La “philia” aristotelica come pilastro della politica: etica e virtù per un mondo migliore

Il concetto di “philia” per i greci rappresentava l’ amicizia virtuosa, disinteressata, benevola, tra i cittadini delle polis. Il destino degli altri veniva percepito come se fosse il nostro destino. Questo garantiva un forte senso di comunanza tra cittadini, i quali a loro volta tentavano di praticare il bene, perseguibile tramite la virtù. Aristotele, uno dei più grandi filosofi dell’Antica Grecia, spiega la concettualizzazione e l’applicazione dell’etica e della virtù, nell’Etica Nicomachea, opera fondamentale per la nostra ricerca. Aristotele ci darà una spiegazione di morale, etica e virtù, e una classificazione di queste ultime. Tra queste la più importante sarà la giustizia. In questo percorso, l’amicizia, si pone in corrispondenza alla felicità. Anche per la felicità ci saranno gradi diversi. La ricerca mira a capire se, l’etica e la virtù, si possiedano per natura o se esse si possano, tramite un lungo percorso, apprendere, o meglio interiorizzare. L’auspicio, sta nella speranza di un futuro dove vi sia l’empatia e il rispetto nei confronti altrui e dell’ambiente circostante a noi tutti.