Il processo storico verso l’universalità del diritto alla salute è stato caratterizzato da dinamiche complesse e un’evoluzione politica articolata. Nonostante i lunghi anni di impegno per il superamento del sistema mutualistico ereditato dal periodo fascista, ancora oggi, nel 2025, le politiche sanitarie italiane non presentano un miglioramento decisivo e strutturale. Un momento fondamentale in questo processo fu il 1978, anno che segnò un importante cambiamento sociale, politico ed economico, sancendo per la prima volta il riconoscimento ufficiale del diritto alla salute come universale grazie alla creazione del Servizio Sanitario Nazionale. Da allora, ogni cittadino italiano ha potuto sentirsi tutelato in ambito sanitario, in quanto soggetto a cure gratuite e accessibili in condizioni di uguaglianza. L’influenza del contesto internazionale ha portato un riscontro positivo nello sviluppo del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). In particolare, la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo nel 1948 ha rappresentato un punto di svolta attraverso la creazione dell’articolo 25, che sancisce l’importanza di tutelare il diritto alla salute in quanto diritto umano e diritto fondamentale. Il suo riconoscimento formale, scritto in una dichiarazione, ha stabilito la sua effettiva identità tra la moltitudine dei diritti, favorendo una crescente attenzione globale alle questioni sanitarie, culminata nella creazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, protagonista della stipulazione degli accordi tra i vari Paesi partecipi in materia sanitaria, promuovendo la cooperazione e la solidarietà. Per la nascita del SSN italiano, il modello ispiratore fu il National Health Service inglese, primo sistema sanitario europeo ad attuare concretamente il diritto alla salute universale ed equo. Questo modello contribuì a sensibilizzare i cittadini italiani, rendendoli partecipi di un cambiamento strutturale decisivo. Il SSN fonda la sua istituzione su pilastri imprescindibili come il principio di universalità di copertura, di equità di accesso e uguaglianza di trattamento, di uniformità delle prestazioni, di partecipazione democratica e di fiscalità generale di tipo progressivo. Tuttavia, nel corso degli anni, le sfide affrontate in ambito sanitario furono molteplici, tra cui lo sviluppo di processi di regionalizzazione, aziendalizzazione e privatizzazione, che hanno progressivamente indebolito il principio di universalità del diritto alla salute. A partire dagli anni Duemila, i limiti del servizio sanitario nazionale sfociarono in risposte politiche basate sul ridimensionamento delle risorse pubbliche e sul definanziamento del servizio verso la sanità privata, mettendo in crisi la sostenibilità e l’equità del SSN. Nel 2020, dunque, la pandemia da Covid-19 colpisce il Paese nel suo momento di massima fragilità, evidenziando tutte le criticità del sistema e lasciando una profonda ferita nel contesto sociale e istituzionale. A quasi cinquant’anni dalla sua creazione, il Servizio Sanitario Nazionale appare oggi lontano dai principi fondativi su cui venne costruito, primo tra tutti quello dell’universalità del diritto alla salute. L’obiettivo della tesi è quello di delineare i punti fondamentali che hanno determinato il riconoscimento del diritto alla salute universale in Italia, delineando le problematiche e i progressi che hanno coinvolto il nostro Paese dal secondo dopoguerra fino ad oggi.
Il processo storico verso l'universalità del diritto alla salute
RIZZINI, CAMILLA
2024/2025
Abstract
Il processo storico verso l’universalità del diritto alla salute è stato caratterizzato da dinamiche complesse e un’evoluzione politica articolata. Nonostante i lunghi anni di impegno per il superamento del sistema mutualistico ereditato dal periodo fascista, ancora oggi, nel 2025, le politiche sanitarie italiane non presentano un miglioramento decisivo e strutturale. Un momento fondamentale in questo processo fu il 1978, anno che segnò un importante cambiamento sociale, politico ed economico, sancendo per la prima volta il riconoscimento ufficiale del diritto alla salute come universale grazie alla creazione del Servizio Sanitario Nazionale. Da allora, ogni cittadino italiano ha potuto sentirsi tutelato in ambito sanitario, in quanto soggetto a cure gratuite e accessibili in condizioni di uguaglianza. L’influenza del contesto internazionale ha portato un riscontro positivo nello sviluppo del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). In particolare, la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo nel 1948 ha rappresentato un punto di svolta attraverso la creazione dell’articolo 25, che sancisce l’importanza di tutelare il diritto alla salute in quanto diritto umano e diritto fondamentale. Il suo riconoscimento formale, scritto in una dichiarazione, ha stabilito la sua effettiva identità tra la moltitudine dei diritti, favorendo una crescente attenzione globale alle questioni sanitarie, culminata nella creazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, protagonista della stipulazione degli accordi tra i vari Paesi partecipi in materia sanitaria, promuovendo la cooperazione e la solidarietà. Per la nascita del SSN italiano, il modello ispiratore fu il National Health Service inglese, primo sistema sanitario europeo ad attuare concretamente il diritto alla salute universale ed equo. Questo modello contribuì a sensibilizzare i cittadini italiani, rendendoli partecipi di un cambiamento strutturale decisivo. Il SSN fonda la sua istituzione su pilastri imprescindibili come il principio di universalità di copertura, di equità di accesso e uguaglianza di trattamento, di uniformità delle prestazioni, di partecipazione democratica e di fiscalità generale di tipo progressivo. Tuttavia, nel corso degli anni, le sfide affrontate in ambito sanitario furono molteplici, tra cui lo sviluppo di processi di regionalizzazione, aziendalizzazione e privatizzazione, che hanno progressivamente indebolito il principio di universalità del diritto alla salute. A partire dagli anni Duemila, i limiti del servizio sanitario nazionale sfociarono in risposte politiche basate sul ridimensionamento delle risorse pubbliche e sul definanziamento del servizio verso la sanità privata, mettendo in crisi la sostenibilità e l’equità del SSN. Nel 2020, dunque, la pandemia da Covid-19 colpisce il Paese nel suo momento di massima fragilità, evidenziando tutte le criticità del sistema e lasciando una profonda ferita nel contesto sociale e istituzionale. A quasi cinquant’anni dalla sua creazione, il Servizio Sanitario Nazionale appare oggi lontano dai principi fondativi su cui venne costruito, primo tra tutti quello dell’universalità del diritto alla salute. L’obiettivo della tesi è quello di delineare i punti fondamentali che hanno determinato il riconoscimento del diritto alla salute universale in Italia, delineando le problematiche e i progressi che hanno coinvolto il nostro Paese dal secondo dopoguerra fino ad oggi.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/87482