Introduzione Il contenzioso medico-legale rappresenta un fenomeno sempre più rilevante del diritto e della pratica sanitaria, a seguito dell’incremento delle azioni giudiziarie intraprese dai pazienti contro i professionisti sanitari. L’introduzione della Legge Gelli-Bianco ha fornito una cornice normativa organica alla responsabilità sanitaria, distinguendo tra responsabilità civile contrattuale ed extracontrattuale, e delineando il ruolo cruciale della consulenza tecnica d’ufficio (CTU) come strumento di supporto al giudice nelle decisioni in ambito medico-legale. Scopo della tesi La presente tesi si propone di analizzare criticamente lo stato attuale del contenzioso medico-legale presso l’Azienda Ospedale Università di Padova, con particolare attenzione al confronto tra le valutazioni espresse dai medici legali aziendali e quelle formulate dai consulenti tecnici d’ufficio nominati dal giudice. L’obiettivo è comprendere le eventuali ragioni sottese alle discordanze tra i due profili valutativi, sia in termini di sussistenza della responsabilità (in punto di an), sia nella quantificazione del danno biologico permanente (quantum). Materiali e metodi La casistica analizzata è stata estratta dal database regionale “Gestione Sinistri e Rischio Clinico” (GSRC), comprendendo 99 consulenze tecniche d’ufficio relative a contenziosi civili intercorsi tra il 2001 e il 2022. Ogni CTU è stata confrontata con la relazione redatta dal medico legale aziendale per valutarne la concordanza in punto di an e la correttezza metodologica, secondo specifici indicatori di qualità. In una seconda fase, su un campione di 50 casi, si è analizzata la variabilità nella quantificazione del danno biologico permanente operata da tre consulenti: CT del danneggiato, CT aziendale e CTU. I risultati sono stati elaborati tramite analisi statistica, includendo anche il test del chi-quadrato. Risultati e discussione La concordanza tra i CTU e i pareri dei medici legali aziendali in punto di an si è riscontrata nel 56,5% dei casi, mentre il restante 43,5% ha evidenziato una discordanza. Tra le CTU concordi con il parere aziendale, il 71,5% risultava metodologicamente corretto. Viceversa, tra le consulenze discordanti, solo il 25,6% rispettava i criteri metodologici. Il test del chi-quadrato ha evidenziato una differenza statisticamente significativa tra le due categorie. Nel campione relativo alla quantificazione del danno, il 91% dei casi ha mostrato divergenze tra tutti e tre i consulenti. I disaccordi maggiori si sono registrati tra il CTU e il consulente del danneggiato. In particolare, nei casi in cui la differenza nella valutazione superava i 10 punti percentuali, si sono rilevate significative discrepanze nell’identificazione del metodo valutativo, del barème medico-legale e della voce tabellare utilizzata. Conclusione Lo studio evidenzia una sostanziale eterogeneità nelle valutazioni medico-legali in ambito civile. Pur registrando una discreta concordanza tra CTU e medico legale aziendale, le criticità metodologiche in numerose CTU e le marcate discrepanze nella quantificazione del danno pongono l’accento sulla necessità di promuovere standard valutativi più rigorosi e condivisi. Il rafforzamento del dialogo tra professionisti, quanto il riconoscimento e la centralità della competenza tecnico-scientifica, rappresentano presupposti imprescindibili per una valutazione più equa, omogenea e fondata su criteri oggettivi.
Il contenzioso medico - legale in Azienda Ospedale Università di Padova
LA MAGNA, GIULIA
2024/2025
Abstract
Introduzione Il contenzioso medico-legale rappresenta un fenomeno sempre più rilevante del diritto e della pratica sanitaria, a seguito dell’incremento delle azioni giudiziarie intraprese dai pazienti contro i professionisti sanitari. L’introduzione della Legge Gelli-Bianco ha fornito una cornice normativa organica alla responsabilità sanitaria, distinguendo tra responsabilità civile contrattuale ed extracontrattuale, e delineando il ruolo cruciale della consulenza tecnica d’ufficio (CTU) come strumento di supporto al giudice nelle decisioni in ambito medico-legale. Scopo della tesi La presente tesi si propone di analizzare criticamente lo stato attuale del contenzioso medico-legale presso l’Azienda Ospedale Università di Padova, con particolare attenzione al confronto tra le valutazioni espresse dai medici legali aziendali e quelle formulate dai consulenti tecnici d’ufficio nominati dal giudice. L’obiettivo è comprendere le eventuali ragioni sottese alle discordanze tra i due profili valutativi, sia in termini di sussistenza della responsabilità (in punto di an), sia nella quantificazione del danno biologico permanente (quantum). Materiali e metodi La casistica analizzata è stata estratta dal database regionale “Gestione Sinistri e Rischio Clinico” (GSRC), comprendendo 99 consulenze tecniche d’ufficio relative a contenziosi civili intercorsi tra il 2001 e il 2022. Ogni CTU è stata confrontata con la relazione redatta dal medico legale aziendale per valutarne la concordanza in punto di an e la correttezza metodologica, secondo specifici indicatori di qualità. In una seconda fase, su un campione di 50 casi, si è analizzata la variabilità nella quantificazione del danno biologico permanente operata da tre consulenti: CT del danneggiato, CT aziendale e CTU. I risultati sono stati elaborati tramite analisi statistica, includendo anche il test del chi-quadrato. Risultati e discussione La concordanza tra i CTU e i pareri dei medici legali aziendali in punto di an si è riscontrata nel 56,5% dei casi, mentre il restante 43,5% ha evidenziato una discordanza. Tra le CTU concordi con il parere aziendale, il 71,5% risultava metodologicamente corretto. Viceversa, tra le consulenze discordanti, solo il 25,6% rispettava i criteri metodologici. Il test del chi-quadrato ha evidenziato una differenza statisticamente significativa tra le due categorie. Nel campione relativo alla quantificazione del danno, il 91% dei casi ha mostrato divergenze tra tutti e tre i consulenti. I disaccordi maggiori si sono registrati tra il CTU e il consulente del danneggiato. In particolare, nei casi in cui la differenza nella valutazione superava i 10 punti percentuali, si sono rilevate significative discrepanze nell’identificazione del metodo valutativo, del barème medico-legale e della voce tabellare utilizzata. Conclusione Lo studio evidenzia una sostanziale eterogeneità nelle valutazioni medico-legali in ambito civile. Pur registrando una discreta concordanza tra CTU e medico legale aziendale, le criticità metodologiche in numerose CTU e le marcate discrepanze nella quantificazione del danno pongono l’accento sulla necessità di promuovere standard valutativi più rigorosi e condivisi. Il rafforzamento del dialogo tra professionisti, quanto il riconoscimento e la centralità della competenza tecnico-scientifica, rappresentano presupposti imprescindibili per una valutazione più equa, omogenea e fondata su criteri oggettivi.| File | Dimensione | Formato | |
|---|---|---|---|
|
La Magna_Giulia.pdf
accesso aperto
Dimensione
873.41 kB
Formato
Adobe PDF
|
873.41 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
The text of this website © Università degli studi di Padova. Full Text are published under a non-exclusive license. Metadata are under a CC0 License
https://hdl.handle.net/20.500.12608/86850