Qual è la relazione tra letteratura e antropologia, e in che modo queste due discipline si sono-e continuano a farlo-influenzate? Si è soliti procedere, dinnanzi alla lettura di un'opera letteraria, all'acquisizione del quadro storico-politico e socio-culturale nel quale essa è stata prodotta, di modo da contestualizzarla e di essa cogliere pienamente il senso e la portata; ma se il rapporto talvolta fosse rovesciato? Se si considerasse l'opera letteraria non soltanto come un prodotto di finzione dal mero valore letterario- e sì: anche i generi del memoir, dell'autobiografia e dell'auto-fiction rientrano in un terreno scivoloso a metà tra mimesi e riscrittura, quindi finzione-ma anche come un prodotto culturale: un bagaglio di osservazioni di taglio antropologico, un luogo nel quale si cela una culla di segreti, di pratiche rituali, di aspetti culturali e aneddoti che altrimenti sarebbero destinati all'oblio eterno? Carlo Levi, autore contestualizzabile nell'alveo del neorealismo a cavallo tra gli anni trenta e quaranta del novecento, specialmente attraverso il genere del memoir, restituisce al lettore un mondo che altrimenti sarebbe rimasto ignoto per sempre, proprio da un punto di vista antropologico: la realtà del Sud Italia attorno al secondo grande conflitto mondiale.
La letteratura antropologica di Carlo Levi nel genere del memoir
VERONESE, GIULIA
2024/2025
Abstract
Qual è la relazione tra letteratura e antropologia, e in che modo queste due discipline si sono-e continuano a farlo-influenzate? Si è soliti procedere, dinnanzi alla lettura di un'opera letteraria, all'acquisizione del quadro storico-politico e socio-culturale nel quale essa è stata prodotta, di modo da contestualizzarla e di essa cogliere pienamente il senso e la portata; ma se il rapporto talvolta fosse rovesciato? Se si considerasse l'opera letteraria non soltanto come un prodotto di finzione dal mero valore letterario- e sì: anche i generi del memoir, dell'autobiografia e dell'auto-fiction rientrano in un terreno scivoloso a metà tra mimesi e riscrittura, quindi finzione-ma anche come un prodotto culturale: un bagaglio di osservazioni di taglio antropologico, un luogo nel quale si cela una culla di segreti, di pratiche rituali, di aspetti culturali e aneddoti che altrimenti sarebbero destinati all'oblio eterno? Carlo Levi, autore contestualizzabile nell'alveo del neorealismo a cavallo tra gli anni trenta e quaranta del novecento, specialmente attraverso il genere del memoir, restituisce al lettore un mondo che altrimenti sarebbe rimasto ignoto per sempre, proprio da un punto di vista antropologico: la realtà del Sud Italia attorno al secondo grande conflitto mondiale.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/90546