La seguente ricerca ha voluto esplorare i possibili effetti del bilinguismo nei soggetti con Disturbo dello Spettro Autistico (ASD), mettendo in relazione, da una parte, l'ipotesi del vantaggio esecutivo bilingue, secondo la quale i bilingui, allenati ad inibire ed attivare codici diversi, potrebbero godere di benefici cognitivi soprattutto nella flessibilità e nella capacità inibitoria, e, dall'altra, la teoria della disfunzione esecutiva nell'ASD, secondo la quale le difficoltà sperimentate dai soggetti con ASD nel comportamento e nell'interazione sociale potrebbero derivare da una compromissione delle funzioni esecutive dei lobi frontali. Essendo le due popolazioni molto eterogenee, la ricerca ha fornito quadri teorici di riferimento. Prima di approfondire i possibili vantaggi del bilinguismo, inoltre, ha analizzato gli studi, recenti ma numerosi, che hanno confrontato le capacità linguistiche di bambini bilingui ASD e monolingui ASD per capire se il bilinguismo sia davvero possibile e non comporti, invece, ulteriori difficoltà, uno dei timori più grandi dei genitori. Non trovando ragione valida per scoraggiare il bilinguismo, la ricerca si è ampiamente dedicata agli studi che hanno cercato di rispondere alla sua stessa domanda, prestando sempre attenzione alle variabili socioeconomiche e ai contesti d'uso delle lingue, coerentemente al dibattito aperto intorno all'ipotesi del vantaggio bilingue. Sebbene i risultati siano ancora pochi, recenti e discordanti, qualche beneficio sembra possa esserci, soprattutto nella flessibilità cognitiva e nell'attenzione sostenuta, con possibili benefici anche in aspetti macrostrutturali della produzione narrativa. Questo ambito di ricerca richiederebbe comunque ulteriori studi per poter trarre conclusioni più solide.
Bilinguismo e Disturbo dello Spettro Autistico: limiti e possibilità in relazione all'ipotesi del vantaggio cognitivo bilingue
CALLEGARI, BENEDETTA
2024/2025
Abstract
La seguente ricerca ha voluto esplorare i possibili effetti del bilinguismo nei soggetti con Disturbo dello Spettro Autistico (ASD), mettendo in relazione, da una parte, l'ipotesi del vantaggio esecutivo bilingue, secondo la quale i bilingui, allenati ad inibire ed attivare codici diversi, potrebbero godere di benefici cognitivi soprattutto nella flessibilità e nella capacità inibitoria, e, dall'altra, la teoria della disfunzione esecutiva nell'ASD, secondo la quale le difficoltà sperimentate dai soggetti con ASD nel comportamento e nell'interazione sociale potrebbero derivare da una compromissione delle funzioni esecutive dei lobi frontali. Essendo le due popolazioni molto eterogenee, la ricerca ha fornito quadri teorici di riferimento. Prima di approfondire i possibili vantaggi del bilinguismo, inoltre, ha analizzato gli studi, recenti ma numerosi, che hanno confrontato le capacità linguistiche di bambini bilingui ASD e monolingui ASD per capire se il bilinguismo sia davvero possibile e non comporti, invece, ulteriori difficoltà, uno dei timori più grandi dei genitori. Non trovando ragione valida per scoraggiare il bilinguismo, la ricerca si è ampiamente dedicata agli studi che hanno cercato di rispondere alla sua stessa domanda, prestando sempre attenzione alle variabili socioeconomiche e ai contesti d'uso delle lingue, coerentemente al dibattito aperto intorno all'ipotesi del vantaggio bilingue. Sebbene i risultati siano ancora pochi, recenti e discordanti, qualche beneficio sembra possa esserci, soprattutto nella flessibilità cognitiva e nell'attenzione sostenuta, con possibili benefici anche in aspetti macrostrutturali della produzione narrativa. Questo ambito di ricerca richiederebbe comunque ulteriori studi per poter trarre conclusioni più solide.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/87980