Il liquido cerebrospinale e il flusso sanguigno sono separati fisicamente da endoteli e meningi, tuttavia si rivelano rilevantemente dipendenti l'uno all'altro. Nel cervello e lungo la colonna vertebrale, il sistema vascolare e lo spazio subaracnoideo, in cui il liquido cerebrospinale manifesta il proprio movimento, sono caratterizzati da geometrie particolari, da cui dipendono gli aspetti fluidodinamici che si indagano. Il flusso netto di liquido cerebrospinale segue infatti l'andamento del flusso sanguigno del circolo di Willis, le cui biforcazioni non obbediscono al principio di ottimalità come nel resto dell'organismo. I modelli fluidodinamici a cui ci si riferisce nella trattazione mirano a giustificare e chiarire l'interazione ancora poco conosciuta tra i due flussi fluidici e, modificando alcune ipotesi circa i modelli assunti, a evidenziare come il disfunzionamento di un distretto conduca alla variazione dell'altro. Ne conseguono le malformazioni arterovenose, la fistole seno-durale e i disturbi cognitivi, associati alla sempre presente risposta infiammatoria indotta dai cambiamenti di moto percepiti alle pareti dei vasi. Le approssimazioni utilizzate dai modelli che permettono di studiare l'interazione trattata costituiscono un limite importante: gli studi sono dunque in continua evoluzione e, con essi, anche le terapie. Una terapia innovativa non chirurgica che, nonostante sia di recente scoperta, sempre più conferma la sua affidabilità nel migliorare le funzioni cerebrali è la terapia di fotobiomodulazione. Essa agisce sulle vie di clearence, fondamentali per mantenere l'omeostasi, e si mostra idonea per mitigare la neuroinfiammazione, caratteristica fisiopatologica chiave osservata nei disturbi cerebrali. Nonostante la profondità di penetrazione della luce costituisca un limite per tale terapia, la sua applicazione non trova particolari ostacoli in quanto economica e priva di effetti collaterali.
INTERAZIONE RECIPROCA TRA LIQUIDO CEREBROSPINALE E FLUSSO SANGUIGNO IN CONDIZIONI FISIOPATOLOGICHE
GAVAGNA, ANNA
2024/2025
Abstract
Il liquido cerebrospinale e il flusso sanguigno sono separati fisicamente da endoteli e meningi, tuttavia si rivelano rilevantemente dipendenti l'uno all'altro. Nel cervello e lungo la colonna vertebrale, il sistema vascolare e lo spazio subaracnoideo, in cui il liquido cerebrospinale manifesta il proprio movimento, sono caratterizzati da geometrie particolari, da cui dipendono gli aspetti fluidodinamici che si indagano. Il flusso netto di liquido cerebrospinale segue infatti l'andamento del flusso sanguigno del circolo di Willis, le cui biforcazioni non obbediscono al principio di ottimalità come nel resto dell'organismo. I modelli fluidodinamici a cui ci si riferisce nella trattazione mirano a giustificare e chiarire l'interazione ancora poco conosciuta tra i due flussi fluidici e, modificando alcune ipotesi circa i modelli assunti, a evidenziare come il disfunzionamento di un distretto conduca alla variazione dell'altro. Ne conseguono le malformazioni arterovenose, la fistole seno-durale e i disturbi cognitivi, associati alla sempre presente risposta infiammatoria indotta dai cambiamenti di moto percepiti alle pareti dei vasi. Le approssimazioni utilizzate dai modelli che permettono di studiare l'interazione trattata costituiscono un limite importante: gli studi sono dunque in continua evoluzione e, con essi, anche le terapie. Una terapia innovativa non chirurgica che, nonostante sia di recente scoperta, sempre più conferma la sua affidabilità nel migliorare le funzioni cerebrali è la terapia di fotobiomodulazione. Essa agisce sulle vie di clearence, fondamentali per mantenere l'omeostasi, e si mostra idonea per mitigare la neuroinfiammazione, caratteristica fisiopatologica chiave osservata nei disturbi cerebrali. Nonostante la profondità di penetrazione della luce costituisca un limite per tale terapia, la sua applicazione non trova particolari ostacoli in quanto economica e priva di effetti collaterali.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/89355