La tesi si propone di analizzare la riflessione filosofica di Günther Anders sulla bomba atomica, intesa non solo come arma, ma come evento epocale che ha ridefinito la condizione umana. Il primo capitolo si dedica al tentativo di definire la bomba, evidenziandone la sua intrinseca inclassificabilità: per la sua assolutezza, essa si sottrae a ogni determinazione positiva e annulla il principio mezzo-fine, trascendendo ogni scopo. La sua comparsa ha paradossalmente reso l'umanità onnipotente nella capacità distruttiva, ma al contempo totalmente impotente di fronte alla costante minaccia di annientamento che essa stessa incarna. Il secondo capitolo indaga la "cecità all'apocalisse" che impedisce all'uomo moderno di concepire la propria fine collettiva. Tale fenomeno è legato alla "vergogna prometeica" – il sentimento di inadeguatezza di fronte alla superiorità delle proprie creazioni – e alla "mortificazione della morte", che ostacola la reale percezione del rischio. Infine, il terzo capitolo affronta le implicazioni morali di tale scenario, esaminando la crisi della responsabilità attraverso la "medialità" dell'agire umano, che dissolve la colpa individuale in un sistema basato sul processo di deresponsabilizzazione degli individui. In questo contesto, si analizza la figura emblematica di Claude Eatherly, pilota americano che partecipò alla missione del lancio della bomba atomica su Hiroshima il 6 agosto 1945. Egli è considerato il primo “colpevole incolpevole”, in contrasto con la figura di Adolf Eichmann, paradigma della "banalità del male”. Questa analisi sottolinea l'urgenza di sviluppare una "fantasia morale" capace di superare il dislivello prometeico e di adeguare l'elasticità della nostra immaginazione alle dimensioni e alle conseguenze dei nostri prodotti.

L’inclassificabile potenza: la filosofia della bomba atomica in Günther Anders.

CAMPAGNOLO, REGINA
2024/2025

Abstract

La tesi si propone di analizzare la riflessione filosofica di Günther Anders sulla bomba atomica, intesa non solo come arma, ma come evento epocale che ha ridefinito la condizione umana. Il primo capitolo si dedica al tentativo di definire la bomba, evidenziandone la sua intrinseca inclassificabilità: per la sua assolutezza, essa si sottrae a ogni determinazione positiva e annulla il principio mezzo-fine, trascendendo ogni scopo. La sua comparsa ha paradossalmente reso l'umanità onnipotente nella capacità distruttiva, ma al contempo totalmente impotente di fronte alla costante minaccia di annientamento che essa stessa incarna. Il secondo capitolo indaga la "cecità all'apocalisse" che impedisce all'uomo moderno di concepire la propria fine collettiva. Tale fenomeno è legato alla "vergogna prometeica" – il sentimento di inadeguatezza di fronte alla superiorità delle proprie creazioni – e alla "mortificazione della morte", che ostacola la reale percezione del rischio. Infine, il terzo capitolo affronta le implicazioni morali di tale scenario, esaminando la crisi della responsabilità attraverso la "medialità" dell'agire umano, che dissolve la colpa individuale in un sistema basato sul processo di deresponsabilizzazione degli individui. In questo contesto, si analizza la figura emblematica di Claude Eatherly, pilota americano che partecipò alla missione del lancio della bomba atomica su Hiroshima il 6 agosto 1945. Egli è considerato il primo “colpevole incolpevole”, in contrasto con la figura di Adolf Eichmann, paradigma della "banalità del male”. Questa analisi sottolinea l'urgenza di sviluppare una "fantasia morale" capace di superare il dislivello prometeico e di adeguare l'elasticità della nostra immaginazione alle dimensioni e alle conseguenze dei nostri prodotti.
2024
The unclassifiable power: the philosophy of the atomic bomb in Günther Anders.
Günther Anders
Bomba atomica
Apocalisse
Responsabilità
Colpa
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/90569