"Redistribuzione del potere e coesione sociale: costruire una pace duratura dopo un conflitto"

Building a lasting climate of peace after armed conflict is one of the most complex challenges to be faced in the political, economic and institutional spheres. This paper analyses the role of power redistribution and social cohesion in post-war stabilisation processes, with a particular focus on civil war contexts. Starting from an analysis of the main contributions in the literature on peacebuilding and theories on power-sharing, it investigates how power-sharing between previously conflicting groups can promote their inclusion in the political and social sphere, thereby reducing the risk of a relapse into violence and promoting the legitimacy of institutions. In addition, concrete examples will be provided of countries that have historically adopted policies of power redistribution and ethnic inclusion as tools for internal stabilisation and have achieved particularly positive and relevant results for future research. The results of the analysis confirm that power-sharing, when integrated with redistributive measures and inclusive processes, can be an effective tool in the drafting and implementation of peace agreements to promote reconciliation and consolidate long-term peace. However, this tool is not without its limitations, as it could lead to a crystallisation of ethnic divisions, but it can be mitigated by accompanying the mechanisms of power redistribution with flexible policies based on a long-term vision founded on justice and equity.

La costruzione di un clima di pace duraturo dopo un conflitto armato rappresenta una delle sfide più complesse da affrontare, in ambito politico, economico e istituzionale. Questo elaborato analizza il ruolo della redistribuzione del potere e della coesione sociale nei processi di stabilizzazione post-bellica, con una particolare attenzione ai contesti di guerra civile. A partire dall'analisi dei contributi principali in materia di letteratura sul peacebuilding e delle teorie sul power-sharing, si indaga come la condivisione del potere tra gruppi precedentemente in conflitto, possa favorire l'inclusione di quest'ultimi nella sfera politica e sociale; riducendo in questo modo il rischio di ricaduta nella violenza e promuovendo la legittimità delle istituzioni. Inoltre, verranno portati anche esempi concreti di paesi che nel corso della storia hanno adottato politiche di redistribuzione del potere e inclusione etnica, come strumenti per la stabilizzazione interna, e che hanno ottenuto dei risultati particolarmente positivi e rilevanti per la ricerca futura. I risultati dell'analisi confermano che il power-sharing, nel momento in cui viene integrato con misure redistributive e processi inclusivi, può essere uno strumento efficacie in fase di stesura e implementazione degli accordi di pace, per favorire la riconciliazione e consolidare la pace a lungo termine. Tuttavia, questo strumento non è privo di limiti, infatti potrebbe portare ad una cristallizzazione delle divisioni etniche, ma che può essere arginata accompagnando i meccanismi di redistribuzione del potere con politiche flessibili che si basino su una visione di lungo periodo fondata sulla giustizia e sull'equità.