La pandemia di COVID-19 ha provocato una delle crisi più profonde nella storia dell’umanità. Le sue conseguenze sono state multidisciplinari in quanto hanno toccato molteplici ambiti, da quello economico e sanitario a quello sociale e psicologico. Quest’ultima sfera, in particolare, è stata oggetto di impatti non visibili in maniera tangibile e per tale ragione spesso considerata meno danneggiata dalla crisi pandemica. Questa tesi vuole evidenziare il contrario: partendo da un'analisi generale del contesto in cui la pandemia di COVID-19 ha avuto inizio e dalle sue prime conseguenze, rileva, in seguito, gli effetti riprodotti sulla salute mentale dei cittadini del mondo, focalizzandosi sui gruppi più vulnerabili, come i giovani, gli anziani e i soggetti con un disturbo psicologico già diagnosticato. Da un'analisi dettagliata della letteratura emerge come la pandemia di COVID-19 abbia inciso negativamente sulla salute mentale delle persone, immediatamente costrette a riprogettare la propria routine quotidiana e a mostrare un forte senso di adattamento a nuove modalità di vita, nonchè a lottare contro la paura e il timore di essere contagiati da un virus di cui non si conoscevano le caratteristiche. Questi aspetti, uniti alle immediate politiche attuate dai governi per contenere il contagio e tutelare la salute pubblica, hanno contribuito all’insorgere di sintomi legati a disturbi mentali, con ansia, depressione, disturbi del comportamento alimentare e ideazioni suicidiarie tra i più frequenti. Il genere femminile risulta essere il più colpito, mentre i fattori scatenanti sono stati individuati in isolamento, DAD, precarietà economica, relazioni familiari instabili ed eccessivo utilizzo dei cellulari. Questa tesi vuole mettere in rilievo gli interventi adottati dalle autorità pubbliche e sanitarie per fronteggiare la crisi pandemica, evidenziando come la carenza di risorse, finanziamenti e personale sanitario siano state le principali criticità che hanno ostacolato un intervento pronto ed efficace. Essa vuole, infine, essere uno strumento per richiamare l’attenzione dei policy makers e lanciare un grido di aiuto, con la speranza che investimenti maggiori e campagne di sensibilizzazione e prevenzione siano realizzate al fine di garantire a tutti un accesso equo, dignitoso e valido ai servizi sanitari, promuovendo un welfare pubblico-privato con approccio territoriale che abbia a cuore i bisogni concreti della comunità.
“Dal lockdown alla solitudine: le conseguenze della pandemia di COVID-19 sulla salute mentale e i possibili interventi di mitigazione”
BRUGNERA, ELENA
2024/2025
Abstract
La pandemia di COVID-19 ha provocato una delle crisi più profonde nella storia dell’umanità. Le sue conseguenze sono state multidisciplinari in quanto hanno toccato molteplici ambiti, da quello economico e sanitario a quello sociale e psicologico. Quest’ultima sfera, in particolare, è stata oggetto di impatti non visibili in maniera tangibile e per tale ragione spesso considerata meno danneggiata dalla crisi pandemica. Questa tesi vuole evidenziare il contrario: partendo da un'analisi generale del contesto in cui la pandemia di COVID-19 ha avuto inizio e dalle sue prime conseguenze, rileva, in seguito, gli effetti riprodotti sulla salute mentale dei cittadini del mondo, focalizzandosi sui gruppi più vulnerabili, come i giovani, gli anziani e i soggetti con un disturbo psicologico già diagnosticato. Da un'analisi dettagliata della letteratura emerge come la pandemia di COVID-19 abbia inciso negativamente sulla salute mentale delle persone, immediatamente costrette a riprogettare la propria routine quotidiana e a mostrare un forte senso di adattamento a nuove modalità di vita, nonchè a lottare contro la paura e il timore di essere contagiati da un virus di cui non si conoscevano le caratteristiche. Questi aspetti, uniti alle immediate politiche attuate dai governi per contenere il contagio e tutelare la salute pubblica, hanno contribuito all’insorgere di sintomi legati a disturbi mentali, con ansia, depressione, disturbi del comportamento alimentare e ideazioni suicidiarie tra i più frequenti. Il genere femminile risulta essere il più colpito, mentre i fattori scatenanti sono stati individuati in isolamento, DAD, precarietà economica, relazioni familiari instabili ed eccessivo utilizzo dei cellulari. Questa tesi vuole mettere in rilievo gli interventi adottati dalle autorità pubbliche e sanitarie per fronteggiare la crisi pandemica, evidenziando come la carenza di risorse, finanziamenti e personale sanitario siano state le principali criticità che hanno ostacolato un intervento pronto ed efficace. Essa vuole, infine, essere uno strumento per richiamare l’attenzione dei policy makers e lanciare un grido di aiuto, con la speranza che investimenti maggiori e campagne di sensibilizzazione e prevenzione siano realizzate al fine di garantire a tutti un accesso equo, dignitoso e valido ai servizi sanitari, promuovendo un welfare pubblico-privato con approccio territoriale che abbia a cuore i bisogni concreti della comunità.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/88217