Rudolf Nureyev: Icona della danza e della fotografia nell'epoca della Guerra Fredda

This thesis aims to analyze the figure of Rudolf Nureyev, the renowned twentieth-century dancer, focusing on his evolution from artist to emblematic figure of culture and the media. Through an approach that weaves together biography, history, and iconographic analysis, the study reconstructs the dancer’s personal and artistic journey, from his training in the Soviet Union to his defection in Paris in 1961. Particular attention is given to the role of photography in shaping the Nureyev myth, by examining a selection of portraits taken by some of the greatest photographers of the last century, including Cecil Beaton, Henri Cartier-Bresson, Irving Penn, Richard Avedon, Lord Snowdon, Giancarlo Botti, Colin Jones, and Andy Warhol. The research is further enriched by an analysis of the artist’s cultural legacy, which includes both initiatives aimed at preserving his memory such as the Rudolf Nureyev Foundation and his celebrated artistic partnership with Margot Fonteyn, a collaboration that marked the history of twentieth-century ballet, as well as his venture into cinema with the role of Rudolph Valentino in Ken Russell’s film Valentino. This study seeks to provide a comprehensive interpretation of the Nureyev phenomenon, as he was one of the most photographed dancers in history.

Il presente elaborato intende analizzare la figura di Rudolf Nureyev, celebre ballerino del Novecento, nella sua evoluzione da artista a figura emblematica della cultura e dei media. Attraverso un approccio che intreccia biografia, storia e analisi iconografica, questa tesi ricostruisce il percorso umano e artistico del danzatore, dalla formazione in Unione Sovietica fino alla diserzione a Parigi nel 1961. Particolare attenzione è riservata al ruolo della fotografia nella costruzione del mito Nureyev, esaminando alcuni degli scatti dei più grandi fotografi del secolo scorso, come Cecil Beaton, Henri Cartier-Bresson, Irving Penn, Richard Avedon, Lord Snowdon, Giancarlo Botti, Colin Jones e Andy Warhol. L’indagine si completa con un'analisi del lascito culturale dell’artista, che comprende sia le iniziative volte a preservarne la memoria, tra cui la Rudolf Nureyev Foundation, sia il suo celebre sodalizio artistico con Margot Fonteyn, partnership che ha segnato la storia della danza del Novecento, fino alla sua incursione nel mondo del cinema con l’interpretazione del ruolo di Rodolfo Valentino nel film Valentino di Ken Russell. Lo studio intende offrire una lettura articolata del fenomeno Nureyev, dal momento che è stato uno dei ballerini più fotografati della storia.