Artificial intelligence has an increasing influence on the daily lives of individuals. In the world of work, the use of intelligent systems and decision-making algorithms seems to be increasingly widespread, with effects having a significant impact on the entire employment relationship, from recruitment to termination, through the direction of performance. The use of these decision-making tools, although technologically advanced and apparently "neutral", can hide forms of discrimination, which are complex to detect and even more difficult for the worker to prove. From the analysis of the functioning of these systems, in particular, emerges the possibility that direct and indirect discrimination may occur, resulting from bias, namely distortions, of the algorithm used and the results produced by it. On the basis of the countless cases of discrimination which have concretely occurred during the employment relationship, it is natural to ask whether the system of protection currently provided by national and Community legislation is adequate and sufficient. There is also a question about the capacity of the current legal system to respond effectively to new forms of algorithmic discrimination. The thesis aims to carry out, firstly, a study of the current anti-discrimination legislation, reconstructing the constitutional and European framework. It focuses, in particular, on the various factors of discrimination currently recognized and the means of protection currently provided, analyzing the procedural procedures, the discipline of the burden of proof, extra-judicial protection and the role of institutional bodies in facing discrimination. This first analysis highlights the difficulties of adapting traditional tools to the new digital reality. For this reason, the legislator has warned that there is a need to proceed with an integration of the existing legal framework, oriented towards prevention and transparency, implemented through the introduction of the GDPR and the AI Act, followed by national legislation on algorithmic transparency. The analysis of these additional regulatory forecasts will provide the basis for a critical reflection on the completeness and effectiveness of the system currently in force, and will allow to question the capacity of the same to guarantee effective protection to the new challenges posed by artificial intelligence in labour law.

L’intelligenza artificiale esercita un’influenza crescente nella vita quotidiana degli individui. Nel mondo del lavoro, l’impiego di sistemi intelligenti e algoritmi decisionali sembra essere sempre più diffuso, con effetti dal significativo impatto sull’intero rapporto di lavoro, dalla selezione del personale alla cessazione del rapporto di lavoro, passando per la direzione della prestazione. L’utilizzo di questi strumenti decisionali, seppur tecnologicamente avanzati e apparentemente “neutri”, può nascondere forme di discriminazioni, complesse da rilevare e ancor più difficili da dimostrare da parte del lavoratore. Dall’analisi del funzionamento di questi sistemi, in particolare, emerge la possibilità che si verifichino discriminazioni dirette e indirette, derivanti da bias, cioè distorsioni, dell’algoritmo utilizzato e dei risultati da esso prodotti. Alla luce degli innumerevoli casi di discriminazioni, concretamente verificatisi durante il rapporto di lavoro, sorge spontaneo chiedersi se l’apparato di tutele attualmente previsto dalla normativa nazionale e comunitaria sia adeguato e sufficiente. Ci si interroga, inoltre, circa la capacità del sistema giuridico vigente di rispondere in modo efficace alle nuove forme di discriminazioni algoritmiche. La tesi si propone di svolgere, in primo luogo, uno studio dell’apparato normativo antidiscriminatorio vigente, ricostruendo il quadro definitorio costituzionale ed europeo. Ci si concentra, in particolare, sui diversi fattori di discriminazione attualmente riconosciuti e sugli strumenti di tutela attualmente previsti, analizzando i riti processuali, la disciplina dell’onere della prova, la tutela stragiudiziale e il ruolo di organismi istituzionali nella lotta contro le discriminazioni. Questa prima analisi mette in luce le difficoltà di adattamento degli strumenti tradizionali alla nuova realtà digitale. Per questo motivo, il legislatore ha avvertito la necessità di procedere ad un’integrazione del quadro normativo esistente, orientata alla prevenzione e alla trasparenza, realizzata mediante l’introduzione del GDPR e dell’AI Act, seguiti dalla normativa nazionale in tema di trasparenza algoritmica. L’analisi di queste ulteriori previsioni normative offrirà lo spunto per una riflessione critica circa la completezza e l’efficacia del sistema attualmente in vigore, e permetterà di interrogarsi sulla capacità dello stesso di garantire tutela effettiva alle nuove sfide poste dall’intelligenza artificiale nel diritto del lavoro.

Discriminazioni algoritmiche e lavoro: il sistema di tutele tra normativa nazionale e comunitaria

MAVOLO, MATILDE
2024/2025

Abstract

Artificial intelligence has an increasing influence on the daily lives of individuals. In the world of work, the use of intelligent systems and decision-making algorithms seems to be increasingly widespread, with effects having a significant impact on the entire employment relationship, from recruitment to termination, through the direction of performance. The use of these decision-making tools, although technologically advanced and apparently "neutral", can hide forms of discrimination, which are complex to detect and even more difficult for the worker to prove. From the analysis of the functioning of these systems, in particular, emerges the possibility that direct and indirect discrimination may occur, resulting from bias, namely distortions, of the algorithm used and the results produced by it. On the basis of the countless cases of discrimination which have concretely occurred during the employment relationship, it is natural to ask whether the system of protection currently provided by national and Community legislation is adequate and sufficient. There is also a question about the capacity of the current legal system to respond effectively to new forms of algorithmic discrimination. The thesis aims to carry out, firstly, a study of the current anti-discrimination legislation, reconstructing the constitutional and European framework. It focuses, in particular, on the various factors of discrimination currently recognized and the means of protection currently provided, analyzing the procedural procedures, the discipline of the burden of proof, extra-judicial protection and the role of institutional bodies in facing discrimination. This first analysis highlights the difficulties of adapting traditional tools to the new digital reality. For this reason, the legislator has warned that there is a need to proceed with an integration of the existing legal framework, oriented towards prevention and transparency, implemented through the introduction of the GDPR and the AI Act, followed by national legislation on algorithmic transparency. The analysis of these additional regulatory forecasts will provide the basis for a critical reflection on the completeness and effectiveness of the system currently in force, and will allow to question the capacity of the same to guarantee effective protection to the new challenges posed by artificial intelligence in labour law.
2024
Algorithmic discrimination and work: the system of protection between national and community legislation
L’intelligenza artificiale esercita un’influenza crescente nella vita quotidiana degli individui. Nel mondo del lavoro, l’impiego di sistemi intelligenti e algoritmi decisionali sembra essere sempre più diffuso, con effetti dal significativo impatto sull’intero rapporto di lavoro, dalla selezione del personale alla cessazione del rapporto di lavoro, passando per la direzione della prestazione. L’utilizzo di questi strumenti decisionali, seppur tecnologicamente avanzati e apparentemente “neutri”, può nascondere forme di discriminazioni, complesse da rilevare e ancor più difficili da dimostrare da parte del lavoratore. Dall’analisi del funzionamento di questi sistemi, in particolare, emerge la possibilità che si verifichino discriminazioni dirette e indirette, derivanti da bias, cioè distorsioni, dell’algoritmo utilizzato e dei risultati da esso prodotti. Alla luce degli innumerevoli casi di discriminazioni, concretamente verificatisi durante il rapporto di lavoro, sorge spontaneo chiedersi se l’apparato di tutele attualmente previsto dalla normativa nazionale e comunitaria sia adeguato e sufficiente. Ci si interroga, inoltre, circa la capacità del sistema giuridico vigente di rispondere in modo efficace alle nuove forme di discriminazioni algoritmiche. La tesi si propone di svolgere, in primo luogo, uno studio dell’apparato normativo antidiscriminatorio vigente, ricostruendo il quadro definitorio costituzionale ed europeo. Ci si concentra, in particolare, sui diversi fattori di discriminazione attualmente riconosciuti e sugli strumenti di tutela attualmente previsti, analizzando i riti processuali, la disciplina dell’onere della prova, la tutela stragiudiziale e il ruolo di organismi istituzionali nella lotta contro le discriminazioni. Questa prima analisi mette in luce le difficoltà di adattamento degli strumenti tradizionali alla nuova realtà digitale. Per questo motivo, il legislatore ha avvertito la necessità di procedere ad un’integrazione del quadro normativo esistente, orientata alla prevenzione e alla trasparenza, realizzata mediante l’introduzione del GDPR e dell’AI Act, seguiti dalla normativa nazionale in tema di trasparenza algoritmica. L’analisi di queste ulteriori previsioni normative offrirà lo spunto per una riflessione critica circa la completezza e l’efficacia del sistema attualmente in vigore, e permetterà di interrogarsi sulla capacità dello stesso di garantire tutela effettiva alle nuove sfide poste dall’intelligenza artificiale nel diritto del lavoro.
Discriminazioni
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/89839