Questa tesi si prefigge lo scopo di analizzare come il regime nazista abbia ripreso e strumentalizzato elementi della tradizione germanica antica al fine di legittimare la propria ideologia politica, dimostrando così un uso distorto della filologia. La ricerca prende avvio da un’analisi delle radici storiche germaniche, attraverso fonti letterarie come Tacito, andando a individuarne origine e caratteristiche distintive: sono proprio quest’ultime a rappresentare un interessante elemento di studio. Infatti, tali caratteristiche sono state per secoli oggetto di modificazioni storiche che hanno portato ad immagini fuorvianti dei Germani. Tuttavia, per comprendere come il Nazismo abbia rivisitato la materia germanica è necessario fare un excursus storico della filologia, mettendo in evidenza dapprima come nasce e si sviluppa la disciplina nel corso dei secoli e, in seguito, le sue finalità originali messe a paragone con l’uso ideologico improprio operato da Hitler e dal suo regime. Il Terzo Reich, infatti, si è appropriato di simboli e miti germanici per promuovere la propria filosofia politica, in molti casi distorcendo la realtà storica, rendendo evidente il distacco da quelli che sono i reali obiettivi della disciplina filologica. Tuttavia, prima di approfondire gli elementi e le rivisitazioni avvenute durante il Nazismo, è necessario prestare particolare attenzione ad un periodo storico fondamentale per lo sviluppo dell’ideologia del regime: il Romanticismo tedesco. È, infatti, in questo momento storico che avviene la riscoperta di molti elementi dell’antichità germanica al fine di creare una cultura tedesca unitaria basata su un passato comune. È da scoperte avvenute nel contesto culturale romantico, come quella di una lingua germanica comune, che si avvalora l’idea, poi ripresa ed estremizzata da Hitler, di una cultura germanica unica e di una razza ariana pura. Le manipolazioni naziste della tradizione germanica sono numerose: dall’uso simbolico delle rune alla reinterpretazione di miti, come quello dei Nibelunghi, impiegati con fini propagandistici. Ne consegue che l’obiettivo della tesi è quello di evidenziare, tramite la consultazione e lo studio di fonti storiche e letterarie, la strumentalizzazione operata dal regime nazista degli elementi antichi germanici e della disciplina filologica per rafforzare la propaganda della propria ideologia politica.
Da elementi della tradizione germanica a strumenti della propaganda nazista: il ruolo della filologia nell’ascesa al potere del Nazismo
BORTOLETTO, GIADA
2024/2025
Abstract
Questa tesi si prefigge lo scopo di analizzare come il regime nazista abbia ripreso e strumentalizzato elementi della tradizione germanica antica al fine di legittimare la propria ideologia politica, dimostrando così un uso distorto della filologia. La ricerca prende avvio da un’analisi delle radici storiche germaniche, attraverso fonti letterarie come Tacito, andando a individuarne origine e caratteristiche distintive: sono proprio quest’ultime a rappresentare un interessante elemento di studio. Infatti, tali caratteristiche sono state per secoli oggetto di modificazioni storiche che hanno portato ad immagini fuorvianti dei Germani. Tuttavia, per comprendere come il Nazismo abbia rivisitato la materia germanica è necessario fare un excursus storico della filologia, mettendo in evidenza dapprima come nasce e si sviluppa la disciplina nel corso dei secoli e, in seguito, le sue finalità originali messe a paragone con l’uso ideologico improprio operato da Hitler e dal suo regime. Il Terzo Reich, infatti, si è appropriato di simboli e miti germanici per promuovere la propria filosofia politica, in molti casi distorcendo la realtà storica, rendendo evidente il distacco da quelli che sono i reali obiettivi della disciplina filologica. Tuttavia, prima di approfondire gli elementi e le rivisitazioni avvenute durante il Nazismo, è necessario prestare particolare attenzione ad un periodo storico fondamentale per lo sviluppo dell’ideologia del regime: il Romanticismo tedesco. È, infatti, in questo momento storico che avviene la riscoperta di molti elementi dell’antichità germanica al fine di creare una cultura tedesca unitaria basata su un passato comune. È da scoperte avvenute nel contesto culturale romantico, come quella di una lingua germanica comune, che si avvalora l’idea, poi ripresa ed estremizzata da Hitler, di una cultura germanica unica e di una razza ariana pura. Le manipolazioni naziste della tradizione germanica sono numerose: dall’uso simbolico delle rune alla reinterpretazione di miti, come quello dei Nibelunghi, impiegati con fini propagandistici. Ne consegue che l’obiettivo della tesi è quello di evidenziare, tramite la consultazione e lo studio di fonti storiche e letterarie, la strumentalizzazione operata dal regime nazista degli elementi antichi germanici e della disciplina filologica per rafforzare la propaganda della propria ideologia politica.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/90494