La tesi ripercorre l’evoluzione dei biomateriali impiegati per la produzione di stent coronarici, mettendo a confronto dispositivi metallici permanenti, supporti riassorbibili e soluzioni di nuova generazione dotate di funzioni avanzate. Viene esaminata in modo critico la letteratura scientifica sull’argomento, mettendo a confronto i diversi approcci e valutandone biocompatibilità, durabilità, caratteristiche di superficie e cinetica di rilascio del farmaco, oltre alle implicazioni cliniche. Il lavoro propone una visione critica dello stato dell’arte e delle prospettive più promettenti: dai rivestimenti bioattivi che favoriscono la riepitelizzazione e riducono il rischio di trombosi, ai sensori integrati senza batteria che permettono di seguire nel tempo pressione e flusso in modo non invasivo. L’intento è offrire indicazioni chiare per guidare le decisioni progettuali e cliniche verso soluzioni più sicure ed efficaci, capaci di sostenere anche un monitoraggio personalizzato del paziente.
Biomateriali per stent cardiovascolari: analisi comparativa tra dispositivi metallici, riassorbibili e "intelligenti"
ANDREANI, MANFREDI
2024/2025
Abstract
La tesi ripercorre l’evoluzione dei biomateriali impiegati per la produzione di stent coronarici, mettendo a confronto dispositivi metallici permanenti, supporti riassorbibili e soluzioni di nuova generazione dotate di funzioni avanzate. Viene esaminata in modo critico la letteratura scientifica sull’argomento, mettendo a confronto i diversi approcci e valutandone biocompatibilità, durabilità, caratteristiche di superficie e cinetica di rilascio del farmaco, oltre alle implicazioni cliniche. Il lavoro propone una visione critica dello stato dell’arte e delle prospettive più promettenti: dai rivestimenti bioattivi che favoriscono la riepitelizzazione e riducono il rischio di trombosi, ai sensori integrati senza batteria che permettono di seguire nel tempo pressione e flusso in modo non invasivo. L’intento è offrire indicazioni chiare per guidare le decisioni progettuali e cliniche verso soluzioni più sicure ed efficaci, capaci di sostenere anche un monitoraggio personalizzato del paziente.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/91650