ABSTRACT: Si mette in luce con la presente tesi magistrale il rapporto tra la crisi del positivismo giuridico e la metodologia tradizionale d'insegnamento basata sulla lezione frontale, individuando così nuove prospettive didattiche che possano rispondere adeguatamente alle attuali esigenze formative. Va evidenziato come il primo capitolo richiami sinteticamente e analiticamente la figura del giurista Friedrich Carl Von Savigny e il contesto storico della Pandettistica europea. Nel dettaglio si illustra la sua visione sistematica e ordinata della struttura dell'ordinamento, evidenziando poi anche il contributo determinante dei giuristi tedeschi Georg Friedrich Puchta e Rudolf von Jhering. In particolare, va esaminata la concezione giuridica del diritto di Puchta, inteso come un sistema coerente e organico, oltre a soffermarsi sull'impostazione metodologica che ne definisce il fulcro focale. Riguardo invece a Jhering si andrà a illustrare la transizione dal rigido e schematico formalismo concettuale verso una prospettiva più concreta e orientata alla dimensione sociale e funzionale del diritto. In conclusione, va esaminato come il pensiero di Hans Kelsen, con particolare attenzione ai principi cardine del suo positivismo e alle principali critiche a lui poste abbiano messo in discussione il suo approccio rigorosamente formale. Nel dettaglio, poi, il secondo capitolo affronta il pensiero di Norberto Bobbio illustrandone l'importanza nella riflessione sul positivismo giuridico. Il secondo capitolo delinea il pensiero di Norberto Bobbio, in particolare le sue riflessioni sul positivismo giuridico. Si cercano di individuare le linee guida delineate da Bobbio e il modo in cui ha contribuito poi a ridefinire l'approccio al diritto positivo. Il terzo capitolo si concentra sulle crisi del positivismo giuridico ed in particolare alla prima. Quest’ultima, è successiva alla Seconda guerra mondiale e pone una critica specifica alla concezione formalistica kelseniana, da cui sono derivate varie conseguenze metodologiche. La seconda crisi (anni Ottanta), invece, viene approfondita attraverso l'analisi del contributo di Massimo La Torre e delle nuove prospettive teoriche che si aprono con il passaggio dal sistema normativo alla prassi giuridica. Vengono infine considerate le implicazioni pedagogiche di tali crisi. Nel quarto capitolo si ricorda come la crisi teorica viene collegata direttamente alla dimensione didattica. Dopo aver analizzato il metodo tradizionale basato sulla lezione frontale e le sue radici nel positivismo kelseniano, si considera l'impatto dell'intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie sulla formazione giuridica contemporanea. Infine, nell’ultimo capitolo si esplorano le nuove metodologie didattiche che cercano di superare i limiti evidenziati: il Concept-Based Learning/Teaching, il Problem-Based Learning/Teaching attraverso le Legal Clinics, e infine il Choice-Based Learning/Teaching, quale strumento di individualizzazione della formazione giuridica. In sintesi, attraverso un’indagine approfondita e su più livelli, il presente elaborato si propone di apportare un contributo innovativo al dibattito attuale riguardante la crisi teorica e formativa del positivismo giuridico, evidenziando degli approcci alternativi per una preparazione giuridica capace di affrontare con efficacia le sfide del presente e del prossimo futuro.
La lezione di diritto tra la crisi del positivismo giuridico e nuove prospettive didattiche
MONI, ALBA
2024/2025
Abstract
ABSTRACT: Si mette in luce con la presente tesi magistrale il rapporto tra la crisi del positivismo giuridico e la metodologia tradizionale d'insegnamento basata sulla lezione frontale, individuando così nuove prospettive didattiche che possano rispondere adeguatamente alle attuali esigenze formative. Va evidenziato come il primo capitolo richiami sinteticamente e analiticamente la figura del giurista Friedrich Carl Von Savigny e il contesto storico della Pandettistica europea. Nel dettaglio si illustra la sua visione sistematica e ordinata della struttura dell'ordinamento, evidenziando poi anche il contributo determinante dei giuristi tedeschi Georg Friedrich Puchta e Rudolf von Jhering. In particolare, va esaminata la concezione giuridica del diritto di Puchta, inteso come un sistema coerente e organico, oltre a soffermarsi sull'impostazione metodologica che ne definisce il fulcro focale. Riguardo invece a Jhering si andrà a illustrare la transizione dal rigido e schematico formalismo concettuale verso una prospettiva più concreta e orientata alla dimensione sociale e funzionale del diritto. In conclusione, va esaminato come il pensiero di Hans Kelsen, con particolare attenzione ai principi cardine del suo positivismo e alle principali critiche a lui poste abbiano messo in discussione il suo approccio rigorosamente formale. Nel dettaglio, poi, il secondo capitolo affronta il pensiero di Norberto Bobbio illustrandone l'importanza nella riflessione sul positivismo giuridico. Il secondo capitolo delinea il pensiero di Norberto Bobbio, in particolare le sue riflessioni sul positivismo giuridico. Si cercano di individuare le linee guida delineate da Bobbio e il modo in cui ha contribuito poi a ridefinire l'approccio al diritto positivo. Il terzo capitolo si concentra sulle crisi del positivismo giuridico ed in particolare alla prima. Quest’ultima, è successiva alla Seconda guerra mondiale e pone una critica specifica alla concezione formalistica kelseniana, da cui sono derivate varie conseguenze metodologiche. La seconda crisi (anni Ottanta), invece, viene approfondita attraverso l'analisi del contributo di Massimo La Torre e delle nuove prospettive teoriche che si aprono con il passaggio dal sistema normativo alla prassi giuridica. Vengono infine considerate le implicazioni pedagogiche di tali crisi. Nel quarto capitolo si ricorda come la crisi teorica viene collegata direttamente alla dimensione didattica. Dopo aver analizzato il metodo tradizionale basato sulla lezione frontale e le sue radici nel positivismo kelseniano, si considera l'impatto dell'intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie sulla formazione giuridica contemporanea. Infine, nell’ultimo capitolo si esplorano le nuove metodologie didattiche che cercano di superare i limiti evidenziati: il Concept-Based Learning/Teaching, il Problem-Based Learning/Teaching attraverso le Legal Clinics, e infine il Choice-Based Learning/Teaching, quale strumento di individualizzazione della formazione giuridica. In sintesi, attraverso un’indagine approfondita e su più livelli, il presente elaborato si propone di apportare un contributo innovativo al dibattito attuale riguardante la crisi teorica e formativa del positivismo giuridico, evidenziando degli approcci alternativi per una preparazione giuridica capace di affrontare con efficacia le sfide del presente e del prossimo futuro.| File | Dimensione | Formato | |
|---|---|---|---|
|
Moni_Alba_tesi.pdf
accesso aperto
Dimensione
3.04 MB
Formato
Adobe PDF
|
3.04 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
The text of this website © Università degli studi di Padova. Full Text are published under a non-exclusive license. Metadata are under a CC0 License
https://hdl.handle.net/20.500.12608/87143