L’aumento esponenziale dei detriti spaziali in orbita terrestre rappresenta una minaccia crescente per le infrastrutture spaziali, la sicurezza delle missioni e la sostenibilità a lungo termine delle attività in orbita. La mia tesi analizza le principali strategie di recupero attivo dei detriti spaziali (Active Debris Removal, ADR), con un focus sulle tecniche di cattura mediante reti orbitali (Net Capture). Tra le diverse soluzioni attualmente in fase di sviluppo e quindi non ancora operative, viene approfondito il caso della missione ClearSpace-1, promossa dall’Agenzia Spaziale Europea, la quale prevede l’impiego di un sistema robotico per il recupero di un oggetto non cooperativo in orbita bassa. Parallelamente, viene presentato il contributo accademico italiano al tema della rimozione dei detriti, con particolare riferimento ai progetti sviluppati dall’Università di Padova, incentrati sull’utilizzo di tether elettrodinamici come metodo propellente-free per la deorbitazione controllata di oggetti artificiali. L’elaborato si propone di confrontare le diverse tecniche attualmente esistenti: meccaniche, propulsive, a vela, laser e tether, analizzandone vantaggi, limiti e scenari di applicazione. Il lavoro si conclude con una riflessione sulle prospettive future e sull’importanza di un approccio integrato tra ricerca, industria e agenzie spaziali per garantire un ambiente orbitale più sicuro e sostenibile.
Strategie per il recupero dei detriti spaziali: Analisi delle tecniche di rimozione con reti orbitali e studio del caso Clearspace-1.
GALVANETTI, TOMMASO
2024/2025
Abstract
L’aumento esponenziale dei detriti spaziali in orbita terrestre rappresenta una minaccia crescente per le infrastrutture spaziali, la sicurezza delle missioni e la sostenibilità a lungo termine delle attività in orbita. La mia tesi analizza le principali strategie di recupero attivo dei detriti spaziali (Active Debris Removal, ADR), con un focus sulle tecniche di cattura mediante reti orbitali (Net Capture). Tra le diverse soluzioni attualmente in fase di sviluppo e quindi non ancora operative, viene approfondito il caso della missione ClearSpace-1, promossa dall’Agenzia Spaziale Europea, la quale prevede l’impiego di un sistema robotico per il recupero di un oggetto non cooperativo in orbita bassa. Parallelamente, viene presentato il contributo accademico italiano al tema della rimozione dei detriti, con particolare riferimento ai progetti sviluppati dall’Università di Padova, incentrati sull’utilizzo di tether elettrodinamici come metodo propellente-free per la deorbitazione controllata di oggetti artificiali. L’elaborato si propone di confrontare le diverse tecniche attualmente esistenti: meccaniche, propulsive, a vela, laser e tether, analizzandone vantaggi, limiti e scenari di applicazione. Il lavoro si conclude con una riflessione sulle prospettive future e sull’importanza di un approccio integrato tra ricerca, industria e agenzie spaziali per garantire un ambiente orbitale più sicuro e sostenibile.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/92791