Taking the brown bear (Ursus arctos Linnaeus, 1758) as a model species, the conservation of large carnivore species and the behavioural changes caused by coexistence with humans have been studied. In the past, large carnivores have suffered severe declines in population size and geographical distribution. Currently, in Europe, the opposite process can be observed, with expanding populations occupying more and more areas in close contact with humans. These are key species in ecosystems, and their absence has repercussions at all trophic levels and, in general, greatly alters natural biogeochemical cycles. The concept of ecological and evolutionary traps has been used to define the major anthropogenic factors capable of modifying the behaviour of large carnivore species, emphasising how these can alter the ecological role that they would play in a natural environment and reduce their survival rate. However, the peculiar case of Ursus arctos marsicanus is an example of the opposite situation, as its docile nature, due to coexistence with humans, has possibly increased its chances of survival in anthropized environments. The population dynamics of the subspecies Ursus arctos marsicanus, endemic to central Italy, show prolonged isolation for approximately 40-50 generations at low population sizes. This has caused a severe reduction in genetic variability and an accumulation of mutations that are expected to be deleterious. As a result, the population exhibits alterations in physiology and behaviour that clearly differentiate it from other European populations. The maladaptive behaviours of large carnivores, caused by their proximity to human activities, must be taken into account in the management of large carnivores, as they are expected to lead to population declines and local extinctions, as well as altering the ecological role played by the animals. Finally, it should be noted that proper population management requires accurate and continuous genetic monitoring, which is increasingly facilitated by recent developments in non-invasive sampling techniques.

Prendendo come specie modello l’orso bruno (Ursus arctos Linnaeus, 1758) è stata studiata la conservazione delle specie di grandi carnivori e le alterazioni comportamentali causate dalla convivenza con l’uomo. I grandi carnivori hanno subito, in passato, gravi contrazioni nella demografia e distribuzione geografica. Attualmente, in Europa, è possibile assistere al processo contrario, con le popolazioni in espansione che vanno ad occupare sempre più zone a stretto contatto con l’uomo. Si tratta di specie chiave degli ecosistemi, la loro assenza ha ripercussioni su tutti i livelli trofici e, in generale, altera grandemente i cicli biogeochimici naturali. È stato sfruttato il concetto di trappole ecologiche ed evolutive per definire i maggiori fattori antropici in grado di modificare il comportamento delle specie di grandi carnivori, sottolineando come queste possano alterare il ruolo ecologico che gli stessi manterrebbero in un ambiente naturale e diminuirne il tasso di sopravvivenza. Tuttavia, il caso peculiare di Ursus arctos marsicanus è un esempio della situazione opposta, il carattere docile, dovuto alla convivenza con l’uomo, ne ha possibilmente aumentato le probabilità di sopravvivenza negli ambienti antropizzati. Le dinamiche di popolazione della sottospecie Ursus arctos marsicanus, endemica del Centro Italia, mostrano un isolamento protratto per ca. 40-50 generazioni a dimensioni ridotte della popolazione. Ciò ha causato una grave riduzione della variabilità genetica ed un accumulo di mutazioni previste essere deleterie. Come risultato la popolazione presenta alterazioni nella fisiologia e nel comportamento che la differenziano evidentemente dalle altre popolazioni Europee. I comportamenti maladattivi dei grandi carnivori, causati dalla vicinanza alle attività umane, sono necessari da considerare nella gestione dei grandi carnivori, in quando si prevede che possano dare vita a depressioni demografiche ed estinzioni locali, oltre che alterare il ruolo ecologico esercitato degli animali. Infine, si evidenza come una corretta gestione delle popolazioni imponga un monitoraggio genetico accurato e continuo, sempre più facilitato dai recenti sviluppi delle tecniche di campionamento non invasive.

Come la convivenza tra uomo e grandi carnivori causa modifiche comportamentali: l’esempio di Ursus arctos marsicanus e future sfide nella conservazione delle specie

COSER, FRANCESCO
2024/2025

Abstract

Taking the brown bear (Ursus arctos Linnaeus, 1758) as a model species, the conservation of large carnivore species and the behavioural changes caused by coexistence with humans have been studied. In the past, large carnivores have suffered severe declines in population size and geographical distribution. Currently, in Europe, the opposite process can be observed, with expanding populations occupying more and more areas in close contact with humans. These are key species in ecosystems, and their absence has repercussions at all trophic levels and, in general, greatly alters natural biogeochemical cycles. The concept of ecological and evolutionary traps has been used to define the major anthropogenic factors capable of modifying the behaviour of large carnivore species, emphasising how these can alter the ecological role that they would play in a natural environment and reduce their survival rate. However, the peculiar case of Ursus arctos marsicanus is an example of the opposite situation, as its docile nature, due to coexistence with humans, has possibly increased its chances of survival in anthropized environments. The population dynamics of the subspecies Ursus arctos marsicanus, endemic to central Italy, show prolonged isolation for approximately 40-50 generations at low population sizes. This has caused a severe reduction in genetic variability and an accumulation of mutations that are expected to be deleterious. As a result, the population exhibits alterations in physiology and behaviour that clearly differentiate it from other European populations. The maladaptive behaviours of large carnivores, caused by their proximity to human activities, must be taken into account in the management of large carnivores, as they are expected to lead to population declines and local extinctions, as well as altering the ecological role played by the animals. Finally, it should be noted that proper population management requires accurate and continuous genetic monitoring, which is increasingly facilitated by recent developments in non-invasive sampling techniques.
2024
How coexistence between humans and large carnivores causes behavioural changes: the example of Ursus arctos marsicanus and future challenges in species conservation
Prendendo come specie modello l’orso bruno (Ursus arctos Linnaeus, 1758) è stata studiata la conservazione delle specie di grandi carnivori e le alterazioni comportamentali causate dalla convivenza con l’uomo. I grandi carnivori hanno subito, in passato, gravi contrazioni nella demografia e distribuzione geografica. Attualmente, in Europa, è possibile assistere al processo contrario, con le popolazioni in espansione che vanno ad occupare sempre più zone a stretto contatto con l’uomo. Si tratta di specie chiave degli ecosistemi, la loro assenza ha ripercussioni su tutti i livelli trofici e, in generale, altera grandemente i cicli biogeochimici naturali. È stato sfruttato il concetto di trappole ecologiche ed evolutive per definire i maggiori fattori antropici in grado di modificare il comportamento delle specie di grandi carnivori, sottolineando come queste possano alterare il ruolo ecologico che gli stessi manterrebbero in un ambiente naturale e diminuirne il tasso di sopravvivenza. Tuttavia, il caso peculiare di Ursus arctos marsicanus è un esempio della situazione opposta, il carattere docile, dovuto alla convivenza con l’uomo, ne ha possibilmente aumentato le probabilità di sopravvivenza negli ambienti antropizzati. Le dinamiche di popolazione della sottospecie Ursus arctos marsicanus, endemica del Centro Italia, mostrano un isolamento protratto per ca. 40-50 generazioni a dimensioni ridotte della popolazione. Ciò ha causato una grave riduzione della variabilità genetica ed un accumulo di mutazioni previste essere deleterie. Come risultato la popolazione presenta alterazioni nella fisiologia e nel comportamento che la differenziano evidentemente dalle altre popolazioni Europee. I comportamenti maladattivi dei grandi carnivori, causati dalla vicinanza alle attività umane, sono necessari da considerare nella gestione dei grandi carnivori, in quando si prevede che possano dare vita a depressioni demografiche ed estinzioni locali, oltre che alterare il ruolo ecologico esercitato degli animali. Infine, si evidenza come una corretta gestione delle popolazioni imponga un monitoraggio genetico accurato e continuo, sempre più facilitato dai recenti sviluppi delle tecniche di campionamento non invasive.
Conservazione
Genetica
Comportamento
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/92004