Il Carcinoma Lobulare Infiltrante (CLI) rappresenta il 5-15% di tutti i tumori al seno. Il CLI costituisce un'entità distinta dai tumori di tipo non speciale, solitamente, infatti, è caratterizzato da un esito tardivo peggiore. Inoltre, il ruolo della chemioterapia (neo)adiuvante in questo sottotipo è controverso. Nonostante la letteratura abbia dimostrato una bassa chemiosensibilità, alcuni pazienti con un profilo di rischio elevato o con un sottotipo di CLI più aggressivo, come il pleomorfo, potrebbero comunque beneficiare della CT. Al giorno d'oggi, sono disponibili dei test di profilazione genomica in grado di stimare il rischio di recidiva precoce del carcinoma mammario, al fine di supportare i clinici nel processo decisionale per il trattamento adiuvante. Tra questi, l'Oncotype DX® (ODX), un test basato su 21 geni che calcola il punteggio di recidiva (RS) da 0 a 100, è approvato, in Italia, per pazienti con carcinoma mammario HR+/HER2- con un profilo di rischio intermedio. Questo test è stato validato attraverso studi prospettici randomizzati, i quali però, non hanno preso in considerazione specificamente pazienti con tumori lobulari, risultando, così, sottorappresentati negli studi pivotali relativi al test Oncotype DX®. Di conseguenza, le evidenze riguardanti l'uso del test Oncotype DX® nel CLI sono limitate, lasciando incertezze sul suo valore in questa specifica popolazione. L'obiettivo principale dello studio è stato quello di descrivere le caratteristiche clinico-patologiche e i risultati del test Oncotype DX® in una popolazione di pazienti con diagnosi di CLI HR+/HER2- arruolati da 4 istituti italiani e di esplorare l'impatto del RS sulla proposta di trattamento adiuvante.
Ruolo del test Oncotype DX nel carcinoma lobulare infiltrante della mammella HR+/HER2-: studio retrospettivo osservazionale multicentrico POLLON
POZZEBON, ARIANNA
2024/2025
Abstract
Il Carcinoma Lobulare Infiltrante (CLI) rappresenta il 5-15% di tutti i tumori al seno. Il CLI costituisce un'entità distinta dai tumori di tipo non speciale, solitamente, infatti, è caratterizzato da un esito tardivo peggiore. Inoltre, il ruolo della chemioterapia (neo)adiuvante in questo sottotipo è controverso. Nonostante la letteratura abbia dimostrato una bassa chemiosensibilità, alcuni pazienti con un profilo di rischio elevato o con un sottotipo di CLI più aggressivo, come il pleomorfo, potrebbero comunque beneficiare della CT. Al giorno d'oggi, sono disponibili dei test di profilazione genomica in grado di stimare il rischio di recidiva precoce del carcinoma mammario, al fine di supportare i clinici nel processo decisionale per il trattamento adiuvante. Tra questi, l'Oncotype DX® (ODX), un test basato su 21 geni che calcola il punteggio di recidiva (RS) da 0 a 100, è approvato, in Italia, per pazienti con carcinoma mammario HR+/HER2- con un profilo di rischio intermedio. Questo test è stato validato attraverso studi prospettici randomizzati, i quali però, non hanno preso in considerazione specificamente pazienti con tumori lobulari, risultando, così, sottorappresentati negli studi pivotali relativi al test Oncotype DX®. Di conseguenza, le evidenze riguardanti l'uso del test Oncotype DX® nel CLI sono limitate, lasciando incertezze sul suo valore in questa specifica popolazione. L'obiettivo principale dello studio è stato quello di descrivere le caratteristiche clinico-patologiche e i risultati del test Oncotype DX® in una popolazione di pazienti con diagnosi di CLI HR+/HER2- arruolati da 4 istituti italiani e di esplorare l'impatto del RS sulla proposta di trattamento adiuvante.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/87291