La presente tesi in Giustizia Costituzionale analizza il rapporto tra la Corte costituzionale e il principio dell’equilibrio di bilancio, non solo quale vincolo alle politiche legislative, ma anche come strumento di bilanciamento tra risorse pubbliche e realizzazione dei diritti sociali. L’articolo 81 della Costituzione rappresenta il fulcro della riflessione, in quanto il bilancio pubblico, da mero ambito tecnico, si è trasformato in terreno di confronto tra esigenze finanziarie e diritti fondamentali. A partire dagli anni ’90, anche alla luce delle trasformazioni economiche e normative a livello nazionale ed europeo, la Corte ha progressivamente ampliato la propria funzione di controllo, incidendo sulle scelte di spesa pubblica e qualificandosi come garante del rispetto dei diritti sociali. La riforma costituzionale n. 1 del 2012 ha rafforzato questa tendenza, introducendo il principio del pareggio di bilancio, con effetti rilevanti sull’effettività di diritti quali salute, istruzione e previdenza. L’analisi si concentra sulla giurisprudenza costituzionale più recente, evidenziando le tecniche decisorie adottate dalla Corte e il crescente ricorso a un’istruttoria più articolata. Si distingue tra i giudizi in via incidentale, dove l’art. 81 difficilmente assume rilevanza autonoma, e quelli in via principale, nei quali la Corte assume un ruolo più incisivo, anche attraverso sentenze “monito” rivolte al legislatore nazionale e agli enti territoriali. Infine, si considerano le influenze del diritto europeo sull’equilibrio interno tra vincoli finanziari e tutela dei diritti, e si offrono spunti di riflessione sulle prospettive di riforma, in un’ottica orientata anche alla tutela dei diritti delle generazioni future.
La Corte Costituzionale e l'equilibrio di bilancio
FASOLO, CECILIA
2024/2025
Abstract
La presente tesi in Giustizia Costituzionale analizza il rapporto tra la Corte costituzionale e il principio dell’equilibrio di bilancio, non solo quale vincolo alle politiche legislative, ma anche come strumento di bilanciamento tra risorse pubbliche e realizzazione dei diritti sociali. L’articolo 81 della Costituzione rappresenta il fulcro della riflessione, in quanto il bilancio pubblico, da mero ambito tecnico, si è trasformato in terreno di confronto tra esigenze finanziarie e diritti fondamentali. A partire dagli anni ’90, anche alla luce delle trasformazioni economiche e normative a livello nazionale ed europeo, la Corte ha progressivamente ampliato la propria funzione di controllo, incidendo sulle scelte di spesa pubblica e qualificandosi come garante del rispetto dei diritti sociali. La riforma costituzionale n. 1 del 2012 ha rafforzato questa tendenza, introducendo il principio del pareggio di bilancio, con effetti rilevanti sull’effettività di diritti quali salute, istruzione e previdenza. L’analisi si concentra sulla giurisprudenza costituzionale più recente, evidenziando le tecniche decisorie adottate dalla Corte e il crescente ricorso a un’istruttoria più articolata. Si distingue tra i giudizi in via incidentale, dove l’art. 81 difficilmente assume rilevanza autonoma, e quelli in via principale, nei quali la Corte assume un ruolo più incisivo, anche attraverso sentenze “monito” rivolte al legislatore nazionale e agli enti territoriali. Infine, si considerano le influenze del diritto europeo sull’equilibrio interno tra vincoli finanziari e tutela dei diritti, e si offrono spunti di riflessione sulle prospettive di riforma, in un’ottica orientata anche alla tutela dei diritti delle generazioni future.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/87146