, non-invasive tool for monitoring inflammatory activity. Systematic incorporation of LFP into pediatric standard of care could reduce diagnostic subjectivity, facilitate early detection of subclinical relapses, and improve personalized management with potential long-term benefits for visual prognosis.

Presupposti dello studio L’uveite anteriore è una causa importante di morbilità visiva nei bambini con malattie infiammatorie sistemiche, soprattutto nell’artrite idiopatica giovanile (AIG). La valutazione dell’infiammazione intraoculare si basa spesso su valutazioni cliniche a volte poco oggettive. La Laser Flare Photometry (LFP) è uno strumento non invasivo e quantitativo per misurare l’infiammazione nella camera anteriore, ma il suo uso in pediatria è limitato e poco standardizzato. Scopo dello studio Valutare l’utilità della LFP come metodo oggettivo per monitorare l’attività infiammatoria nelle uveiti pediatriche e definire cut-off specifici per la diagnosi e il rilevamento precoce delle recidive, spesso subcliniche. Materiali e metodi Sono stati reclutati 147 pazienti seguiti presso l’Ambulatorio di Immunopatologia Oculare Pediatrica di Padova tra il 2020 e il 2025. Sono stati inclusi pazienti con uveite isolata o associata a patologia sistemica (72), e pazienti sistemici senza uveite sottoposti a screening (75). Ogni visita comprendeva esame clinico e misurazioni di LFP. I dati sono stati analizzati per confrontare i valori di flare tra occhi con uveite attiva, quiescente e sani, e per valutare l’influenza di sesso, età e patologia di base. Risultati Sono state eseguite 1887 misurazioni. Il valore mediano di flare era significativamente più alto negli occhi con uveite attiva (6,9 ph/ms) rispetto a quelli con uveite quiescente (3,4 ph/ms) e al gruppo di screening (2,3 ph/ms) (p < 0,0001). Sono stati definiti cut-off utili per la pratica clinica: 3,6 ph/ms per la diagnosi, e tra 3,9 e 5,5 ph/ms per il rilevamento precoce delle recidive. Conclusioni Lo studio conferma la fattibilità e l’efficacia della LFP anche nei bambini piccoli (0–4 anni) come strumento oggettivo e non invasivo per il monitoraggio dell’attività infiammatoria. L’introduzione sistematica della LFP nello standard of care pediatrico potrà ridurre la soggettività diagnostica, facilitare l’identificazione precoce delle recidive subcliniche e migliorare la gestione personalizzata, con potenziali benefici a lungo termine per la prognosi visiva.