La letteratura, che nel passato ha goduto di grande prestigio, sta attraversando, oggi, una crisi silenziosa, poiché è stata messa all’angolo dalla ricerca, sempre più diffusa, di profitto. A partire da tale premessa, si tenterà di rispondere al quesito “a cosa serve la letteratura, oggi?” e si spiegheranno i motivi per i quali, pur in un contesto come quello contemporaneo, il discorso letterario può essere utile, al pari della scienza. Su tale argomento esiste, oramai, un’ampia pubblicistica che intende liberare la letteratura dallo stigma di attività improduttiva. In primo luogo, la letteratura, dal momento che è una disciplina gratuita e interessata, ci rende più umani e garantisce desideri e ideali: non c’è nulla di più essenziale, per il genere umano, di quelle attività che sembrano inessenziali. In secondo luogo, la letteratura è insostituibile, poiché ci rende migliori di come potremmo essere senza di essa, dal momento che, pur non potendo, da sola, sradicare l’ingiustizia e la violenza, stimola il pensiero critico e favorisce la cosiddetta “immaginazione simpatetica”. Il discorso letterario, infatti, mette in atto delle dinamiche educative che condizionano, nel profondo, lo sviluppo dell’essere umano e genera apprendimento pur non intenzionalmente: per tale ragione, Sergio Tramma ha sostenuto che la letteratura è un’esperienza educativa “informale”. Tullio De Mauro, in accordo con ciò, ha parlato di “pedagogia dei non pedagogisti”: la letteratura è una potente forma di educazione alternativa, pur non essendo una pedagogia tradizionalmente e formalmente strutturata. Infine, il testo letterario è determinante nello sviluppo delle capacità cognitive del bambino, ha un ruolo decisivo nella costruzione del Sé e ci arricchisce interiormente, poiché ci permette di scoprire aspetti di noi che, altrimenti, mai conosceremmo: inoltre, ci aiuta a vivere, sospendendo le incombenze del giorno dopo e allontanando il peso della vita, e ci trasforma nel profondo, dal momento che la capacità di dare una forma nuova alla nostra vita. Quanto detto sin qui è stato, oramai, dimenticato dal senso comune, ma non solo: l’istituzione-scuola è complice di quel processo di svalutazione di cui si è accennato pocanzi, poiché è "smarrita". Infatti, Federico Bertoni ha sostenuto che la didattica della letteratura è, oggigiorno, un “edificio pericolante”. Per restaurare tale insegnamento, il docente di lettere dovrebbe, da un lato, poggiare su degli esempi positivi di prassi educativa che possono fungere da modello, quali, ad esempio, quelli di Giorgio Caproni, Franco Fortini e Luigi Meneghello; dall’altro, mettere in risalto le risorse formative del testo letterario. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, l’insegnante di lettere dovrebbe valorizzare la polisemia della parola letteraria, stimolare l’empatia, e dunque il coinvolgimento emotivo degli studenti con i fatti narrati o i personaggi presentati, incentivare lo straniamento, e quindi il distacco critico, promuovere la complementarietà tra educazione linguistica ed educazione letteraria. La didattica della letteratura può (e deve) avere uno spazio all’interno dell’ambiente educativo contemporaneo.

Per una "pedagogia dei non pedagogisti": la scuola di oggi e l'utilità della letteratura.

CREMASCO, AURORA
2024/2025

Abstract

La letteratura, che nel passato ha goduto di grande prestigio, sta attraversando, oggi, una crisi silenziosa, poiché è stata messa all’angolo dalla ricerca, sempre più diffusa, di profitto. A partire da tale premessa, si tenterà di rispondere al quesito “a cosa serve la letteratura, oggi?” e si spiegheranno i motivi per i quali, pur in un contesto come quello contemporaneo, il discorso letterario può essere utile, al pari della scienza. Su tale argomento esiste, oramai, un’ampia pubblicistica che intende liberare la letteratura dallo stigma di attività improduttiva. In primo luogo, la letteratura, dal momento che è una disciplina gratuita e interessata, ci rende più umani e garantisce desideri e ideali: non c’è nulla di più essenziale, per il genere umano, di quelle attività che sembrano inessenziali. In secondo luogo, la letteratura è insostituibile, poiché ci rende migliori di come potremmo essere senza di essa, dal momento che, pur non potendo, da sola, sradicare l’ingiustizia e la violenza, stimola il pensiero critico e favorisce la cosiddetta “immaginazione simpatetica”. Il discorso letterario, infatti, mette in atto delle dinamiche educative che condizionano, nel profondo, lo sviluppo dell’essere umano e genera apprendimento pur non intenzionalmente: per tale ragione, Sergio Tramma ha sostenuto che la letteratura è un’esperienza educativa “informale”. Tullio De Mauro, in accordo con ciò, ha parlato di “pedagogia dei non pedagogisti”: la letteratura è una potente forma di educazione alternativa, pur non essendo una pedagogia tradizionalmente e formalmente strutturata. Infine, il testo letterario è determinante nello sviluppo delle capacità cognitive del bambino, ha un ruolo decisivo nella costruzione del Sé e ci arricchisce interiormente, poiché ci permette di scoprire aspetti di noi che, altrimenti, mai conosceremmo: inoltre, ci aiuta a vivere, sospendendo le incombenze del giorno dopo e allontanando il peso della vita, e ci trasforma nel profondo, dal momento che la capacità di dare una forma nuova alla nostra vita. Quanto detto sin qui è stato, oramai, dimenticato dal senso comune, ma non solo: l’istituzione-scuola è complice di quel processo di svalutazione di cui si è accennato pocanzi, poiché è "smarrita". Infatti, Federico Bertoni ha sostenuto che la didattica della letteratura è, oggigiorno, un “edificio pericolante”. Per restaurare tale insegnamento, il docente di lettere dovrebbe, da un lato, poggiare su degli esempi positivi di prassi educativa che possono fungere da modello, quali, ad esempio, quelli di Giorgio Caproni, Franco Fortini e Luigi Meneghello; dall’altro, mettere in risalto le risorse formative del testo letterario. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, l’insegnante di lettere dovrebbe valorizzare la polisemia della parola letteraria, stimolare l’empatia, e dunque il coinvolgimento emotivo degli studenti con i fatti narrati o i personaggi presentati, incentivare lo straniamento, e quindi il distacco critico, promuovere la complementarietà tra educazione linguistica ed educazione letteraria. La didattica della letteratura può (e deve) avere uno spazio all’interno dell’ambiente educativo contemporaneo.
2024
For a "pedagogy of non-pedagogues": today's school and the usefulness of literature.
Educazione
Letteratura
Scuola
Pedagogia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/88008