Assisted Reproductive Technology represents a clinical treatment aimed at couples diagnosed with infertility, a widespread pathological condition. In Italy, the legal framework regulating this practice is defined by Law No. 40 of 2004, which, since its enactment, has raised numerous bioethical, legal, and clinical concerns, leading to subsequent revisions by the Constitutional Court. Among the issues still under debate is the management of cryopreserved embryos, particularly in cases where they are no longer intended for use by the couples who generated them. This thesis addresses the topic from a multidisciplinary perspective. After analysing the aetiology of infertility and the national data from the Assisted Reproduction Registry of the Ministry of Health, the study examines the evolution of the legal framework by comparing the original text of the law with the amendments introduced by constitutional rulings. Considerable attention is also devoted to the opinions of the Italian National Bioethics Committee, especially regarding proposals on the fate of unused embryos. The research is further enriched by an observational analysis conducted on 50 patients followed at an assisted reproductive technology centre, aimed at understanding the actual behaviours in managing cryopreserved embryos. The data reveal that patients who achieve pregnancy tend to keep surplus embryos in storage for extended periods, while those who do not attain reproductive success are more likely to use them. Only a minority of treated couples employ the embryos to attempt a second pregnancy. The findings highlight a pragmatic approach to the perception of the embryo, understood primarily as a "reproductive resource" subordinate to the parental project. The legal changes introduced over time, together with the empirical data from the clinical centre, suggest an evolution of social awareness that diverges from the original vision underpinning Law No. 40 of 2004. In this context, the study advocates for a revision of the current legislation to more accurately reflect the actual behaviours of couples and contemporary ethical sensibilities, proposing concrete solutions for the management of cryopreserved embryos no longer destined for implantation.

Presupposti dello studio: La procreazione medicalmente assistita è un trattamento volto a contrastare l’infertilità e a tutelare diritti fondamentali come la procreazione e la formazione di una famiglia. Tuttavia, essa solleva complessi interrogativi bioetici, specie riguardo alla creazione e alla gestione di embrioni senza destinazione certa. Il calo demografico e l’aumento del ricorso alla PMA pongono nuove sfide normative e pratiche. La Legge n. 40 del 2004 è stata oggetto di profonde revisioni da parte della Corte Costituzionale, volte a riequilibrare i diritti e gli interessi delle parti coinvolte. Tuttavia, tali interventi non hanno risolto alcune criticità strutturali, lasciando in particolare irrisolta la questione del destino degli embrioni crioconservati. Scopo dello studio: Lo studio si propone di analizzare i percorsi procreativi di pazienti sottoposte a trattamenti di secondo livello presso l’UOSD PMA dell’Azienda Ospedale Università di Padova, focalizzandosi sul destino degli embrioni prodotti, la gestione della crioconservazione e i fattori associati alla presenza di embrioni residui al termine del follow-up. Materiali e metodi È stata condotta un’analisi retrospettiva su una coorte di pazienti trattate tra il 2021 e il 2024. I dati, anonimizzati, sono stati estratti dai sistemi aziendali e analizzati con strumenti statistici. Per un’analisi approfondita, è stato selezionato un campione stratificato di 50 pazienti in base a età e numero di embrioni prodotti. Sono stati considerati: esiti clinici, gestione degli embrioni e durata della crioconservazione. Risultati: Nel campione, l’età ha influenzato la probabilità di crioconservazione embrionale: le pazienti <35 anni presentavano una maggiore probabilità rispetto a quelle >40 anni (p = 0.0092). Il numero complessivo di embrioni è aumentato del 41% durante il periodo osservato; quelli trasferiti del 283%, mentre gli embrioni crioconservati si sono ridotti del 22%. I protocolli più usati sono stati il freeze-all (38%) e quello combinato (28%). Il tasso di gravidanza clinica dopo il primo trattamento è stato del 22%. Le pazienti con gravidanza hanno fatto un minor uso degli embrioni crioconservati; al contrario, tra le pazienti senza gravidanza alcune hanno ancora embrioni in crioconservazione. È emersa una differenza significativa nella durata della crioconservazione tra pazienti con e senza gravidanza (p = 0.014), e una relazione significativa tra esito del trattamento e presenza di embrioni crioconservati (p = 0.0045): il 76% delle pazienti con gravidanza presentava embrioni conservati, contro il 32% di quelle senza. Conclusioni: A vent’anni dall’entrata in vigore della Legge n. 40 del 2004, il contesto normativo e applicativo della procreazione medicalmente assistita in Italia ha conosciuto una profonda trasformazione. L’approccio originariamente improntato alla tutela prioritaria dell’embrione ha progressivamente lasciato spazio a un modello più pragmatico, finalizzato al bilanciamento tra i diritti e gli interessi delle parti coinvolte. Tale evoluzione, tuttavia, ha comportato l’emergere di nuove problematiche, in particolare in relazione alla gestione degli embrioni non più destinati all’impianto. I dati raccolti mostrano come decisioni cliniche e personali possano portare all’accumulo di embrioni in sospeso, senza una chiara prospettiva. In assenza di una regolamentazione specifica, la gestione ricade sui centri di PMA, sollevando interrogativi etici e giuridici. La tesi evidenzia quindi l’urgenza di un intervento legislativo che, in linea con il pluralismo etico e l’evidenza scientifica, disciplini in modo responsabile il destino degli embrioni crioconservati.

Il destino degli embrioni crioconservati nei percorsi di procreazione medicalmente assistita: un'analisi medico legale della casistica dell'UOSD Procreazione Medicalmente Assistita dell'Azienda Ospedale Università di Padova

BELLATO, ROBERTO
2024/2025

Abstract

Assisted Reproductive Technology represents a clinical treatment aimed at couples diagnosed with infertility, a widespread pathological condition. In Italy, the legal framework regulating this practice is defined by Law No. 40 of 2004, which, since its enactment, has raised numerous bioethical, legal, and clinical concerns, leading to subsequent revisions by the Constitutional Court. Among the issues still under debate is the management of cryopreserved embryos, particularly in cases where they are no longer intended for use by the couples who generated them. This thesis addresses the topic from a multidisciplinary perspective. After analysing the aetiology of infertility and the national data from the Assisted Reproduction Registry of the Ministry of Health, the study examines the evolution of the legal framework by comparing the original text of the law with the amendments introduced by constitutional rulings. Considerable attention is also devoted to the opinions of the Italian National Bioethics Committee, especially regarding proposals on the fate of unused embryos. The research is further enriched by an observational analysis conducted on 50 patients followed at an assisted reproductive technology centre, aimed at understanding the actual behaviours in managing cryopreserved embryos. The data reveal that patients who achieve pregnancy tend to keep surplus embryos in storage for extended periods, while those who do not attain reproductive success are more likely to use them. Only a minority of treated couples employ the embryos to attempt a second pregnancy. The findings highlight a pragmatic approach to the perception of the embryo, understood primarily as a "reproductive resource" subordinate to the parental project. The legal changes introduced over time, together with the empirical data from the clinical centre, suggest an evolution of social awareness that diverges from the original vision underpinning Law No. 40 of 2004. In this context, the study advocates for a revision of the current legislation to more accurately reflect the actual behaviours of couples and contemporary ethical sensibilities, proposing concrete solutions for the management of cryopreserved embryos no longer destined for implantation.
2024
The fate of cryopreserved embryos in assisted reproductive technology: a medicolegal analysis of the case studies from the UOSD Assisted Reproductive Technology Department of the University Hospital of Padua
Presupposti dello studio: La procreazione medicalmente assistita è un trattamento volto a contrastare l’infertilità e a tutelare diritti fondamentali come la procreazione e la formazione di una famiglia. Tuttavia, essa solleva complessi interrogativi bioetici, specie riguardo alla creazione e alla gestione di embrioni senza destinazione certa. Il calo demografico e l’aumento del ricorso alla PMA pongono nuove sfide normative e pratiche. La Legge n. 40 del 2004 è stata oggetto di profonde revisioni da parte della Corte Costituzionale, volte a riequilibrare i diritti e gli interessi delle parti coinvolte. Tuttavia, tali interventi non hanno risolto alcune criticità strutturali, lasciando in particolare irrisolta la questione del destino degli embrioni crioconservati. Scopo dello studio: Lo studio si propone di analizzare i percorsi procreativi di pazienti sottoposte a trattamenti di secondo livello presso l’UOSD PMA dell’Azienda Ospedale Università di Padova, focalizzandosi sul destino degli embrioni prodotti, la gestione della crioconservazione e i fattori associati alla presenza di embrioni residui al termine del follow-up. Materiali e metodi È stata condotta un’analisi retrospettiva su una coorte di pazienti trattate tra il 2021 e il 2024. I dati, anonimizzati, sono stati estratti dai sistemi aziendali e analizzati con strumenti statistici. Per un’analisi approfondita, è stato selezionato un campione stratificato di 50 pazienti in base a età e numero di embrioni prodotti. Sono stati considerati: esiti clinici, gestione degli embrioni e durata della crioconservazione. Risultati: Nel campione, l’età ha influenzato la probabilità di crioconservazione embrionale: le pazienti <35 anni presentavano una maggiore probabilità rispetto a quelle >40 anni (p = 0.0092). Il numero complessivo di embrioni è aumentato del 41% durante il periodo osservato; quelli trasferiti del 283%, mentre gli embrioni crioconservati si sono ridotti del 22%. I protocolli più usati sono stati il freeze-all (38%) e quello combinato (28%). Il tasso di gravidanza clinica dopo il primo trattamento è stato del 22%. Le pazienti con gravidanza hanno fatto un minor uso degli embrioni crioconservati; al contrario, tra le pazienti senza gravidanza alcune hanno ancora embrioni in crioconservazione. È emersa una differenza significativa nella durata della crioconservazione tra pazienti con e senza gravidanza (p = 0.014), e una relazione significativa tra esito del trattamento e presenza di embrioni crioconservati (p = 0.0045): il 76% delle pazienti con gravidanza presentava embrioni conservati, contro il 32% di quelle senza. Conclusioni: A vent’anni dall’entrata in vigore della Legge n. 40 del 2004, il contesto normativo e applicativo della procreazione medicalmente assistita in Italia ha conosciuto una profonda trasformazione. L’approccio originariamente improntato alla tutela prioritaria dell’embrione ha progressivamente lasciato spazio a un modello più pragmatico, finalizzato al bilanciamento tra i diritti e gli interessi delle parti coinvolte. Tale evoluzione, tuttavia, ha comportato l’emergere di nuove problematiche, in particolare in relazione alla gestione degli embrioni non più destinati all’impianto. I dati raccolti mostrano come decisioni cliniche e personali possano portare all’accumulo di embrioni in sospeso, senza una chiara prospettiva. In assenza di una regolamentazione specifica, la gestione ricade sui centri di PMA, sollevando interrogativi etici e giuridici. La tesi evidenzia quindi l’urgenza di un intervento legislativo che, in linea con il pluralismo etico e l’evidenza scientifica, disciplini in modo responsabile il destino degli embrioni crioconservati.
Embrione
Crioconservazione
Medicina legale
Legge n.40/2004
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/86848