Dal pregiudizio cognitivo alla realtà statistica: il caso della "mano calda"

L’effetto mano calda (hot hand) è la credenza secondo cui un atleta che sta attraversando una striscia positiva – ad esempio un cestista che ha segnato diversi canestri consecutivi – abbia una probabilità di successo aumentata nei tentativi successivi. Questo fenomeno, radicato nell’intuizione comune e nell’esperienza sportiva, è stato oggetto di dibattito scientifico sin dagli anni ’80. Tutti gli studi effettuati tra il 1979 e il 2010 sostengono che si tratti di un’illusione cognitiva dovuta a errori di percezione delle sequenze casuali. Tuttavia, studi più recenti, in particolare quelli di Miller e Sanjurjo, hanno mostrato che le analisi precedenti erano affette da errori metodologici. Correggendo tali errori e utilizzando statistiche test più potenti, i risultati mostrano evidenze significative a supporto dell’effettiva esistenza della mano calda. In questa tesi si ripercorrono i principali sviluppi di questa controversia, analizzando sia gli approcci teorici che quelli empirici adottati nel tempo, con l’obiettivo di fornire un quadro completo del fenomeno.